2021-09-11
Illegali i 900 milioni dati ad Alitalia e pagheremo il rimborso dei biglietti
Manifestazione dei dipendenti Alitalia (Ansa)
La Commissione Ue dà l'ok alla nascita di Ita, ma impone di restituire soldi che la vecchia compagnia non ha. Buco e multa ricadranno sui contribuenti. L'esperto: «Con l'esborso per il nuovo vettore ci si comprava Af e Lh».La Commissione europea ieri è uscita allo scoperto su Alitalia: non c'è continuità economica con Ita e la nuova compagnia può decollare senza il peso dei 900 milioni prestati nel 2017 e giudicati dopo tre anni aiuti di Stato illegali, quindi da teoricamente da restituire. Soldi che la vecchia Alitalia non ha e che quindi usciranno dalle tasche dei contribuenti diventando debito maggiorato anche dalle multe che deriveranno dal non aver rispettato il diktat Ue. Il governo Draghi, dal canto suo, si è impegnato a non utilizzare più di 1,35 miliardi da iniettare nel capitale di Ita per i prossimi tre anni, di cui 700 milioni quest'anno. Nel frattempo, deflagra la protesta dei sindacati che ieri mattina hanno manifestato a Roma e poi sono stati ricevuti al Mef dal viceministro dell'Economia, Laura Castelli. Mentre la prossima settimana verrà attivato un tavolo al ministero del Lavoro. Ma procediamo con ordine e partiamo dall'Europa. Leggendo il documento diffuso ieri in mattinata dalla Commissione. «L'Italia ha dimostrato che esiste una chiara discontinuità tra Alitalia e la nuova compagnia aerea Ita», ha detto la vicepresidente Ue, Margrethe Vestager. «Due prestiti pubblici del valore complessivo di 900 milioni concessi dall'Italia ad Alitalia hanno conferito ad Alitalia un vantaggio sleale rispetto ai suoi concorrenti, in violazione delle norme Ue», ha spiegato sottolineando che l'Italia dovrà recuperare gli aiuti da Alitalia «per contribuire a ripristinare condizioni di parità nel settore europeo dell'aviazione». Dall'indagine dell'Antitrust Ue è emerso che, nel concedere i due prestiti ad Alitalia, «l'Italia non ha agito come avrebbe fatto un investitore privato», in quanto non ha valutato in anticipo la probabilità di rimborso dei prestiti, maggiorata degli interessi. Dalla valutazione dei rendiconti finanziari di Alitalia effettuata all'epoca dalla Commissione è emerso che era improbabile che la compagnia, «in perdita dal 2008», fosse in grado di generare una liquidità sufficiente per rimborsare i prestiti entro le scadenze previste e che essa non avrebbe potuto vendere le sue attività per raccogliere liquidità sufficiente per rimborsare il debito. Su tale base, la Commissione ha concluso che all'epoca nessun investitore privato avrebbe concesso i prestiti alla compagnia e che i due prestiti costituivano aiuti di Stato ai sensi delle norme comunitarie. Manca all'appello un'altra decisione: la Commissione Ue deve ancora stabilire se gli ulteriori aiuti ottenuti da Alitalia nel 2019 e di un ammontare pari a 400 milioni di euro siano o meno illegali. «Questa indagine è in corso», ha detto la Vestager, «e ci aspettiamo di essere in grado di adottare a breve una decisione finale».Quanto alla nuova Ita, «avrà un perimetro di attività notevolmente ridotto e gestirà meno della metà della flotta di aeromobili di Alitalia, concentrandosi sulle rotte redditizie e abbandonando quelle in perdita», scrive la Commissione europea. «L'Italia», aggiunge Bruxelles, «si è inoltre impegnata a utilizzare solo un numero di slot di decollo e atterraggio di Alitalia commisurato alla capacità di volo di Ita». Non solo. «Ita non si farà carico dei biglietti prepagati che i passeggeri hanno già acquistato da Alitalia» e «per evitare un impatto negativo sui passeggeri e garantirne la protezione, l'Italia ha accettato di rimborsare i biglietti prepagati che Alitalia non avrà onorato al momento della cessazione delle sue attività». Per quanto riguarda il programma di fidelizzazione MilleMiglia, «sarà venduto» con «una gara aperta, trasparente, non discriminatoria e incondizionata, alla quale Ita non potrà partecipare, in modo da impedire il trasferimento diretto di clienti tra le due società». Il brand Alitalia sarà inoltre «ceduto al miglior offerente mediante gara aperta, trasparente, non discriminatoria e incondizionata, cui Ita potrà partecipare in concorrenza con altri». Sul fronte del personale, Ita «assumerà un numero notevolmente ridotto di personale proveniente dal mercato, Alitalia compresa, ma con un nuovo contratto di lavoro conforme alle condizioni del mercato».Al danno, si aggiunge anche la beffa. Secondo l'analisi di Ugo Arrivo, economista esperto di trasporti, i 7,5 miliardi necessari per l'operazione Ita al posto di Alitalia sono più del valore di Borsa ai prezzi attuali di Lufthansa e di Air France-Klm. Tradotto: con i miliardi del contribuente per far nascere la nuova compagnia (sommando prestiti ad Alitalia, costi sugli esuberi e patrimonializzazione Ita) ci si poteva comprare Lufthansa e Air France insieme. Ora ci ritroviamo invece con una piccola compagnia (circa un terzo della vecchia compagnia di bandiera) che deve fare i conti con un mercato post Covid fortemente competitivo. E con le barricate dei sindacati. Ieri i lavoratori Alitalia hanno riempito piazza San Silvestro a Roma per una nuova protesta indetta da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl dopo il mancato accordo con Ita sulle assunzioni nella nuova compagnia puntando il dito soprattutto sul tentativo di procedere con contratti che non sono in linea con quello nazionale, come previsto dal dl Rilancio, ma con accordi e regolamenti aziendali che prevedono stipendi ridotti di almeno il 40 per cento. Nel pomeriggio i sindacati sono stati poi ricevuti dalla viceministra Castelli al Mef che «si è attivato per avviare due tavoli di confronto distinti ma paralleli presso Ita e presso il ministero Lavoro che si terranno a partire dai primi giorni della prossima settimana».
Cristian Murianni-Davide Croatto-Andrea Carulli