2020-10-26
Aero Club, Leoni sceglie Miniscalco rischiando di bruciarlo
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Non c'è pace all'Aero Club d'Italia (AeCI). Dopo il ritorno dell'ex senatore verde Giuseppe Leoni sulla sedia da presidente, serviva un nuovo direttore generale, tradizionalmente - ma non legalmente - da scegliere per forza tra le file dei generali neo pensionati dell'Aeronautica Militare. E nonostante il no del Capo di Stato Maggiore, generale Alberto Rosso, ecco che nella palazzina di via Cesare Beccaria arriva il generale Gianpaolo Miniscalco che il 20 luglio scorso aveva cessato il suo servizio per raggiunti limiti d'età, ovvero 61 anni.Nessun dubbio sulle capacità aeronautiche di Miniscalco, il problema dei generali come direttori dell'Aero Club d'Italia è invece quello di vedersi catapultati in un mondo non più fatto di jet e missili ma di deltaplani, parapendio e ultraleggeri, che se meno letali non sono affatto più semplici da gestire, a cominciare dall'organizzare la partecipazione delle squadre italiane ai campionati aeronautici internazionali per finire con l'organizzazione dei corsi di addestramento per gli istruttori, fino alla certificazione delle scuole di volo ultraleggero. E poi, ma qui il generale calza a pennello, ci sono gli airshow da coordinare. Infatti Miniscalco è stato comandante delle Frecce Tricolori e per questo di esibizioni se ne intende, semmai i più grandi ostacoli al suo poter «fare bene» sono attorno a lui proprio dentro la sede dell'AeCI. In primo luogo ha un contratto di un anno, tempo appena sufficiente per capire il mondo aerosportivo. Secondo, da persona intraprendente e abituata a poter prendere decisioni complesse, rimanere nei troppi paletti in cui versa l'ente aeronautico più antico d'Italia potrebbe non essere facile.Il momento storico è infatti pessimo: gli aeroclub aggregati e una fetta di quelli federati hanno chiesto a Leoni la sospensione delle quote federali per poter fronteggiare senza fallire le ripercussioni della pandemia sulle attività, specialmente per quanto riguarda le scuole di volo, mentre Leoni sblocca la somma di oltre 30.000 euro destinata a una dipendente dell'AeCI, magari anche meritata ma fermata dal Commissario straordinario che era subentrato a lui nel momento in cui Leoni ebbe guai giudiziari e, per quello, aveva dovuto lasciare il posto. Insomma spende soldi quando gli introiti rischiano di mancare.Sulla nomina di Miniscalco ci sono due stonature: la prima è il no dell'Arma Azzurra, che però non controlla i suoi pensionati, la seconda è il bando di concorso per il posto di direttore generale, scritto con una durata di meno di venti giorni e con paletti tanto selettivi da limitare le candidature, finanche a orientarle verso la solita nomina di un generale.Tra le matasse che Miniscalco dovrà sbrogliare, una è quella della gestione della flotta ultraleggera nazionale, circa 15.000 aeroplanetti registrati dei quali è impossibile sapere quanti siano effettivamente volanti. Durante il doppio commissariamento di AeCI è accaduto che l'Europa ha approvato e reso operativo un nuovo regolamento basico per l'aviazione civile (CE1139/2018) nel quale a gestire i mezzi volanti con peso massimo al decollo entro i 600 chilogrammi sono le autorità nazionali, quindi Enac, e non quella europea Easa. Enac su questo fronte ha dormito per due anni, esercitando la sua facoltà di assenso a gestirli per l'Italia (procedura di optout) soltanto nel settembre scorso. Ma l'attuale legge italiana su questa categoria di aeroplani indica un peso massimo al decollo di 472,5 chilogrammi e ne delega la gestione proprio all'Aero Club d'Italia. Quindi Enac si è riservata di scrivere un regolamento tecnico per i mezzi volanti con peso incrementato a 600 chilogrammi entro marzo 2021, ma ovviamente non si è ancora pronunciata sul fatto di poterli dare in gestione dall'ente diretto da Miniscalco. Peraltro per poterlo fare si dovrà modificare il quadro normativo dei compiti assegnati ad AeCI dal Ministero dei Trasporti, ovvero la legge 106/1985 e il Dpr 133/2010. Su questo fronte pesa anche un giudizio non proprio lusinghiero sull'operato di AeCI da parte dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv), che ha recentemente dovuto intervenire con diverse inchieste su incidenti accaduti a ultraleggeri gestiti sotto AeCI.Dietro questa piccola rivoluzione che sta per verificarsi ci sono una quarantina di aziende aeronautiche nazionali che esportano nel mondo prodotti di alta qualità e che sottopongono i loro progetti a norme di certificazione nazionali, sovente quella tedesca applicata dal Dulv, oppure quella americana della Faa denominata Light Sport Aircraft. Da parte loro, i costruttori vorrebbero quindi una norma quanto più simile a una di quelle esistenti, in modo da poter contenere i costi di certificazione e offrire anche sul mercato interno questi mezzi senza doverli modificare.E poi, ben oltre queste contingenze, c'è l'intera funzione pubblicistica dell'AeCI da rimettere in moto, ovvero la divulgazione della cultura aeronautica nel Paese, magari a partire dalle scuole primarie come accadeva prima che Leoni facesse dell'ente il suo regno. Per questo motivo piloti e operatori del settore aerosportivo temono che le capacità del generale possano essere limitate dalla vecchia politica «dell'eterno presidente» che siede allo scranno di via Beccaria dal 2002.