2019-08-25
Basta con questa farsa, facciamo le elezioni
I democratici, Matteo Renzi in prima fila, strillano che l'accordo di governo con Beppe Grillo e compagni è l'unica strada per evitare l'aumento dell'Iva. Falso: si può serenamente rinviare tutto di tre mesi. Il Quirinale ne prenda atto e lasci decidere gli italiani.Massimo Garavaglia è un tipo di poche parole. In 14 mesi, da viceministro dell'economia in quota Lega, ha parlato il meno possibile, riuscendo a tacere anche quando le sue dichiarazioni sarebbero state indispensabili, come per esempio quando finì a processo per turbativa d'asta. Una volta assolto, con quella che un tempo avremmo definito una formula piena, ha di nuovo applicato la regola del silenzio, limitandosi a qualche frase di circostanza per rallegrasi di essere uscito pulito da una vicenda che avrebbe potuto stroncarne la carriera. A rileggere le poche cose che si sanno di lui, dunque, si capisce che il leghista non è un politico da ribalta, ma piuttosto uno abituato a inabissarsi nei corridoi ministeriali.Tuttavia, nonostante questo ostentato e osservato riserbo, il viceministro salviniano l'altra sera a Bergamo, sul palco della festa leghista, una confessione l'ha fatta. Non sul caso giudiziario che lo ha riguardato, ormai archiviato, ma sulla crisi di governo. Alla domanda precisa sul rischio di un aumento dell'Iva qualora non si metta in fretta mano alla manovra, Garavaglia ha spiegato al pubblico che quella della tassa sui beni di consumo è una straordinaria bufala inventata dal Pd. A differenza di quel che raccontano Matteo Renzi e compagni, non ci sarebbe nessuna fretta di sterilizzare la cosiddetta clausola di salvaguardia messa dai precedenti governi, perché l'aumento dell'imposta sul valore aggiunto potrebbe essere con comodo rinviata di tre mesi.A chi non si intenda di questioni tecniche e di tasse, tutto ciò non dirà un bel niente. In realtà, la frase del viceministro leghista smonta la scusa che Renzi e la sinistra stanno usando per portare a compimento la più spregiudicata delle operazioni politiche, ossia il governo della vergogna tra Pd e 5 stelle.Alla vigilia di Ferragosto, quando in un'intervista al Corriere della Sera annunciò di aver all'improvviso cambiato idea, Renzi si giustificò dicendo che la proposta di un esecutivo con i grillini serviva a scongiurare l'aumento dell'Iva. Non possiamo fare una campagna elettorale a settembre, spiegò dalle colonne del quotidiano di via Solferino, perché rischieremmo di non avere un governo che tra ottobre e fine anno vari le misure economiche, alcune delle quali urgenti come lo stop al rincaro dell'Iva. Insomma, l'ex segretario del Pd ed ex premier che decretò il fallimento di alcuni istituti di credito, tra i quali Banca Etruria, motivò l'incredibile piroetta con la necessità di mettere in sicurezza i conti degli italiani. Tradotto, il Bomba si dichiarava pronto al sacrificio delle proprie idee anti grilline per noi e i nostri risparmi. Boom. In realtà Garavaglia, viceministro di poche parole e di nessuna piroetta, ha spiegato che l'Iva non rischia affatto di aumentare il primo gennaio, perché il governo Conte, anche se dimissionario, con una misura ordinaria potrebbe decidere di spostare l'aumento di tre mesi, dando alle forze politiche il tempo di votare. «I soldi ci sono», ha detto davanti alla platea di militanti bergamaschi e bresciani, «perché sono quelli dei risparmi su quota 100 e reddito di cittadinanza. Dunque non c'è nessuna urgenza di trovare il modo di evitare l'aumento di tasse. Possiamo votare e poi il nuovo governo può decidere con tutta tranquillità come evitare l'incremento». Non servono sacrifici, né manovre straordinarie, ha spiegato il viceministro in perfetta sintonia con Giovanni Tria, che proprio venerdì ha presentato un'Italia con conti migliori di quanto si creda, spiegando come non ci sia bisogno di mettere mano al portafogli degli italiani.È evidente che se quello che Garavaglia ha detto corrispondesse al vero saremmo di fronte a un incredibile raggiro. Prima si fa credere - tramite gran parte della stampa - che l'Italia è sull'orlo del baratro e bisogna intervenire al più presto. Poi si spiega che non c'è tempo di votare perché bisogna salvare i soldi dei risparmiatori. E a farsene carico è ovviamente un esperto del settore, ovvero uno che consigliò come un buon investimento il Monte dei Paschi di Siena sei mesi prima che lo Stato dovesse intervenire con i soldi pubblici per salvarlo. Uno che alla scuola di formazione di psichedelici renziani si presenta con la maglietta sponsorizzata da Ethiad, la compagnia aerea degli Emirati, nota per aver fatto precipitare Alitalia e per aver fatto decollare l'Airforce Renzi, un velivolo pagato dallo Stato italiano, ma parcheggiato in un hangar. Eh già, l'ex premier è uno specialista in salvataggi. Soprattutto è un esperto di storytelling, ovvero di balle.Caro presidente della Repubblica, smascherato l'ultimo raggiro e, soprattutto, visti i pessimi presupposti con cui si vorrebbe tenere a battesimo l'ennesimo inciucio ai danni degli elettori, faccia una cosa saggia, sciolga il Parlamento e ci faccia votare. Gli italiani decideranno il proprio futuro e magari anche di mandare a casa qualcuno. Il che non sarà un male.