2023-11-23
Il maschio è in declino, serve più orgoglio
Alessandro Amadori (Imagoeconomica)
Secondo il sociologo Alessandro Amadori, un’esigua minoranza non riesce a ridefinire il proprio ruolo e si abbandona a sfoghi brutali e criminali. «Ma noi dobbiamo mostrare la consapevolezza dell’essere uomini e avere un rapporto sano con la forza».Negli ultimi giorni è diventato indispensabile utilizzare un pizzico di prudenza in più. Occorre prestare molta attenzione a ciò che si dice, tenere la testa e le orecchie basse, premurarsi di avere il capo ben coperto di cenere prima di uscire di casa. Da noi - da noi maschi - si pretendono scuse e atti di contrizione. Tocca inginocchiarsi al cospetto del Tribunale Femminista e ammettere di essere sbagliati e storti, violenti e infami. Qualcuno dice che non possiamo essere altro che questo: stupratori, molestatori e assassini. È colpa di qualcosa che abbiamo dentro, di una sorta di essenza maschile che - quando si presenta in grandi quantità - produce morte e distruzione. Altri, invece, teorizzano che il maschio è all’angolo, quindi è infuriato e morde per paura e per reazione. Lo ha scritto, pur con qualche sfumatura in più, Maurizio Maggiani ieri sulla Stampa: «I maschi si arrendano, il loro potere è finito».Secondo lo scrittore, oggi il patriarcato è pericoloso perché deve fare i conti con l’impotenza e perché trova sulla sua strada «la forza sempre cosciente e più vivida delle femmine. Non hanno bisogno di essere difese e nutrite, sanno cavarsela benone da sole. Il racconto del patriarcato», conclude Maggiani, «è al suo ultimo capitolo. E la mascolinità un carattere recessivo della specie umana».Chissà: può davvero darsi che l’era degli ultimi sia giunta al termine e in effetti i dati sulla natalità non fanno ben sperare. Tuttavia, riguardo al potere maschile, viene da porsi qualche domanda in più. Tanto per cominciare, c’è da domandarsi dove esso alligni. Quanto potere hanno, realmente, gli uomini (e sono migliaia, milioni) che ogni santa mattina si alzano per svolgere lavori sfiancanti e malpagati? Dove e come esercitano comando e sopraffazione le legioni di muratori, carpentieri, operai, traslocatori, manovali, agricoltori e via faticando che reggono nell’ombra la civiltà occidentale goccia di sudore dopo goccia di sudore? Sono loro a comandare? Oppure, forse, il potere sta nelle mani di pochi uomini (e donne) che compongono una ristrettissima élite e sottomettono ambo i sessi? Sono domande destinate a restare senza risposta esaustiva perché, appunto, dei maschi, oggi, non si può parlar bene. La loro forza - che pure fa comodo quando si tratta di adoperarla a poco prezzo a beneficio di tutti - è divenuta sinonimo di violenza. La loro solidità è spacciata per ottusità. Se proteggono, sono ridicoli. Se si spendono, sono comunque inutili. A loro non è concesso parlare, a meno che non aprano bocca per scusarsi di crimini commessi da una piccola e patologica minoranza.È emblematico, a tale proposito, quanto accaduto al sociologo Alessandro Amadori. È finito sulle prime pagine dei giornali, trattato come un perfido maschilista; qualcuno ha persino invocato le sue dimissioni. E perché mai? Perché ha scritto un paio di libri in cui spiega che esiste anche una aggressività femminile.Chi scrive conosce Amadori da tempo e conosce molto bene i suoi scritti. Anzi, a dirla tutta ne condivide il contenuto e pensa che siano approfonditi e saggi e meritevoli di larga diffusione. Per altro, il sociologo queste ricerche le porta avanti da anni e su queste pagine abbiamo avuto occasione di darne conto. Però, guarda caso, i grandi giornali le scoprono ora e le utilizzano quale emblema dell’orrore patriarcale. Con tutta evidenza, chi ne parla a sproposito oggi non ha letto le opere di Amadori, e non conosce il suo pensiero, che è fin troppo moderato.Quando gli abbiamo chiesto di sintetizzarlo, ci ha risposto che è in corso effettivamente una guerra dei sessi. «È una iperbole ma fino a un certo punto perché purtroppo, sul campo, ci sono anche morti e feriti e sono soprattutto donne», ci ha detto. «Da tempo i due immaginari, quello maschile e quello femminile, si sono distanziati. Questa separazione è dipesa anche dalla difficoltà dei maschi a ridefinire il loro ruolo nel XXI secolo. Il maschile viene immaginato in posizione declinante, per di più in un mondo che rimette in discussione e addirittura demolisce alcuni grandi concetti fondamentali. Dunque il maschile, che era già debole di suo, è stato ancora più indebolito. Da un lato questo ha portato alcuni uomini, una minoranza, a reazioni brutali e criminali come il femminicidio e, dall’altro, ha portato una minoranza dell’universo femminile ad assumere un atteggiamento quasi di svalutazione dell’uomo».Secondo Amadori, esiste «una aggressività femminile diversa da quella maschile. Non è fisica, non è omicidiaria, ma esiste. Ed è quello che ho provato a dimostrare nel mio libro raccogliendo dei dati. C’è un problema serio maschile, come no, ma c’è anche un crescente irrigidimento in una parte dell’immaginario femminile. Il risultato è che oggi i maschi vengono fatti passare come se fossero tutti minus habentes. Dobbiamo disinnescare questo meccanismo».Che esistano donne aggressive e «cattive» non è certo una novità e ricordarlo non è un crimine. «Ci sono anche donne che fanno il male per piacere di farlo. Sono più rare rispetto ai maschi dello stesso tipo ma ci sono», prosegue Amadori. «L’aggressività, in natura, è funzionale a un obiettivo. Il male scaturisce quando l’aggressività è fine a sé stessa e viene espressa per il piacere di farlo, come in un gioco di potere. Ebbene, questo meccanismo del gioco di potere è studiatissimo nei maschi, sappiamo che c’è e rappresenta un grosso problema. Ma non è assente nelle donne. Forse dovremmo renderci conto che abbiamo un problema con l’aggressività in quanto genere umano. Lo scopo dei miei libri è proprio quello di far nascere nuove alleanze, di creare un nuovo patto fra generazioni e fra generi».In fondo, la tesi di Amadori non è poi così tanto diversa da quella espressa da Maurizio Maggiani, anche se l’approdo è del tutto differente. A suo dire, gli episodi di violenza nascono dall’indebolimento del maschile e dalla mancanza di un «maschile aggiornato». Essi rappresentano una «risposta primitiva e criminale che nasconde un problema innanzitutto di identità di genere. Noi uomini dobbiamo fare un lavoro di ridefinizione, dobbiamo tornare a essere orgogliosi di essere uomini e avere un rapporto sano con la forza, consapevoli che essere forti davvero significa proteggere e non distruggere».Vi sembrano concetti deliranti? Eppure è in virtù di tesi come queste che Amadori viene indicato come una specie di alfiere dell’oppressione delle donne. La sua colpa è quella di ostinarsi a trovare qualcosa di positivo nella mascolinità. Perché parlare bene dei maschi, oggi, non è concesso: la moda è quella di sputare sulle braccia che ci sorreggono.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.