2022-02-05
Caltagirone adesso lusinga Messina
Francesco Gaetano Caltagirone (Ansa)
Il numero uno di Ca’ de Sass si è sfilato da Generali: «Non giochiamo nessuna partita». E l’editore, che presenterà una sua lista per il Leone, si sbilancia: «Ha visione».C’era grande attesa sul mercato per il nuovo piano industriale di Intesa Sanpaolo: parliamo, infatti, dell’unica banca di sistema del nostro Paese nonché big europea del credito, che tra l’altro nella prossima assemblea rinnoverà il cda. Scontata la riconferma dell’amministratore delegato Carlo Messina che ieri ha ricevuto una raffica di apprezzamenti da imprenditori che in alcuni casi sono anche grandi clienti del gruppo. Dal vicepresidente esecutivo e ceo di Pirelli, Marco Tronchetti Provera («Riuscire negli ultimi otto anni a mantenere sempre i propri impegni è qualcosa di unico sui mercati grazie a una solida e chiara storia industriale»), al vicepresidente di Italo, Flavio Cattaneo («Intesa è stata e sarà un fondamentale acceleratore di crescita per il nostro Paese»), passando per l’ad di Webuild, Pietro Salini («Il piano è esempio e stimolo per il sistema produttivo di capacità corale di reazione al cambiamento e rinnovamento»), e per l’ex presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ad del gruppo di famiglia («È motivo di grande orgoglio avere nel nostro Paese una banca leader in Europa»). Ma nel coro degli estimatori si è distinto il canto appassionato di Francesco Gaetano Caltagirone, costruttore romano, editore del Messaggero ma soprattutto azionista e protagonista con Leonardo Del Vecchio della battaglia sulle Generali. «Finalmente di nuovo l’Italia che vuol vincere. Con un progetto coraggioso e realistico il campione nazionale Intesa Sanpaolo, con la presidenza del professor Gros Pietro e la guida del dottor Messina, si prepara ad anni di espansione. Poi un bravo al dottor Messina che ha visione, determinazione e sa guidare e motivare una squadra piena di eccellenze», ha detto Caltagirone nel pomeriggio all’agenzia Ansa. L’«aspersorio» dell’imprenditore capitolino sarà sincero e spontaneo ma fa sicuramente rumore. Perché, appunto, Caltagirone è socio del Leone e pure di Mediobanca, che sta sfidando proprio sul campo di Trieste. Ma anche perché il suo elogio al piano di Intesa è arrivato pochi minuti dopo la conferenza stampa telefonica del gruppo bancario durante la quale, a chi gli chiedeva se la banca possa rivestire un ruolo nella vicenda Generali, Messina ha risposto in modo lapidario: Intesa Sanpaolo «non giocherà nessuna partita». La banca, ricordiamolo, è stata protagonista di un tentato blitz sul Leone nel 2017 poi sfumato per scelta della stessa Intesa che aveva fermato i motori sulla possibile operazione di combinazione industriale in quanto «non creava valore». Certo un rimescolamento troppo impulsivo degli equilibri lungo l’asse Mediobanca-Generali potrebbe non piacere alla prima banca italiana, ma ascoltando le parole del suo amministratore delegato (e il tono seccato usato ieri), l’istituto non sembra avere la minima intenzione di tornare là dove soffia la bora. Anche perché il gruppo guidato da Messina in questi anni è diventato pure una grande compagnia di assicurazione con fabbriche prodotto interamente controllate sia sul Vita sia sul Danni. E Mediobanca ha appoggiato Intesa per l’importante Opa su Ubi. Se Caltagirone è alla ricerca di un alleato (o di un pivot) di peso, i suoi violini rischiano di suonare a vuoto. Mentre tace Leonardo Del Vecchio, che in quegli anni ebbe un duro scontro proprio con Messina. In via Monte di Pietà è ancora fresco il ricordo delle dichiarazioni rese da Del Vecchio nell’aprile 2017: «Carlo Messina ha raccontato che voleva scalare le Generali come fosse stato al bar». «Non sa di cosa parla e neanche sa come sono andate le cose, sono affermazioni diffamatorie a fronte delle quali reagirò nelle sedi opportune a tutela mia e della banca», aveva ribattuto il banchiere. Ruggini antiche, parliamo di cinque anni fa, ma che comunque hanno segnato i rapporti tra i due.
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