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Trame e indagini ma giornali e tv preferiscono non guardare

Da giorni questo giornale pubblica notizie che riguardano oscuri affari bancari e fatti emersi in alcune inchieste giudiziarie. Si va dalle dichiarazioni dell'ex presidente del Monte dei Paschi di Siena circa il ruolo della massoneria nel crac della banca toscana da lui guidata, alle strane manovre di un gruppo di faccendieri intorno alla Popolare dell'Etruria, per finire a un'inchiesta aperta a Cuneo in cui ricorrono nomi molto vicini al Giglio magico del presidente del Consiglio. Notizie inedite, che però stranamente paiono non interessare a giornali e tv. Nonostante siano frutto di un lavoro di inchiesta e nonostante riguardino alcune delle vicende che hanno toccato nel portafoglio decine di migliaia di italiani, bruciando i loro risparmi, tutto tace.

Eppure il Monte dei Paschi di Siena è di nuovo sull'orlo del baratro e dopo aver dilapidato una montagna di quattrini ha bisogno dell'ennesimo piano di salvataggio. Importa a qualcuno che mentre lo Stato si impegnava a sborsare miliardi per soccorrere la banca, attorno all'istituto di credito si aggirassero personaggi aderenti a note logge? Evidentemente no. Eppure il Monte si è inghiottito i soldi messi a disposizione dall'allora premier Monti e anche quelli sborsati dagli investitori, i quali, magari confidando nelle rassicurazioni dell'attuale premier, rilasciate nel gennaio scorso nel salotto di Bruno Vespa, hanno davvero creduto alla favola della banca risanata, al bel marchio su cui scommettere i propri soldi.

Non di meno paiono interessanti le storie che hanno per scenario la Banca popolare dell'Etruria e del Lazio. Non solo perché di quell'istituto di credito, fino al giorno prima del commissariamento, è stato vicepresidente il padre della levatrice costituzionale, il ministro delle riforme Maria Elena Boschi, ma anche perché attorno alla banca che ha bruciato i soldi dei risparmiatori, spingendo al suicidio anche un pensionato, si agitavano una quantità incredibile di misteriosi personaggi, molti dei quali dotati di grembiulini e compassi. Sono noti gli incontri tra Pierluigi Boschi e l'ex bancarottiere e piduista Flavio Carboni, avvenuti a Roma allo scopo di trovare un direttore per l'istituto di Arezzo e un gruppo che tappasse i buchi di bilancio della Popolare. Meno noti erano i signori contattati per l'occasione, a cominciare da un finto finanziere pachistano, il quale avrebbe dovuto salvare la banca divenendone il proprietario. Salvo poi scoprire che il tizio al massimo era alla ricerca di un permesso di soggiorno. Altrettanto incredibile è la vicenda che raccontiamo oggi, di un conto corrente di Banca Etruria da cui transitarono soldi provenienti dallo stesso Carboni, conto che sarebbe stato aperto su sollecitazione di papà Boschi e forse anche del fratello della ministra.

Senza contare poi gli intrecci di affari e denaro che hanno visto al centro una società finita in bancarotta e sulla quale indaga la procura di Cuneo, un'inchiesta in cui ricorrono i nomi di alcuni personaggi che hanno avuto o hanno a che fare con il presidente del Consiglio.Non sono notizie degne di essere raccontate? Non è lecito alzare il velo degli interessi che si intravvedono all'ombra di Palazzo Chigi? Io credo di sì. È per questo che è nata La Verità. Per descrivere anche ciò che altri vogliono che rimanga segreto. In questi giorni abbiamo ricevuto molti complimenti, soprattutto abbiamo registrato un successo di vendite insperato. E ciò testimonia che nel Paese c'è forte bisogno di verità. Una constatazione che ci induce a fare meglio e ci spingerà nei prossimi giorni a illuminare altre zone oscure. È una promessa.


