2020-08-11
Bonus Spadafora regalato agli sportivi ritornati a lavorare
Vincenzo Spadafora (Ansa)
I 600 euro arriveranno in automatico come nei mesi scorsi a 150.000 beneficiari, anche se a molti non spetterebbero più.Mentre in Parlamento è partita la «caccia ai furbetti» che hanno chiesto il bonus Inps per le partite Iva, il governo continua con gli aiuti a pioggia. Sacrosanti in piena emergenza, un po' meno quando i destinatari sono già tornati in attività. Come i 90 milioni assegnati dal ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora ai collaboratori sportivi. «Ottime notizie per il mondo dello sport: il bonus di giugno arriverà automaticamente, a tutti coloro che hanno già ricevuto il bonus per i mesi precedenti», ha scritto in una nota, il ministro, venerdì scorso. Nel decreto di agosto, infatti, spuntano anche i 600 euro a testa per coloro che hanno rapporti di collaborazione presso federazioni sportive nazionali, enti di promozione sportiva, società e associazioni sportive dilettantistiche. In totale parliamo di quasi 150.000 persone che hanno presentato domanda. Eppure, secondo un'indagine svolta a fine giugno da Sport e Salute, la società che è il braccio operativo dello Stato per il mondo sportivo, emerge chiaramente che il 38% dei collaboratori intervistati che hanno ricevuto l'indennità (su oltre 28.000 questionari completati) ha ripreso a lavorare come faceva prima del Covid e il 27% parzialmente. Non solo. Il 53% degli intervistati dichiara che la sua società ha riaperto. E due collaboratori su tre dichiarano di aver ripreso l'attività a tempo pieno o parzialmente.Per quattro mesi (sommando i bonus di marzo, aprile, maggio e ora anche giugno) i beneficiari avranno ricevuto circa 2.400 euro. Non pochi soprattutto per chi, pensiamo per esempio agli arbitri di calcio delle serie minori o a quelli di altri sport, percepisce somme non rilevanti e svolge questa attività in aggiunta alla propria professione. Nel frattempo, le associazioni che sono le piccole e medie imprese dello sport sono pressoché senza aiuti. Un paradosso, considerando che i collaboratori sportivi lavorano proprio grazie a loro. Spadafora ha però preferito alimentare una sorta di assistenzialismo alla base piuttosto che investire, o quantomeno sostenere, chi crea questo tipo di lavoro. Facendo peraltro scoppiare una guerra tra poveri, ovvero tra chi ancora non ha ripreso a lavorare e chi invece è già tornato in campo col bonus. Rinnovato automaticamente per tutti. Sul fronte geografico, le Regioni che hanno la percentuale più bassa di riaperture (rispetto alle strutture esistenti) risultano Basilicata, Puglia e Provincia autonoma di Trento mentre quelle che hanno la percentuale più alta (sempre rispetto alle strutture esistenti) risultano Lazio, Val d'Aosta e Veneto. La stessa indagine fornisce una fotografia aggiornata di questo tipo di lavoratori: Si osserva inoltre una maggiore partecipazione femminile tra le fila dei Collaboratori sportivi di «nuova generazione»: il 60% circa di chi collabora nel mondo sportivo da meno di un anno è infatti donna; quasi 12 punti percentuale in più rispetto a chi collabora da oltre 10 anni (48%). Ma c'è un altro punto controverso. Venerdì scorso Spadafora si è vantato con un post sui social network di essere riuscito a portare a 70 milioni di euro il budget per il credito di imposta per le sponsorizzazioni sportive, «fortemente auspicato dal Comitato 4.0 e da migliaia di squadre e associazioni». A quel post hanno replicato in tanti, che hanno fatto notare al ministro come di fatto vengano escluse tutte le società dilettantistiche che aderiscono al cosiddetto regime agevolato 338, ovvero la maggioranza. Il credito di imposta sulle sponsorizzazioni sportive è stato approvato ed è contenuto nel decreto Agosto. Infine, Spadafora ha annunciato un fondo aggiuntivo di 20 milioni da destinare al Servizio civile universale su cui ha la delega. Ma anche su questo l'opposizione insorge: «Questi fondi non sono sufficienti. Non lo diciamo solo noi, ma lo affermano in particolar modo le centinaia di enti di servizio civile, che anche recentemente, con un'apposita lettera, hanno segnalato le reali esigenze per dare slancio all'istituto: 100 milioni di euro aggiuntivi nel 2020 e di 200 milioni per gli anni 2021 e 2022, necessari a quel contingente minimo annuo di 50.000 posti indicato dal ministro Spadafora come obiettivo da realizzare. Ricordiamo che gli enti di servizio civile al 29 maggio scorso, hanno depositato progetti per un totale di 63.000 posti di impiego: si tratta di un'opportunità da non far perdere ai nostri giovani che nei prossimi mesi soffriranno pesantemente le conseguenze economiche dell'emergenza Covid 19», hanno attaccato le parlamentari della Lega Erica Rivolta e Rebecca Frassini.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)