2022-03-17
        Caltagirone si assicura il ritorno in Generali
    
 
        Francesco Gaetano Caltagirone (Ansa)
    
È il primo nome della sua lista di 13 candidati alternativi per il cda. Con un posto di diritto in Consiglio anche se arrivasse ultima. Atteso il piano industriale. Poi il voto il 29 aprile con l’approvazione del bilancio 2021. Intanto il titolo quota 18,5 euro con un + 3,7%.Piazza Affari sembra avere apprezzato i conti diffusi martedì da Generali che ieri ha chiuso la seduta in Borsa con rialzo del 3,7% a quota 18,5 euro. Ma i riflettori del mercato sono accesi anche sulla battaglia in vista del rinnovo del cda e sulle prossime mosse di Francesco Gaetano Caltagirone, secondo azionista del Leone (9%) dopo Mediobanca (12,8%), che martedì ha presentato la sua lista di 13 candidati alternativi puntando sul ticket Claudio Costamagna (presidente) - Luciano Cirinà (amministratore delegato). Una lista senza nomi internazionali e molto «romana» tranne che per Cirinà, nato a Trieste e soprattutto attuale responsabile di Austria ed Est Europa del Leone. «È considerato da molti all’interno della compagnia il successore dell’attuale amministratore delegato», viene descritto nel comunicato della Vm2006, la srl di Caltagirone che ha presentato l’elenco di nomi per il board. In realtà la scelta fa già discutere: come può un top manager che ha lavorato finora in squadra con Philippe Donnet, per altro con totale visibilità su tutti i numeri del business, proporre un piano industriale alternativo con la maglia del team avversario? Tanto che già ieri nelle stanze triestine si aspettavano le sue dimissioni lasciando intendere che in caso contrario i legali della compagnia sarebbero pronti a valutare il licenziamento per giusta causa.Non è inoltre chiaro perché il presidente e amministratore delegato alternativi siano stati inseriti nella lista fuori dai primi tre posti (Costamagna al quinto, dopo Marina Brogi, il vicepresidente di Ntv, Flavio Cattaneo, e Roberta Neri, mentre Cirinà è indicato al sesto). Primo dell’elenco è lo stesso Caltagirone, che così si assicura un ritorno nel board di Trieste (di cui è stato vicepresidente fino a qualche mese fa) anche se il suo schieramento risultasse ultimo in assemblea tra le liste, che dovrebbero essere tre: quella proposta dal cda uscente, quella dell’imprenditore romano e quella di Assogestioni. In quest’ultimo caso, la prima lista prenderebbe 9 posti, la seconda tre e la terza uno. Forse già oggi o al massimo nei prossimi giorni verrà presentato il piano che promette di essere più ambizioso di quello firmato da Donnet e annunciato al mercato lo scorso 15 dicembre: chi lo farà? Un candidato amministratore delegato che non ha ancora il posto garantito in Consiglio? C’è poi chi solleva perplessità sulla qualifica di consiglieri «indipendenti» di Marina Brogi e Roberta Neri. Brogi (siede anche nel cda di Mediaset) è stata dal 2015 al 2018 consigliere di amministrazione di Luxottica group, mentre Neri dal 2017 al 2020 è stata consigliere di Cementir holding, indicata direttamente da Caltagirone. Quanto all’ex numero uno di Cdp, Claudio Costamagna, indicato come possibile presidente, in passato è stato anche consigliere di amministrazione di Luxottica. Si è, inoltre, dimesso martedì sera da Revo, la «spac» assicurativa avviata nel 2021 insieme ad Alberto Minali, ex numero due delle Generali nonché ex ad di Cattolica (con cui il Leone presto si fonderà, dopo l’Opa). E alla quale nel giugno 2020 lo stesso Minali ha chiesto un risarcimento di 9,6 milioni, motivato con l’asserita mancanza di una giusta causa» della revoca delle sue deleghe, avvenuta l’anno prima. La «rosa» di Caltagirone dovrebbe comunque contare sui voti in assemblea della Delfin di Leonardo del Vecchio (6,6%) e della Fondazione Crt (1,7%). Dall’altra parte c’è la lista del cda uscente - appoggiata anche da Mediobanca - che propone la presidenza all’ex rettore della Bocconi, Andrea Sironi, e la riconferma di Philippe Donnet. In un’intervista al Corriere della Sera, il manager francese da sei anni al timone delle Generali ha sottolineato il raggiungimento degli obiettivi di due piani industriali: «Dal 2016 il dividendo è sempre cresciuto, da 0,8 a 1,07 euro. Il mercato lo capisce e lo apprezza». L’ultima parola spetterà comunque ai soci che si riuniranno «da remoto» il prossimo 29 aprile. E decisivo potrebbe essere il voto degli investitori istituzionali della compagnia che hanno in mano il 35,11% del capitale. All’ordine del giorno dell’assemblea ci saranno anche l’approvazione del bilancio 2021 (con destinazione dell’utile e dividendo), il programma di buyback, la presentazione della relazione sulla politica in materia di remunerazione il Long term incentive plan di gruppo 2022-24 e il piano di azionariato per i dipendenti del gruppo. Gli azionisti che, anche congiuntamente, rappresentino almeno il 2,5% del capitale sociale possono chiedere entro 10 giorni dalla pubblicazione dell’avviso (ossia entro il 26 marzo) l’integrazione dell’elenco delle materie da trattare ovvero presentare proposte di deliberazione sulle materie già all’ordine del giorno, si legge in un comunicato diffuso ieri dalla compagnia.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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Ecco #DimmiLaVerità del 31 ottobre 2025. Ospite il senatore di FdI Guido Castelli. L'argomento del giorno è: " I dettagli della ricostruzione post terremoto in Italia Centrale"