2023-03-25
Fosse Ardeatine, la sinistra va in tilt
Pur di attaccare Giorgia Meloni, che aveva commemorato la strage di 335 «italiani innocenti», i compagni arrivano addirittura a mettere il cappello sulle vittime: «Erano antifascisti».«Le chiedono tutti i giorni la patente, sarà così per cinque anni». Un colonnello di Fratelli d’Italia, politico di lungo corso, scuote il capo davanti all’eccitazione dei media mainstream e della sinistra dai riflessi pavloviani. E coglie nel segno. Nella giornata delle Fosse Ardeatine i custodi dell’ortodossia antifa sollevano il polverone dell’«attestato di conformità resistenziale» che mancherebbe alla commemorazione di Giorgia Meloni per la presenza della parola «italiani» al posto della parola «antifascisti». Siamo oltre le cronache marziane.I gendarmi della memoria (come li definiva Giampaolo Pansa) dell’Anpi, del Pd, di Rifondazione comunista ritengono che quella sostituzione sia il segnale di una presa di coscienza light, di un infido depistaggio che non può passare sotto silenzio neppure 79 anni dopo. Anzi serve a rinfocolare un odio raffermo di cui il Paese reale non avverte alcun bisogno. La premier ha voluto stigmatizzare con una nota l’abnorme rappresaglia nazista (335 persone fucilate) all’attentato di via Rasella, dove qualche giorno prima i Gap (Gruppi azione patriottica) del Pci avevano fatto esplodere quattro bombe al passaggio di un plotone di reclute germaniche causando la morte di 33 tedeschi e di due civili italiani; fra loro c’era un ragazzino di 12 anni al quale nessuno fece in tempo a chiedere se fosse o no antifascista. Le parole di Meloni sembravano inequivocabili, ma non è stato così. Eccole. «La memoria dell’eccidio è da onorare, una strage che ha segnato una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale: 335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani. Spetta a tutti noi ricordare quei martiri e raccontare in particolare alle giovani generazioni cosa è successo in quel terribile 24 marzo 1944. La memoria non sia mai un puro esercizio di stile ma un dovere civico da esercitare ogni giorno». Non è bastato, mancava la parolina. E chi non ha potuto aggrapparsi a un Ignazio La Russa insolitamente levigato era nervoso. Il presidente del Senato ha sottolineato che le Fosse Ardeatine «sono una delle pagine più brutali e vergognose della nostra storia». Difficile trovare defaillances. Così la destinataria delle freccette ideologiche è diventata Meloni. Ecco la reazione dell’Anpi: «Non furono uccisi solo perché italiani, ma scelti in base a una selezione che colpiva gli antifascisti, i resistenti, gli oppositori politici, gli ebrei». Una mezza verità, poiché 15 di quei martiri furono rastrellati nell’immediato, dalle case vicine, senza chiedere loro patenti specifiche. Italiani, anche se dispiace.Nicola Fratoianni si strugge per l’assenza lessicale: «Un giorno o l’altro riuscirà a scrivere quella parola? Antifascista». Piero Fassino riesce a leggere dentro il termine «italiani» una revisione del fascismo. «La strage delle Fosse Ardeatine va ricordata a chi tenta di rivalutare il fascismo e occultare i suoi orrendi crimini». La grottesca reazione dei sacerdoti col fazzoletto rosso in servizio permanente costringe Meloni a replicare da Bruxelles: «Li ho definiti italiani. Perché, gli antifascisti non sono italiani? Mi pare sia onnicomprensivo».Difficile convincere chi ti chiede la patente democratica ogni mattina, come faceva Alberto Sordi vigile, e accusa gli altri dei propri vuoti di memoria. Ogni anno il 10 agosto a Milano viene ricordata la rappresaglia nazifascista di piazzale Loreto con 15 vittime partigiane, ma l’Anpi e la giunta rosso-green si dimenticano sistematicamente di nominare i sei civili (più 11 feriti) massacrati due giorni prima in viale Abruzzi dalle bombe dei Gap mentre erano in fila per il pane e il latte, motivo scatenante della reazione. Persone rimaste senza memoria per non turbare la narrazione del santo comunista. Erano vecchi, donne e bambini. Non si sa se antifascisti, di sicuro innocenti. E italiani.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)