2021-10-06
Il blackout e la talpa fanno perdere 6 miliardi di dollari a Zuckerberg
Mark Zuckerberg e Frances Haugen (Getty Images)
Crollo in borsa di Facebook dopo il crash di lunedì e le accuse dell'ex dipendente Frances Haugen: «Pensa solo ai profitti».La talpa e il blackout. Queste due mine stanno facendo perdere miliardi a Mark Zuckerberg e rendono anche più complicata la relazione tra Facebook e l'amministrazione Biden che può cogliere l'occasione per ridimensionare il ruolo delle big della rete e la loro capacità di condizionare l'agenda degli obiettivi pubblici diventando una nuova frontiera del potere. Il periodo peraltro non è del tutto tranquillo, visto che il settore tech sta ricevendo molta pressione, a causa di un panorama incentrato sulla paura che l'inflazione diventi incontrollata e le banche centrali alzino i tassi anticipatamente per fronteggiare questa eventualità. In uno scenario del genere sarebbero proprio i tecnologici a pagarne dazio, pesando su un comparto che ha raggiunto prezzi altissimi e molti si chiedono se un crollo è ormai dietro l'angolo.Ma partiamo dai numeri. E in particolare dalla cifra di sei miliardi di dollari. Tanto è costato al patrimonio personale di Zuckerberg il lunedì nero di Facebook, fra l'impatto delle rivelazioni di Frances Haugen e lo stop delle sue piattaforme - Instagram, Whastapp e Messenger - per più di sei ore. Con il calo del titolo a Wall Street, la ricchezza del fondatore del magnate californiano è scesa a 121,6 miliardi di dollari, secondo il Bloomberg Billionaires Index, facendo scivolare al quinto posto, alle spalle di Bill Gates. Più difficile capire quanto il «down» sia costato in mancate entrate pubblicitarie. Di certo, l'interruzione (provocata da alcune modifiche alla configurazione dei router che coordinano il traffico di rete tra i suoi centri dati) ha colpito anche i sistemi interni del social network, rendendo impossibile per i dipendenti accedere alle e-mail e al sistema di messaggistica interna Workplace. Non solo. Secondo il New York Times e altri media americani, gli addetti alla sicurezza di Facebook hanno avuto un rallentamento nella valutazione dell'incidente perché i loro badge digitali aziendali hanno smesso di funzionare, impedendo fisicamente di accedere ai server per riparare il guasto. Considerando il numero di utenti interessati, si stima che il down di ieri sia stato il più significativo nella storia dell'azienda. Il più grande mai rilevato da Downdetector, che tiene traccia delle interruzioni del sito Web, con oltre 10,6 milioni di segnalazioni di problemi da tutto il mondo. I servizi sono tornati tutti operativi nella notte di lunedì. E ieri le azioni hanno ripreso fiato aprendo la seduta al Nasdaq con un +0,9%, per poi accelerare in attesa della testimonianza della Haugen al Congresso. Le rivelazioni dell'ex ingegnere informatico di Facebook, che ha consegnato una ricerca interna ai legislatori e al Wall Street Journal sul modo in cui il social network gestisce contenuti e rischi per gli utenti, avevano già affossato il titolo nella seduta di lunedì. Nell'intervista rilasciata al programma 60 Minutes di Cbs, Haugen ha infatti riferito che la ricerca interna di Facebook non corrisponde a quello che Zuckerberg e altri dirigenti hanno detto pubblicamente. L'ex manager si è detta sorpresa da ciò che ha trovato nei documenti interni dell'azienda che ha poi consegnato al Wall Street Journal e alla Sec (la Consob americana). Ieri davanti al Congresso, la Haugen ha rincarato la dose: «Finché Facebook opera nell'oscurità non dovrà rendere conto a nessuno. E continuerà a fare scelte contro il bene comune», ha detto nella sua testimonianza. Paragonando anche Facebook alle multinazionali del tabacco: «Quando abbiamo realizzato che le aziende del tabacco stavano nascondendo i danni che causavano, il governo ha agito. Quando abbiamo capito che le auto sono più sicure con le cinture di sicurezza, il governo ha agito», ha osservato, chiedendo di fare lo stesso con il social. «Sono qui perché credo che i prodotti di Facebook danneggino gli adolescenti, seminino divisioni e indeboliscano la nostra democrazia. La leadership della compagnia sa come rendere Facebook e Instagram più sicuri ma non vuole fare i necessari cambiamenti perché ha messo i suoi astronomici profitti davanti alla gente e ha scelto di crescere ad ogni costo», ha poi attaccato. Dalla società replicano che la Haugen non ha lavorato sulla sicurezza dei bambini o su Instagram o ricerche su questi temi . Ma intanto la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha ammesso che le rivelazioni della «talpa» evidenziano come l'autoregolamentazione non stia funzionando. Nel frattempo, le difficoltà del colosso Usa stanno aprendo delle riflessioni a livello globale. «L'interruzione di servizio di Facebook fa pensare a quante delle nostre attività sono centralizzate sui sistemi di una singola società, ora urge che aziende e cittadini abbiano sistemi alternativi, ecco perché è in auge il discorso sul cloud nazionale», ha commentato all'Ansa, Stefano Zanero, professore associato di computer security del Politecnico di Milano. Ancora più estrema la posizione di Dmitry Marinichev, il responsabile internet del presidente russo Vladimir Putin, che ha sottolineato la necessità per la Russia di aumentare il suo vantaggio competitivo nel mondo digitale. «I paesi hanno bisogno di monitorare la concorrenza nel campo dell'informazione e impedire una così evidente monopolizzazione dello spazio informativo», ha detto Marinichev all'agenzia di stampa Tass.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.