2018-09-27
Attenti agli ipocriti dell’Onu, sono i primi colpevoli del caos migratorio globale
Le Nazioni unite fanno di tutto per propagandare l'accoglienza e non perdono occasione per farci la predica. Ma da questi signori non possiamo accettare lezioni. Saranno pure - come dice qualcuno - dei fragili tecnici oscurati dagli ingombranti leader di partito. Ma quando vogliono, da sotto le grisaglie e da dietro le cravatte strette, tirano fuori un carattere bello affilato. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, ieri hanno offerto una piccola lezione di dignità ai numerosi ipocriti che in questi giorni pretendono di farci la morale sull'immigrazione. Entrambi si trovavano a New York per l'assemblea generale delle Nazioni unite, dove il premier è intervenuto in serata. Moavero ha incontrato Michelle Bachelet, alto commissario Onu per i diritti umani. Vi ricordate di lei? È la signora cilena che, qualche settimana fa, ha accusato l'Italia di essere un Paese razzista. «Abbiamo intenzione di inviare personale per valutare il riferito forte incremento di atti di violenza e di razzismo contro migranti, persone di discendenza africana e Rom», disse la Bachelet, minacciando la calata dei «caschi blu antirazzisti». Il nostro ministro degli Esteri se l'è trovata di fronte ieri, e con molto garbo ha fatto un paio di puntualizzazioni. Per prima cosa, ha spiegato che «l'Italia ritiene infondati i rilievi sollevati» riguardato a «presunte inadempienze italiane in materia di rispetto dei diritti umani dei migranti». Quindi il ministro ha fatto presente che il nostro Paese ha sempre profuso un «notevole impegno nel salvataggio e nell'assistenza ai migranti che attraversano il Mediterraneo». Certo, è il linguaggio felpato della diplomazia, ben lontano dai toni salviniani. Ma il concetto è chiaro: non accettiamo lezioncine da nessuno, anzi. Più o meno le stesse parole sono uscite dalla bocca di Giuseppe Conte, durante la conferenza stampa a margine dell'assemblea Onu. Il premier ha fatto sapere che, riguardo ai migranti, «l'Italia ha la coscienza a posto». Di più: «Ci è stato riconosciuto in sedi istituzionali più volte, l'Italia ha salvato l'onore dell'Europa». Anche perché «negli ultimi cinque anni e mezzo» ci sono stati «588.000 sbarchi». Il fatto che queste puntualizzazioni siano state fatte proprio alle Nazioni unite è particolarmente rilevate, perché i due rappresentanti dell'Italia hanno parlato dall'interno delle fauci del lupo. L'Onu, infatti, è l'organismo sovranazionale che più spinge per l'apertura delle frontiere. Esercita un'azione costante di propaganda a favore dell'immigrazione, e contribuisce così ad alimentare un sistema di sfruttamento globale. I più attivi in questo senso sono i componenti dell'Unhcr, l'agenzia che si occupa dei rifugiati. Dal 2016 è guidata dal milanese Filippo Grandi, un signore che non perde occasione per fare sfoggio di ipocrisia. Un paio di giorni fa ha firmato un editoriale per il Financial Times in cui magnificava il contributo che i rifugiati possono dare alle imprese del settore privato (certo: possono rivelarsi un'ottima fonte di manodopera a basso costo...). Ieri, invece, Grandi ha deciso di prendere le parti di Medici senza frontiere, una delle Ong che gestiscono la nave Aquarius. «Condivido», ha scritto su Twitter, «la loro seria preoccupazione per la diminuzione della capacità di salvataggio in mare». In pratica, anche lui è a favore del ritorno dei tassisti del mare nel Mediterraneo. Non la pensa molto diversamente Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni unite. Due giorni fa, all'apertura dell'assemblea generale, si è lanciato a testa bassa contro i populisti. E ha dichiarato: «Chi chiude i confini per controllare l'immigrazione, finisce per alimentare il lavoro dei trafficanti. Dobbiamo andare avanti sulla base dei fatti, non delle paure». Peccato che sia l'esatto contrario: chiudere i porti significa rendere le vita difficile agli scafisti, ma il caro Guterres finge di ignorarlo. L'Onu, dicevamo, sostiene le migrazioni a ogni livello. Martedì, tanto per fare un esempio, sempre a New York è stata organizzata un bel meeting sotto le insegne dell'Unctad, ovvero la Conferenza delle Nazioni unite per il commercio e lo sviluppo, guidata da Mukhisa Kituyi. Il quale è intervenuto per spiegare che sono importantissime perfino le «migrazioni interne all'Africa», poiché danno una mano allo sviluppo dei vari Paesi del Continente nero. Ha proprio ragione, infatti vediamo i grandiosi risultati ottenuti da questo modello negli ultimi anni... Particolarmente importanti, dice Kituyi, sono le «rimesse», cioè i soldi che gli immigrati mandano nei loro Paesi d'origine. Secondo gli esperti dell'Unctad, «solo in Africa i flussi di rimesse sono cresciuti dell'11% nel 2017, arrivando a 38 miliardi di dollari». Davvero un grande veicolo di sviluppo: interi Stati vivono grazie alle rimesse degli immigrati. Pensate che riusciranno mai a svilupparsi e a marciare con le proprie gambe? All'incontro dell'Unctad era presente un'ospite d'eccezione, ovvero Federica Mogherini. Il ministro degli Esteri dell'Ue ha fatto sfoggio di retorica: «Noi europei dimentichiamo spesso la nostra storia recente», ha detto. «Dimentichiamo che siamo stati migranti non molto tempo fa. La migrazione europea nelle Americhe, ad esempio, ha reso e continua a rendere i nostri continenti più forti. Lo stesso vale per la migrazione odierna e per la migrazione in Africa». Sicuro: le migrazioni dall'Africa rendono l'Europa più forte, come no. Ecco, questo è il genere di panzane che l'Onu e i suoi molteplici organismi sono soliti veicolare. Non è tutto, purtroppo. A parte la propaganda (che comunque è dannosa) ci sono anche i fatti. Le Nazioni unite - tramite l'Unhcr - si danno da fare per ripetere che la Libia «non è un porto sicuro». Sono sempre loro a gestire il network pro migranti Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni), il cui portavoce Flavio Di Giacomo in questi giorni sta tuonando contro il decreto immigrazione voluto da Matteo Salvini. Infine, i capoccia dell'Onu vorrebbero che tutti i Paesi del mondo, il prossimo dicembre, firmassero il «Global compact» sulle migrazioni, un documento che trasuda ideologia immigrazionista. Se il mondo è squassato dal caos migratorio, in larga parte la responsabile è di questi signori. Gli stessi che pretendono di venire a farci la morale. Per questo è importante ribadirlo: dai professionisti dell'ipocrisia non sia accettano lezioni.