2023-09-07
Nell’attesa sul futuro delle banche si muove solo un’assicurazione
Carlo Cimbri, ad di Unipol (Imagoeconomica)
Unipol spinge per il 20% di Pop Sondrio. Mps in frigo e il terzo polo con Bper si avvicina.Dopo esser riuscito a far dimenticare i tempi dell’«Abbiamo una banca!» di fassiniana memoria, l’ad di Unipol, Carlo Cimbri, potrebbe annunciare di avere un polo bancario. UnipolSai ieri ha infatti confermato le indiscrezioni di Repubblica: la compagnia assicurativa bolognese ha chiesto alla Bce l’autorizzazione a salire fino al 20% nel capitale della Banca popolare di Sondrio, dove da due anni è al 9,5% (e dove da poco si ritrova Francesco Gaetano Caltagirone, spuntato dalle relazioni semestrali con uno 0,66%), anche in vista di un possibile polo con Bper, di cui è già prima azionista con il 19,9%. Ufficialmente, alla base delle motivazioni che hanno spinto a muoversi su Sondrio c’è la volontà di «consolidare» la partnership industriale e societaria con la banca nella bancassicurazione Vita e Danni (recentemente rinnovata per un periodo di cinque anni), «rafforzandone l’impostazione in chiave strategica». Oltre che l’obiettivo di «aumentare la stabilità dell’assetto azionario del gruppo». Le ambizioni di Cimbri nel fare da pivot alla nascita del terzo polo bancario sono note da tempo. La mossa dei francesi del Credit Agricole sul BancoBpm avevano però imposto un cambio di strategia alle ambizioni di crescita allo sportello del gruppo di via Stalingrado che fino a qualche mese anno fa era dato in pole position per diventare il partner bancassicurativo del Banco, anche nell’ottica di un’ipotetica fusione di questo con Bper che ha inglobato Unipol Banca e acquisito anche Carige, Cariferrara e 620 sportelli da Ubi quando è stata comprata da Intesa Sanpaolo. Ora, secondo gli analisti, la mossa su Sondrio potrebbe portare a un asse con Bper insidiando il BancoBpm e allontanando, però, la possibilità di un intervento su Mps. Proprio in questi giorni il destino del Monte dei Paschi è tornato di attualità dopo che si è aperto un dibattito interno alla maggioranza di governo sul destino della quota del 64% ancora detenuta dal ministero dell’Economia e delle Finanze. La discesa del Tesoro dal Monte, ricordiamolo, è stata concordata da tempo con l’Europa, anzi è pure slittata a fine 2024 perché non c’è la fila di cavalieri bianchi all’orizzonte. In mezzo a spinte improvvise con le solite voci di nozze imminenti e le solite smentite di chi viene tirato per la giacca verso l’altare, fonti finanziarie fanno sapere a La Verità che prima di giugno 2024 la questione Mps non verrà aperta dal Mef, dove in vista della manovra vorrebbero comunque evitare di riaprire l’ipotesi di uno «spezzatino» di Rocca Salimbeni. È curioso che a far ripartire il tanto atteso risiko bancario sia un’assicurazione come Unipol. Senza dimenticare che anche l’altra partita «calda» dell’autunno del credito - ovvero l’assemblea sul rinnovo del cda di Mediobanca - è sempre legata a doppio filo con il futuro della partecipata Generali. Entro questa settimana, o al più tardi all’inizio della prossima, l’ad di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, e il numero uno di Delfin, Francesco Milleri, dovranno trovare la quadra su quanti consiglieri espressione della cassaforte della famiglia Del Vecchio entreranno nell’elenco di 15 membri che la banca depositerà per il rinnovo degli organi sociali all’ordine del giorno dell’assemblea del 28 ottobre. In caso di mancato accordo, Delfin si muoverà con una lista di minoranza da presentare entro il 3 ottobre che potrà essere depositata senza aver bisogno dell’ok della Bce. Contattata da MF-Milano Finanza, Delfin ha spiegato che la richiesta a Mediobanca è quella di rinnovare il board almeno con 10 nominativi, due terzi quindi degli attuali 15 consiglieri, visto che la maggioranza dei membri del cda ha alle spalle più di un mandato e spesso è il frutto di vecchi assetti azionari, in quota cioè a soci non più nel capitale, come l’imprenditore francese Vincent Bolloré o Unicredit. Inoltre, ribadiscono dalla holding dei Del Vecchio, è importante che il presidente di Piazzetta Cuccia sia di alto livello e condiviso. Trovare in tempo utile un punto di caduta tra le parti non sembra al momento facile.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)