
Il vertice a Baku si apre domani all’insegna dell’allarmismo: «È l’anno più caldo di sempre». Panzane da cui Donald Trump starà alla larga.Otto anni fa, il primo mercoledì di novembre del 2016, mi risvegliai a Marrakech, dove avevo alcuni eventi alla Cop22. Quel mattino, successivo al primo martedì di novembre, giorno in cui ogni quattro anni gli americani vanno a votare, tutti si attendevano l’elezione di Hillary Clinton come presidente degli Stati Uniti. Ma già all’alba si intuì che la gioiosa macchina da guerra contro il cambiamento climatico aveva incontrato un granellone di sabbia nel suo ingranaggio. Donald Trump aveva vinto, e tra le sue prime decisioni ci sarebbe stata l’uscita degli Usa dagli accordi sul clima, togliendo così molto senso a qualunque accordo internazionale. Ma i tempi della diplomazia e della burocrazia dei grandi baracconi internazionali non sono molto diversi da quelli italiani e così, all’avvento di Joe Biden nel 2020, gli Usa rientrarono dalla finestra. Nel suo primo giorno da presidente, Joe Biden firmò un ordine esecutivo che annullava le disposizioni di Trump sul ritiro Usa dall’intesa sulla riduzione delle emissioni di gas serra, siglata a Parigi nel 2015.Oggi ci risiamo, l’unica differenza è che l’avvio della Cop29 a Baku è disallineato di qualche giorno rispetto all’elezione di Trump alla Casa Bianca, e quindi le lacrime nel baraccone saranno probabilmente già state versate nei giorni precedenti l’avvio della conferenza delle parti. Ma il circo non molla la presa; nei giorni scorsi si è data grande enfasi al fatto che il 2024 risulterebbe essere l’anno più caldo di sempre. Poi se si andava ad approfondire la notizia, in piccolo e tra le righe degli articoli, si leggeva «l’anno più caldo dall’era pre industriale», che come sappiamo viene fatta terminare intorno al 1760 con la prima macchina a vapore. La seconda rivoluzione industriale, reale avvio di un modello a maggiore impatto sull’ambiente viene fatta partire nel 1870 con l’introduzione dell’elettricità e dei prodotti chimici. Questa data coincide sostanzialmente con l’avvio delle rilevazioni delle temperature con metodi «scientifici», avvenuta nel 1880, primo anno in cui abbiamo dati affidabili sulle temperature medie in tutto il mondo. Quando si dice anno più caldo di sempre si dice anno più caldo dal 1880, quindi si fa riferimento a un periodo temporale che in termini climatici è il niente.Ma questa è la comunicazione, la stessa che raccontava del vantaggio di Kamala Harris su Trump, la stessa che ha raccontato una enormità di panzane durante la pandemia, la stessa che raccontava del crollo della Russia per le sanzioni nel giro di poche settimane, eccetera… Si potrebbe andare avanti per pagine intere, anzi sarebbe interessante chiedere all’intelligenza artificiale un elenco delle baggianate che l’informazione mainstream ci ha propinato negli ultimi 20 anni, così da avere un quadro sintetico.Ma i numeri e la verità non piacciono al circo della Cop, e così si rimuovono. Nessuno parla mai del periodo caldo medievale, una fase di riscaldamento tra gli anni 900 e 1250; in quel periodo, caratterizzato da un aumento delle temperature stimato intorno ai 2 gradi (dato da prendere con le molle visto che come abbiamo detto, fino al 1880 le temperature non avevano un sistema di rilevazione affidabile), i vichinghi approfittarono della diminuzione dei ghiacci artici espandendo i loro domini e in gran parte dell’Europa sono stati osservati miglioramenti nella produzione agricola, con aumenti della produttività e nuove colture. Intorno a quegli anni sono nati molti insediamenti in aree montane prima inabitabili per il freddo, e oggi, con lo scioglimento dei ghiacciai, si ritrovano tracce di alberi di grandi dimensioni che in quell’epoca avevano condizioni per poter sopravvivere.Riportare questi dati e fare questa breve cronistoria di alcuni passaggi fondamentali sarebbe opportuno quando si parla di clima, ma alla Cop non si possono avere dubbi, pena essere tacciato di negazionismo, fascismo e delle peggiori nefandezze trumpiane. Forse tra 1.000 anni si parlerà di questo periodo come del periodo della rivoluzione idiota.
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
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In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.






