2022-11-08
Incontro del disgelo tra Meloni e Al Sisi. Su Libia e immigrati si torna a trattare
Giorgia meloni e Abdel Fattah Al Sisi (Ansa)
Il premier conferma attenzione al caso Regeni. Colloqui a due con Germania, Inghilterra, Algeria e Israele. Sintonia con l’Onu.Il faccia a faccia tra Giorgia Meloni e il presidente egiziano, Abdel Fattah Al Sisi, alla fine c’è stato. Ed è durato un’ora e un quarto. L’incontro tenuto a margine del vertice sul clima Cop 27 di Sharm el Sheikh è servito per riannodare i fili della diplomazia sui dossier più caldi tra i due Paesi: l’approvvigionamento energetico, le fonti rinnovabili ma anche l’immigrazione e il tema del rispetto dei diritti umani sollevato da Meloni. Sottolineando la «forte attenzione dell’Italia» sui casi di Giulio Regeni, il ricercatore friulano rapito, torturato e ucciso nel 2016 al Cairo (il governo italiano un anno fa si è costituito parte civile a Roma nel processo a carico degli agenti dei servizi egiziani), e Patrick Zaki, ha riferito una nota di Palazzo Chigi. Il comunicato stampa diffuso dalla parte egiziana conferma che nel colloquio Meloni-Al Sisi si è discusso «della cooperazione per ottenere verità e giustizia» sul caso Regeni ma non vi menziona invece Zaki, lo studente egiziano dell’università di Bologna, a lungo detenuto in carcere in Egitto e rilasciato lo scorso dicembre 2021, ancora sotto processo con l’accusa di aver diffuso «false notizie». La prossima udienza sul caso Zaki, peraltro, è stata fissata al 29 novembre.Questa Cop 27 verrà, dunque, ricordata forse più per questo lungo bilaterale con il leader egiziano che per la sessione plenaria sui temi del clima. La ripresa del dialogo tra i due Paesi passa in primo luogo attraverso il capitolo dell’energia e del gas, ma il presidente del Consiglio ha voluto ribadire che l’Italia non dimentica quanto accaduto al ricercatore. Secondo quanto riferito dalla presidenza egiziana, e rilanciato dall’agenzia Nova, nell’incontro tra i due leader si è parlato anche «degli ultimi sviluppi relativi alla sicurezza del Mediterraneo, in particolare il fascicolo libico», convenendo sulla necessità di lavorare per preservare l’unità e la sovranità della Libia, sostenere l’organizzazione di elezioni presidenziali e parlamentari, oltre a preservare le istituzioni nazionali libiche e rafforzare il ruolo delle autorità di sicurezza nella lotta al terrorismo. Sul dossier migranti, con gli egiziani primi per nazionalità dichiarata allo sbarco in Italia (ben 18.217 su 88.100 persone sbarcate al 7 novembre, secondo i dati del Viminale), Al Sisi ha ribadito la disponibilità dell’Egitto «a collaborare con le autorità del governo italiano nel contrasto al traffico di esseri umani», aggiunge la nota egiziana. Quanto alla sicurezza energetica, che è uno dei più importanti fili dell’alleanza tra Italia ed Egitto negli ultimi anni, soprattutto attraverso la partnership con Eni nel settore del gas naturale, si sarebbe ragionato sulla possibilità di studiare la realizzazione di un cavo elettrico sottomarino con l’Italia. Per l’approvvigionamento energetico dell’Italia è stato strategico anche il confronto avuto ieri da Meloni con Abdelmadjid Tebboune, presidente dell’Algeria che, per altro, a oggi è il primo fornitore di gas naturale del nostro Paese. A margine del vertice di Sharm, l’agenda di incontri bilaterali del presidente del Consiglio è stata fitta. Meloni ha avuto un faccia a faccia con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, che ha fatto seguito alla conversazione telefonica che i due avevano avuto il 28 ottobre. Al centro del confronto, energia e flussi migratori. Tema caldissimo per le relazioni lungo l’asse Roma-Berlino considerando che la nave Humanity 1 batte bandiera tedesca (la posizione della Germania, al momento, sembra essere sempre quella di chiedere all’Italia di far scendere tutti i migranti dalla barca nel porto di Catania per poi parlare di redistribuzione). Bilaterale anche con il premier britannico, Rishi Sunak, («i leader hanno avuto discussioni positive su una serie di questioni e priorità quali il contrasto all’immigrazione clandestina e ai trafficanti di esseri umani», si legge in una nota di Downing Street), il presidente israeliano, Isaac Herzog, e anche il primo ministro della Repubblica d’Etiopia, Abiy Ahmed, con cui ha discusso delle opportunità di rafforzamento dei legami economici soprattutto in campo energetico. La premier ha infine incontrato il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, al quale Meloni ha confermato, si legge in una nota di Palazzo Chigi, «il pieno sostegno italiano alla mediazione dell’Onu in Libia». Intanto, nel suo intervento durante la sessione plenaria del vertice, Meloni ieri ha sottolineato che «l’ambiente richiede uno sforzo di tutti per ridurre i rischi della transizione». L’Italia, ha poi aggiunto, farà la sua parte e «rimane fortemente convinta dell’impegno sulla decarbonizzazione. Dobbiamo sviluppare energia diversificandola e in stretta collaborazione con i Paesi africani». Confermato, inoltre, l’impegno di ridurre del 55% le emissioni entro il 2030 e l’obiettivo emissioni zero entro il 2050.
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