2022-07-25
Anche i vescovi intonano il requiem: «Questa crisi la pagheranno i poveri»
Matteo Maria Zuppi (Ansa)
Per il cardinale Matteo Maria Zuppi, capo della Cei, la caduta del governo mette in pericolo «gli aiuti del Pnrr e le misure anti disuguaglianze». Un falso allarme in linea con l’elogio del «sacrificio del premier» di padre Francesco Occhetta.Non ha tutti i torti Massimo Giannini. Ieri il direttore della Stampa ha elencato i drammi che incombono sulla nazione: «L’inflazione è tornata ai livelli del 1978, oltre 6 milioni di persone vivono in povertà assoluta, 3,5 milioni di giovani non studiano e non lavorano». E ancora: ovviamente i prezzi crescono, abbiamo problemi a reperire energia, e siamo solo in estate. Dunque sì, Giannini ha disegnato un quadro spaventoso ma vero. Osservandolo, chi fosse dotato di un minimo di raziocinio si domanderebbe: ma chi ci ha messo in questa situazione? È sulla risposta a questa perniciosa domanda che si misura il grado di attendibilità delle nostre élite. I più rispondono che, se ci troviamo nelle pesti, è colpa dei «draghicidi», dei traditori e dei populisti. Piccolo problema: al governo, fino all’altro giorno, c’erano i migliori e Mario Draghi. Dunque il buon senso - se non la ragione ormai eclissata - imporrebbero una riflessione: non è che, se siamo messi male, almeno una parte della responsabilità ricade su ci ha governato? È sempre il solito cortocircuito: visto che con Draghi le cose vanno a rotoli, ci vuole più Draghi.Che lo sostenga il Partito democratico, in fondo, non sorprende. Stupisce un poco di più che a ribadirlo sia chi dovrebbe rivestire il ruolo di guida spirituale e morale della nazione, ad esempio il cardinale Matteo Maria Zuppi, fresco di nomina alla presidenza della Cei, che ieri ha concesso una lunghissima intervista proprio alla Stampa di Giannini. Al cardinale, la fine del governo proprio non va giù. A suo dire, «la caduta di Draghi penalizza i poveri». Incredibile! Noi eravamo convinti che a penalizzare le fasce più deboli fossero orrendi provvedimenti come il green pass, che privava del lavoro persone sane e incolpevoli, senza curarsi delle loro difficoltà economiche. Pensavamo che a danneggiare le famiglie meno abbienti fossero le difficoltà nel reperimento del gas, alimentate dal conflitto in Ucraina che il governo Draghi non ha esitato ad alimentare.Invece, grazie a Zuppi, scopriamo che i poveri avranno guai non a causa delle politiche draghiane, ma per la loro cessazione (esattamente ciò che suggeriva Giannini). «La crisi di governo rischia di bloccare gli aiuti economici in arrivo con il Pnrr», si dispera il cardinale. «Le misure contro fragilità e diseguaglianze sono urgenti, e invece rischiano di essere ancora rimandate, dato che i processi decisionali saranno di fatto paralizzati almeno fino all’autunno». Ci dispiace contraddire il cardinale, ma si tratta di una falsità grande come una casa. Il governo è ancora in carica e ha una montagna di deleghe per il disbrigo degli affari correnti, per di più si tratta di misure già saldamente posizionate sui binari, quindi non ci sarà alcuna ecatombe. A meno che l’esercizio della democrazia non sia considerato una iattura dai vescovi.Purtroppo, a giudicare da ciò che si sente in giro, fin troppi uomini di Chiesa sembrano pensarla proprio in questo modo. L’altro giorno la bufala sui poveri in difficoltà è stata rilanciata da monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita, il quale ha lanciato un accorato appello affinché Draghi proseguisse l’opera fino a fine mandato. A rincarare la dose, più di recente, ci si è messo pure l’immancabile gesuita, ovvero padre Francesco Occhetta, docente presso la Pontificia università Gregoriana, fondatore e direttore di Comunità di connessioni. In un fiammeggiante editoriale, costui ha scritto che «intorno all’agenda Draghi potrebbe rigenerarsi un riformismo di matrice degasperiana, europeista e atlantista, meritocratico e solidale, popolare e sussidiario, innovatore e ambientalista, cultore dei diritti e custode dei doveri, che sappia mettere al centro i temi del lavoro e dell’istruzione, dello sviluppo economico e della sostenibilità sociale e demografica e la tutela della dignità umana in tutte le sue forme». Addirittura. A quando una passeggiata sulle acque? Secondo Occhetta, «in questa ora della storia occorre essere forti e lucidi. […] La classe politica ha bisogno di nuove persone, moderate e competenti, capaci di liberare speranza e sogni. Questa scelta morale, in fondo, sarebbe il modo migliore per onorare il sacrificio di Mario Draghi».Capito? Qui c’è da onorare il sacrificio di Draghi, mica altro. E forse non è un caso che gli alti prelati si preoccupino più di questo che del sacrificio di Cristo, per lo più assente dai loro sermoni politicizzati. A tal proposito, merita un grande applauso il succitato Zuppi, perché da figura di primo piano della Chiesa cattolica è riuscito a nominare Cristo addirittura una volta, nella terzultima riga dell’intervista alla Stampa, giusto per ribadire che la parola di Gesù coincide con certi dettami sociali e politici. Del resto c’erano cose più importanti di cui preoccuparsi, tra cui appunto la fine del governo Draghi.In compenso, Zuppi è riuscito a rimanere totalmente silente sui cosiddetti temi etici. Ci si aspetterebbe che, in vista delle elezioni, la Chiesa dicesse la sua su questioni fondamentali quali l’aborto, il fine vita, l’ideologia anti umana basata sul gender, il rapporto problematico con la scienza. Tutti temi di primo piano di cui si discute nel mondo, e che rischiano davvero di cambiare i destini dell’umanità. Ma a quanto pare alle figure più in vista della gerarchia interessa altro. Non per nulla, Zuppi si premura di citare i «nuovi italiani» (riferimento nemmeno troppo velato allo ius scholae), si vede che i vecchi ormai li dà per persi, e chiama in causa con affetto l’Europa (cioè l’Ue), la stessa che è stata costruita recidendo le radici cristiane. Chissà, forse da chi ha abbracciato in toto il feticismo sanitario - come hanno fatto i vescovi- non dovremmo aspettarci molto di diverso.In ogni caso ci sentiamo di rincuorarli: se Draghi si è sacrificato, come ha detto il gesuita Occhetta, è anche vero che non è certo andato via. Sta ancora lì, a vigilare, è ancora tra noi assieme ai suoi ministri. E, pensate, non hanno avuto nemmeno bisogno di stare tre giorni nel sepolcro.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.