2020-05-28
Al «Corriere» i primi punti nella causa con Blackstone
L'arbitrato per la sede di via Solferino si terrà in Italia ma il contratto non viene invalidato. Arriva Carlo Verdelli, cacciato da «Repubblica».«Partigiani si nasce, e non si smette di esserlo». Carlo Verdelli aveva salutato così a fine aprile i lettori di Repubblica sul sito, con un editoriale di addio nel giorno della decisione del cda di nominare al suo posto Maurizio Molinari. A poco più di un mese, ecco la nuova destinazione: Il Corriere della Sera ieri ha infatti annunciato il ritorno di Verdelli tra le grandi firme del quotidiano. Già in passato aveva ricoperto importanti ruoli nel gruppo Rcs, prima come vicedirettore del Corriere della Sera e direttore di Sette e, successivamente, in qualità di direttore della Gazzetta dello Sport, e ora riprenderà la storica collaborazione con il quotidiano di via Solferino, dove firmerà a partire dal 1° giugno. Ma le novità, al Corriere, non riguardano solo le porte girevoli dei giornalisti. Va, infatti, avanti l'arbitrato tra Rcs e Blackstone. Il contenzioso relativo all'operazione che nel 2013 ha portato alla vendita e contestuale locazione del complesso immobiliare di via Solferino è arrivato in Camera arbitrale e martedì scorso il tribunale ha pronunciato «un lodo parziale e non definitivo, e di contestuale ordinanza istruttoria», rende noto il gruppo editoriale. Il tribunale arbitrale «ha affermato la propria competenza a decidere sulle domande di Rcs (incluse quelle risarcitorie), respingendo tutte le relative eccezioni pregiudiziali e preliminari sollevate dall'acquirente; ha escluso l'invalidità dei contratti con cui è stata conclusa l'operazione; ha rilevato che il comportamento dell'acquirente potrebbe dare luogo al risarcimento del danno in favore di Rcs, e a tal fine ha disposto due consulenze tecniche».Il lodo parla chiaro: gli arbitri sono competenti, l'arbitrato va avanti, ci sarà perizia sugli immobili e Blackstone rischia un risarcimento. I pareri ora dovranno «accertare le condizioni in cui si trovava Rcs nel 2013, nonché il valore di mercato dell'immobile, tenuto conto, fra l'altro, di tutte le condizioni dell'operazione». La decisione del tribunale arbitrale conferma che l'arbitrato in Italia è la sede competente a decidere la controversia tra le parti, e ciò diversamente da quanto sostenuto dall'acquirente e dai fondi Blackstone, anche nella causa intentata presso la Supreme court dello Stato di New York.«Siamo lieti che in questa sentenza, gli arbitri abbiano respinto la stragrande maggioranza delle richieste di Rcs e abbiano confermato la validità del contratto in cui Rcs ha venduto l'edificio nel 2013», ha commentato un portavoce di Blackstone. «Questa vendita è avvenuta a seguito di un processo di asta lungo tutto l'anno e completamente trasparente , è stato approvato dal consiglio di amministrazione e dai revisori dei conti di Rcs ed è stato supportato da una delle principali banche italiane», ribadisce e conclude. «Blackstone continuerà inoltre a chiedere un risarcimento per i danni significativi e crescenti causati da Rcs».Intanto, però, la pronuncia da parte del tribunale arbitrale, pur escludendo l'invalidità del contratto di acquisto dell'immobile di via Solferino, ha stabilito due principi di fondamentale importanza in favore di Rcs: il primo, che il gruppo potrebbe aver diritto a un risarcimento: la sua azione non è quindi un «atto estorsivo», come dichiarato da esponenti della controparte, ma è meritevole di ulteriore approfondimento. Il secondo, che l'arbitrato in Italia è la sede competente a decidere la controversia fra le parti.