2020-11-19
Bianchi promoter d’affari con Pirelli per l’agenzia che curava la Leopolda
L'ex presidente di Open provò a trovare nuovi clienti per la fidata società Dot Media.Con una mail spedita la mattina del 27 febbraio 2014 l'avvocato Alberto Bianchi inviava a Filippo Maria Grasso, al tempo direttore delle Relazioni istituzionali di Pirelli, una presentazione dell'agenzia di comunicazione Dot Media, «in caso Pirelli fosse interessata ad inserirla tra i suoi fornitori». Inoltre, fa presente a Grasso che Marco Carrai lo avrebbe chiamato «a proposito dell'eventuale incontro milanese o romano» di cui Grasso gli aveva parlato. Non solo. Il 3 marzo Bianchi conferma a Grasso «l'interesse della fondazione Open a ricevere un contributo da Pirelli, per le proprie finalità statutarie, in modalità riconducibili alla sponsorizzazione di eventi, o mediante versamento sul c/c della Fondazione, secondo quanto potremo concordare».Il presidente della fondazione Open sponsorizzava, dunque, con colossi come Pirelli la fidata agenzia che avrebbe potuto allargare il suo carnet di clienti dopo aver curato l'immagine delle prime edizioni della Leopolda. Anche di quella del 2014. Tanto che agli atti dell'inchiesta spunta un'altra mail spedita da Bianchi a Matteo Renzi e Maria Elena Boschi il 29 settembre del 2014 sulle decisioni da prendere in vista della convention prevista un mese dopo. Tra le domande, l'avvocato chiede anche lumi sul ruolo di Dot Media: «Si usa? Propenderei per il sì. È rodata, possiamo ottenere un trattamento economico che nessun altro ci farebbe, pienamente giustificabile dato che il rapporto di fornitura che abbiamo riguarda anche altre partite (leggi gestione sito), è la stessa degli anni passati, chi vuole polemizzare si trova difronte a questa obiezione, che ha una sua forza». Per gli inquirenti il tenore della mail sugli aspetti organizzativi e strategici della fondazione Open conferma le posizioni di preminenza di Renzi «quale figura politica di riferimento e beneficiario effettivo della Fondazione Open», di Maria Elena Boschi e di Luca Lotti. Tutti soggetti chiamati a raccolta da Bianchi per decidere sulla data dell'evento, sul ricorso o meno agli «sponsor», sul soggetto che doveva organizzarlo, sul referente e anche sull'interessamento della società Dot Media. Di cui faceva parte un plotone di renziani doc. Tra gli azionisti dell'agenzia di comunicazione, oggi in liquidazione, c'è Davide Bacarella, che qualche tempo dopo entrerà nello staff del ministro della Difesa, Roberta Pinotti, insieme a Patrizio Donnini, fondatore di Dot Media e indagato per appropriazione indebita e autoriciclaggio per i rapporti con il gruppo Toto in questa stessa inchiesta. Donnini è inoltre l'ex marito di Lilian Mammoliti, promotrice dall'inizio del progetto renziano e azionista di Dot Media, che è stata coinvolta anche nell'inchiesta cuneese sul fallimento della Direkta srl insieme a Mirko Provenzano e Erika Conterno, due imprenditori in rapporti di affari con i genitori di Renzi. Della compagine azionaria fa infine parte Alessandro Conticini, fratello di Andrea che lavorava come agente di commercio dell'agenzia e che ha sposato la sorella di Renzi, Matilde.