Il processo Eni-Nigeria fa emergere lo scontro tra lo Stato e i fondi

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Il processo Eni-Nigeria fa emergere lo scontro tra lo Stato e i fondi
ANSA

Nuova udienza del processo sul giacimento nigeriano Opl-245, dove Claudio Descalzi è imputato per corruzione internazionale. Sul banco dei testimoni sfila Karina Litvack, consigliere indipendente, espressione dei fondi d'investimento che detengono la maggioranza delle quote flottanti. «Non fu verbalizzata una mia domanda su una società che era stata imposta a Eni dal governo del Congo». La manager venne estromessa dal Comitato Controllo rischi dopo le indagini della procura di Siracusa sul presunto complotto contro l'amministratore delegato e reintegrata nel 2017 dopo che la sua posizione fu archiviata. Durante il consiglio di amministrazione del 30 luglio del 2014 Claudio Descalzi avrebbe minacciato le dimissioni dopo una nota inviata al board dall'ex consigliere Luigi Zingales.

Gli Elkann ora la sparano grossa. Innocenti ma sganciano 175 milioni
John Elkann (Ansa). Nel riquadro la copertina del libro di Mario Giordano «Dynasty»
A leggere il loro comunicato, più che contribuenti sono benefattori dell’erario che, ciclicamente, versano cifre astronomiche allo Stato. Come il miliardo sborsato per chiudere la vertenza sul «trasloco» in Olanda.
Cresce il fronte contro le tasse di Ursula
Ursula von der Leyen (Ansa)
  • La Commissione deve spiegare come intende finanziare il bilancio 2028-2034. Le entrate arriverebbero da rincari delle sigarette, aumento dell’Iva, balzelli green e imposte sulle società. Previste sforbiciate ai fondi di coesione. Ma il blocco del «no» è ampio.
  • I trattori tornano a Bruxelles: domani attesi in 40.000. Ci sarà la Coldiretti, che pensa anche ad altre iniziative.

Lo speciale contiene due articoli.

Il commissario Sefcovic ammette: «Eravamo vicini a un accordo». Fare la voce grossa ha rovinato tutto. L’Europa (divisa) per ora individua ritorsioni per 72 miliardi.
Il «Corriere» censura il Ministro
Alessandro Giuli (Imagoeconomica)
Galli della Loggia attacca in prima pagina la politica culturale della destra. Giuli chiede di replicare: gli offrono un’intervista però non la pubblicano. «Non gli è piaciuta la mia risposta alla domanda sul professore. Poi dicono che gli illiberali siamo noi».
Le Firme

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