«Ho provato anch’io un “Truman Show”»
Giovanna Rei (Getty Images)
L’attrice napoletana Giovanna Rei: «Ne “Il Protagonista” facevo credere a un ragazzo di amarlo, ho vissuto una vita fittizia per un mese Fu uno scherzo terribile. Carlo Vanzina ha cambiato la mia esistenza, al suo funerale ho pianto come a quello di mio nonno»

Giovanna Rei è un’attrice che ha conosciuto la grande notorietà, senza inseguirla, spesso quasi per caso, ma non hai mai avuto paura di fare un passo indietro pur di difendere se stessa e la sua vita. È appena apparsa nella serie tv Noi del Rione Sanità di Luca Miniero, trasmessa da Rai 1 con ottimi riscontri di pubblico. Una buona occasione per fare il punto sulla sua carriera.

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content.jwplatform.com
Il Gourmet Bus porta in giro le eccellenze della nostra tradizione culinaria. A bordo nella sosta romana il ministro Santanchè: «Noi meglio dei francesi, ma siamo disuniti».

Se pochi giorni fa qualcuno avesse sottovalutato lo storico riconoscimento che l’Unesco ha accordato alla cucina italiana, da quest’anno patrimonio culturale immateriale globale, è il ministro del Turismo Daniela Santanchè, a bordo del Gourmet Bus, a spiegare cosa significhi: «Non è soltanto una questione di immagine, che pur è importante, ma di numeri, perché aiuta e fa crescere il valore delle nostre aziende, dei nostri ristoratori e si traduce in posti di lavoro stabili. Nel settore del turismo abbiamo ancora molti lavoratori stagionali che vorremmo stabilizzati. Grazie a riconoscimenti come questo potranno lavorare di più, anche 12 mesi l’anno». Non solo: secondo le associazioni di settore il titolo riconosciuto dall’Unesco potrà determinare nell’arco di due anni un incremento dei flussi turistici fino all’8%, pari a circa 18 milioni di pernottamenti aggiuntivi.

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Bottiglie di spumante a rischio col regolamento Ue sugli imballaggi
iStock
Per il consorzio del riciclo, le norme in discussione penalizzano i contenitori di vetro scuro e spesso, tipici ad esempio del Prosecco e fondamentali per il metodo classico. Un regalo agli Stati del Nord, senza vino.

Messaggio in bottiglia da Bruxelles: per boicottare il vino ci occupiamo del vetro, così come suggerito dai tedeschi. Cancellare le bottiglie scure in vetro pesante vuol dire impedire che in Europa si producano spumanti, a cominciare dallo Champagne, e olio extravergine di oliva. Vuol dire sottrarre all’Ue un ammontare di esportazioni che vale circa 11 miliardi (8 dagli spumanti, 3 dall’extravergine). Tutto perché nella nuova direttiva sugli imballaggi, figlia del Green deal (che è durissimo a morire), c’è scritto: «Entro il 2030 un imballaggio o una bottiglia costituiti per più del 30% del proprio peso da materiale non riciclabile non può più essere messo in commercio». È il seguito del regolamento sugli imballaggi che si pensava fosse stato accantonato: prevede che il vuoto a perdere sia riciclato al 90%, però si continua a discutere se debba invece essere del tutto abolito (si fa fatica a pensare che uno vada - tanto per restare nel vino - a Beaune a farsi rabboccare La Tâche o da Antinori a chiedere di fare il pieno di Solaia), e ancora se debbano andare fuori commercio le bottiglie che pesano più di 700 grammi.

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«Porterò in Senato il caso di Andrea, ferito dai rapinatori e mai risarcito»
Maurizio Gasparri (Ansa)
Maurizio Gasparri: «Sono gravemente indignato. Lui e i suoi genitori meritano la tutela negata dalle lungaggini della burocrazia».

Fuori è già Natale. Ma dentro la casa della famiglia Furlan, a Padova, non ci sono addobbi. L’ultima volta che mamma Cristina e papà Fabiano hanno fatto l’albero era il 2013. Pochi giorni dopo, la sera del 14 dicembre, un bandito entra in un supermercato e spara a suo figlio Andrea, allora ventitreenne, assunto al Prix Quality Spa di Albignasego da appena due mesi.

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