2023-08-02
Alberi, a Milano il delitto perfetto
Chiudere i parchi e abbattere. Ecco la soluzione trovata dal sindaco «green» dopo il nubifragio. È più semplice puntare sulla paura che investire sulla cura del verde.A Milano si sta compiendo il delitto perfetto; la capitale woke sta facendo un ulteriore salto di qualità, complice il nubifragio di qualche giorno fa.La decisione di chiudere i parchi per tutto il mese di agosto è infatti uno straordinario assist alla politica fondata sulla paura; l’ordinanza dice inoltre che in caso di piogge forti è vietato stare sotto gli alberi. È noto infatti che ci vuole una ordinanza del Comune, che si considera il più illuminato d’Italia, per non stare sotto gli alberi in caso di temporale, ma probabilmente oggi il Comune, come peraltro già fatto dal Corriere della Sera, predisporrà un decalogo di regole idiote da seguire in caso di temporale. Mi aspetto una app «A Milano piove» che illustri nel dettaglio cosa fare e cosa non fare in caso di pioggia.Ma si sa, siamo nell’epoca dell’ebollizione del pianeta e l’ecoansia divampa tra i cittadini; temo o meglio spero che stavolta il giochino funzioni meno che in epoca di pandemia, ma le premesse ci sono tutte per ripetere lo stesso schema. E perché a Milano si sta compiendo il delitto perfetto? Perché il messaggio che il Comune sta facendo passare è che gli alberi sono una minaccia, un rischio per la vita dei cittadini, possono cadere e uccidere. Cosa fare allora? Meglio abbatterli e sostituirli con piantine innocue o papaveri lussureggianti che colorino Milano rendendola green e un po’ rossa nel caso dei papaveri.Ma anche un bambino sapeva (usare «sa» non è più scontato) che l’albero assorbe l’anidride carbonica e produce ossigeno. I grandi alberi svolgono un vero e proprio lavoro di purificazione dell’aria e più alberi saremo in grado di piantare e più la quantità di anidride carbonica si ridurrà naturalmente.E la CO2 come si sa è la fonte presunta di tutte le disgrazie dell’umanità, e in special modo di tutte le disgrazie italiane; ma piantare alberi, e soprattutto bagnarli ed evitare che muoiano dopo pochi mesi, richiede fatica, dedizione e una cultura della natura che a Milano è totalmente assente. Per decarbonizzare la città è necessario togliere le auto e spingere i cittadini a essere parsimoniosi e sostenibili.Sempre quelli devono essere sostenibili, i poveretti che magari in agosto avrebbero speso qualche ora al parco alla ricerca di un minimo di serenità, non potendo permettersi le vacanze o dovendo rimanere in città per mille motivi, di salute o di lavoro ad esempio. Ma queste sono le fasce deboli, le famose fasce deboli di cui ci si riempie la bocca, e Milano ormai non consente più le fasce deboli, a Milano i boschi sono verticali, la città è sempre avanti, ma talmente avanti che rischia di finire nel baratro, creando una enclave di ricchi con seconde e terze case dove passare il tempo libero. E i poveri? All’ombra del bosco verticale, o se ne vadano nell’hinterland, vengano a Milano a lavorare, è già un grande onore lavorare nella «piccola mela» italiana, avanguardia della transizione ecologica e digitale.Con la scusa della sicurezza si abbatterà una enorme quantità di alberi sani, nessuno si assume il rischio di incidenti, in un Paese dove un preside è stato indagato perché un alunno si è chiuso il dito in una porta. D’altra parte non può che andare in questa direzione.Milano come sempre è all’avanguardia, anticipa i trend della società; e in una società fondata sulla paura si dimostrerà ancora una volta la prima della classe.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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