Smart working, Awdoc trasforma i tablet in un archivio a prova di attacchi cyber

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Smart working, Awdoc trasforma i tablet in un archivio a prova di attacchi cyber
Awdoc

Un numero sempre più alto di aziende ha scelto il lavoro da remoto - meglio conosciuto come smart working - per fronteggiare al meglio l'emergenza Covid-19. Una ricerca di mercato effettuata da Bva-Doxa ha evidenziato come il 73% delle realtà interessate abbia scelto di applicare il regime di smart working al maggior numero di dipendenti possibile. Il restante 27% avrebbe invece deciso di attuarlo solo a determinate figure, aree o funzioni. A scegliere il lavoro da remoto sono per lo più multinazionali estere che operano anche in Italia (90% dei lavoratori in smart working), mentre le aziende italiane sembrano essere più diffidenti di questo metodo innovativo (solo il 59%).

Il 90% delle aziende parla però di un'esperienza positiva, dichiarandosi soddisfatti dell'efficienza e dell'organizzazione dei lavori. Un dato così positivo da aver portato il 39% delle società ad affermare che le modifiche all'organizzazione lavorativa rimarranno in vigore anche dopo la fine dell'emergenza.

In questo nuovo quadro, l'applicazione di un sistema di sicurezza attivo che renda l'ambiente di scambio e l'archiviazione dei documenti impenetrabile appare fondamentale. Awdoc (Anywhere documents, ndr) si occupa proprio di questo. Questa innovativa piattaforma documentale tutta italiana, nata da un'idea dell'ingegnere Fabrizio Ghelarducci, trasforma i nostri tablet in un potente archivio portatile, sicuro e affidabile grazie a un'app che, operando come un sistema di cybersecurity attiva, consente di organizzare, ricercare e condividere i documenti elettronici riservati solo con utenti selezionati. La tecnologia che permette questi scambi sicuri è elaborata dalla software house del Polo tecnologico di Navacchio (Pisa) - Awtech - il cui obiettivo è la promozione di tecnologie innovative da parte di imprese dell'industria, pubbliche amministrazioni e Pmi.

Awdoc consente di gestire in digitale su pc, tablet e smartphone i documenti dei consigli di amministrazione, fascicoli e delibere, manualistica, comitati tecnici o di gestione, fornendo accesso con permessi diversificati al gruppo di lavoro. Ciò è possibile grazie alla crittografia end-to-end sviluppata da Awtech. La cifratura dei documenti e delle comunicazioni è resa trasparente all'utilizzatore e garantisce l'archiviazione sicura in cloud, mentre l'ambiente di condivisione viene reso sicuro e inattaccabile dai cryptovirus. «I browser sono infatti una fonte primaria per virus e gravi attacchi alla sicurezza, il cui tasso di crescita è aumentato di dieci volte nell'ultimo biennio in Italia» ha spiegato Ghelarducci.

Le funzionalità di Awdoc si articolano in due famiglie di app (Awdoc-Organizer e Awdoc Client) disponibili sui principali sistemi operativi per fisso o mobile e divisi in piani diversi a seconda del tipo di cliente (liberi professionisti, Pmi e grandi aziende). In queste settimane, in cui l'Italia si trova a far fronte a una quarantena obbligata, Awtech offre a titolo completamente gratuito, senza alcun costo o canone aggiuntivo, la possibilità di attivare una nuova Organizzazione Awdoc, dedicata allo smart working, operante in cloud nel nostro datacenter.

Joseph Shaw: «Le autorità inglesi censurano per paura della guerra civile»
Al centro Joseph Shaw
Il filosofo britannico: «Gli islamici vengono usati per silenziare i cristiani nella sfera pubblica, ma non sono loro a chiederlo».

Joseph Shaw è un filosofo cattolico britannico, presidente della Latin Mass Society, realtà nata per tramandare la liturgia della messa tradizionale (pre Vaticano II) in Inghilterra e Galles.

Dottor Shaw, nel Regno Unito alcune persone sono state arrestate per aver pregato fuori dalle cliniche abortive. Crede che stiate diventando un Paese anticristiano?

«Senza dubbio negli ultimi decenni c’è stato un tentativo concertato di escludere le espressioni del cristianesimo dalla sfera pubblica. Un esempio è l’attacco alla vita dei non nati, ma anche il tentativo di soffocare qualsiasi risposta cristiana a tale fenomeno. Questi arresti quasi mai sono legalmente giustificati: in genere le persone vengono rilasciate senza accuse. La polizia va oltre la legge, anche se la stessa legge è già piuttosto draconiana e ingiusta. In realtà, preferiscono evitare che questi temi emergano in un’aula giudiziaria pubblica, e questo è interessante. Ovviamente non si tratta di singoli agenti: la polizia è guidata da varie istituzioni, che forniscono linee guida e altro. Ora siamo nel pieno di un dibattito in Parlamento sull’eutanasia. I sostenitori dicono esplicitamente: “L’opposizione viene tutta dai cristiani, quindi dovrebbe essere ignorata”, come se i cristiani non avessero diritto di parola nel processo democratico. In tutto il Paese c’è la percezione che il cristianesimo sia qualcosa di negativo, da spazzare via. Certo, è solo una parte dell’opinione pubblica, non la maggioranza. Ma è qualcosa che si nota nella classe politica, non universalmente, tra gli attori importanti».

Stephen Miran: «Il blocco ai migranti ridurrà l’inflazione Usa. Le tariffe non pesano»
Stephen Miran (Ansa)
L’uomo di Trump alla Fed: «I dazi abbassano il deficit. Se in futuro dovessero incidere sui prezzi, la variazione sarebbe una tantum».

È l’uomo di Donald Trump alla Fed. Lo scorso agosto, il presidente americano lo ha infatti designato come membro del Board of Governors della banca centrale statunitense in sostituzione della dimissionaria Adriana Kugler: una nomina che è stata confermata dal Senato a settembre. Quello di Stephen Miran è d’altronde un nome noto. Fino all’incarico attuale, era stato presidente del Council of Economic Advisors della Casa Bianca e, in tale veste, era stato uno dei principali architetti della politica dei dazi, promossa da Trump.

Edicola Verità | la rassegna stampa del 10 novembre

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 10 novembre con Carlo Cambi

Martin Sellner: «Vi spiego la remigrazione e perché attuarla è possibile»
Martin Sellner (Ansa)
Parla il saggista austriaco che l’ha teorizzata: «Prima vanno rimpatriati i clandestini, poi chi commette reati. E la cittadinanza va concessa solo a chi si assimila davvero».

Per qualcuno Martin Sellner, saggista e attivista austriaco, è un pericoloso razzista. Per molti altri, invece, è colui che ha individuato una via per la salvezza dell’Europa. Fatto sta che il suo libro (Remigrazione: una proposta, edito in Italia da Passaggio al bosco) è stato discusso un po’ ovunque in Occidente, anche laddove si è fatto di tutto per oscurarlo.

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