2023-04-21
Sulle concessioni balneari l’Ue lascia l’Italia nel gorgo dei tribunali
Thierry Breton (Getty Images)
Sentenza della Corte di giustizia Ue: «Basta con i rinnovi automatici. I magistrati applichino le leggi comunitarie, non quelle nazionali». Giallo sul vertice Meloni-Breton.«Le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente». Lo ha deciso ieri la Corte di Giustizia dell’Unione europea pronunciandosi sul ricorso dell’Autorità garante della concorrenza contro il Comune di Ginosa, in provincia di Taranto. «I giudici nazionali e le autorità amministrative sono tenuti ad applicare le norme pertinenti di diritto dell’Unione, disapplicando le disposizioni di diritto nazionale non conformi alle stesse», affermano i giudici di Lussemburgo.Con la sua sentenza, la Corte Ue dichiara, in primo luogo, che «la direttiva si applica a tutte le concessioni di occupazione del demanio marittimo, a prescindere dal fatto che esse presentino un interesse transfrontaliero certo o che riguardino una situazione i cui elementi rilevanti rimangono tutti confinati all’interno di un solo Stato membro«. In secondo luogo, «il diritto dell’Unione non osta a che la scarsità delle risorse naturali e delle concessioni disponibili sia valutata combinando un approccio generale e astratto, a livello nazionale, e un approccio caso per caso, basato su un’analisi del territorio costiero del comune in questione. È necessario che i criteri adottati da uno Stato membro per valutare la scarsità delle risorse naturali utilizzabili si basino su parametri obiettivi, non discriminatori, trasparenti e proporzionati», affermano i giudici. In terzo luogo, «dall’esame non è emerso alcun elemento idoneo ad inficiare la validità della direttiva relativa ai servizi nel mercato interno», si legge nella sentenza. Infine, «l’obbligo, per gli Stati membri, di applicare una procedura di selezione imparziale e trasparente tra i candidati potenziali, nonché il divieto di rinnovare automaticamente un’autorizzazione rilasciata per una determinata attività sono enunciati in modo incondizionato e sufficientemente preciso dalla direttiva. Poiché tali disposizioni sono produttive di effetti diretti, i giudici nazionali e le autorità amministrative, comprese quelle comunali, sono tenuti ad applicarle, e altresì a disapplicare le norme di diritto nazionale non conformi alle stesse», insiste la Corte. Dopo la sentenza di ieri, se il governo Meloni adotterà un nuovo decreto di proroga, i comuni saranno comunque obbligati a disapplicarlo e mettere a gara le concessioni balneari. Quindi, nessuna proroga automatica. Ieri il nodo dei balneari non è finito sul tavolo del Consiglio dei ministri che ha preso in esame il ddl Concorrenza: dopo la sentenza della Corte il governo ha un mese per affrontare la questione. Bruxelles potrà comunque usare anche la leva del verdetto dei giudici di Lussemburgo per aumentare il pressing. Intanto, ieri c’è stato un piccolo giallo comunicativo sull’incontro dello scorso 13 aprile tra Giorgia Meloni e il commissario per il mercato interno, Thierry Breton. «Non riguardava la questione della concessioni balneari e nessuna delle due parti ha assunto alcun impegno per quanto riguarda i prossimi passi», ha precisato la portavoce della Commissione europea, Sonya Gospodinova. Che, però, durante il briefing quotidiano con la stampa aveva dato un’altra versione. «Siamo in stretto contatto con le autorità nazionali per seguire il dossier. Il commissario Breton è stato in Italia la scorsa settimana, ha avuto una riunione con la premier Meloni e ha sollevato la questione che è molto importante per l’economia italiana. E la premier ha assicurato che le autorità italiane assicureranno molto presto l’applicazione della legge europea», aveva detto poco prima ai giornalisti. Non è chiaro cosa si siano detti Meloni e Breton la settimana scorsa sul tema dei balneari. Né se la rettifica della portavoce sia stata chiesta dai vertici della Commissione o dallo stesso Breton.Di certo, per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, la sentenza «non è stata una sorpresa. Si farà una mappatura, alcune Regioni sono più avanti, altre più indietro», ha dichiarato ieri. Secondo il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, la Corte di Giustizia europea «dà ragione all'approccio della Lega. È un grande successo per l’Italia e che ci permette di tutelare migliaia di famiglie e di imprese balneari. La nuova mappatura delle spiagge sarà fatta dal Mit e, come sempre, verranno utilizzati criteri di buonsenso». E da Fratelli d’Italia arriva la voce di Gianluca Caramanna, responsabile del Dipartimento Turismo del partito: «Se da un lato la sentenza ribadisce alcuni principi già noti, dall’altro conferisce piena legittimità e rafforza l’utilità del lavoro impostato dal governo con il tavolo tecnico che sarà chiamato a breve a predisporre la mappatura delle aree demaniali. Su questa base il governo potrà continuare il dialogo in corso con la Commissione Ue per arrivare in tempi brevi ad una normativa che definisca una volta per tutte la questione».
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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