2025-02-27
Achtung, la Ue si fa la milizia privata
Ursula von der Leyen (Getty Images)
Non è chiaro chi comanderebbe l’esercito, né chi fornirebbe le armi. Problemi non da poco anche con le varie Costituzioni (la nostra ripudia la guerra). E c’è il rischio che le forze armate siano usate come forze di polizia. Secondo i dettami del Manifesto di Ventotene.L’Europa parte dal fondo e, come le è già capitato in passato con le regole di Maastricht e con la Banca centrale, parte male. Il fondo in questione sarebbe l’esercito. Non avendo un governo e neppure una Costituzione a tracciare le regole basilari della cooperazione fra 27 Stati e 450 milioni di persone, l’Unione sta decidendo di dotarsi di forze armate proprie, che in caso di aggressione la possano difendere. Forse, ripensando alla frase attribuita ad Henry Kissinger («L’Europa è un gigante economico, un nano politico e un verme militare») e non essendo più un colosso industriale, qualcuno nella Ue crede di poter riequilibrare le sorti schierando le truppe, ma il problema, al di là delle difficoltà di integrare un esercito con leggi, formazione e armamenti diversi, resta quello basilare, che riguarda sia l’economia che la politica: chi guida?Se si prendono le Costituzioni dei principali Paesi non è chiaro. Da noi il comandante supremo è il capo dello Stato, ovvero Sergio Mattarella. In Francia comanda Emmanuel Macron. In Germania l’esercito è alle dirette dipendenze del cancelliere, che in questo caso è ancora per poco Olaf Scholz. Insomma, ogni Stato ha le sue regole, non solo d’ingaggio, ma anche gerarchiche. Nel caso dunque si dovesse dar vita a truppe dell’Unione, chi vi sarà a capo? Certo, si può fare come con la Nato, dove ci sono un segretario e poi un’assemblea generale con i vertici militari che cambiano a turno. Ma siccome se c’è una guerra non si può di sicuro tenere una plenaria per decidere come agire e neppure si possono aspettare i tempi delle riunioni politiche di 30 Paesi, a chi sarà affidato il compito di comandare l’esercito della Ue? Matteo Salvini, scherzando, ha detto che se a guidarle fosse Ursula von der Leyen le truppe verrebbero sbaragliate in venti minuti, ma considerando che la signora ai tempi di Angela Merkel è stata per tre anni ministro della Difesa, se al suo posto ci fosse qualcun altro potrebbe anche andare peggio. Il tema di chi comanda è importante se si devono prendere delle decisioni in materie complicate come le scelte politiche o economiche, ma sul fronte militare è determinante. La lentezza con cui la Ue affronta ogni questione (basta vedere come si sta muovendo sull’immigrazione, dove da mesi non riesce a partorire uno straccio di documento che stabilisca quali sono i Paesi sicuri e quali migranti si possono rispedire a casa senza rischiare che un pierino con la toga si alzi e dica che non si può fare) sarebbe catastrofica se ci fosse un conflitto. Già ai tempi delle sanzioni contro la Russia ci sono voluti quattro mesi per chiudere il rubinetto del gas. Provate a immaginare quanti ce ne vorrebbero per decidere le regole di ingaggio da adottare in caso di aggressione.E poi come la mettiamo con la nostra Costituzione? L’Italia ripudia la guerra e infatti, ogni volta che si devono spedire in terra straniera dei soldati, siamo costretti a chiamarle missioni di pace, aggirando la Carta su cui si fonda la nostra Repubblica. Quando si trattò di far decollare gli aerei per bombardare Belgrado, Massimo D’Alema e compagni (Mattarella era vicepresidente del Consiglio) si inventarono la barzelletta del supporto aereo, assicurando che non avremmo sparato un colpo. Con le armi all’Ucraina si è fatto altrettanto, nel senso che si è parlato di aiuti e di resistenza all’invasione, ma poi si sono chiusi gli occhi quando Kiev ha cominciato a colpire la Russia anche in profondità. Però almeno si è salvata l’apparenza, fingendo di rispettare l’articolo 11. Ma un esercito europeo che cosa sarà? Di difesa? E se fosse di offesa? Potrebbe essere usato anche dentro i confini dell’Unione, per esempio per sedare una rivolta o affrontare problemi di ordine pubblico? E in tal caso come si giustificherà l’intervento? Sicurezza nazionale? Tutela della democrazia? Sono domande banali ma molto attuali, soprattutto se si pensa che l’Europa, invece di costruire qualche cosa cominciando dalle fondamenta, parte dal tetto. Così è stato per la Bce, che infatti è nata monca. Così è per la politica estera, rappresentata da una signora, Kaja Kallas, che ieri a Washington è stata rimbalzata dal segretario di Stato americano. Così rischia di essere per l’esercito, a proposito del quale, sempre ieri, il ministro Guido Crosetto ha detto: le truppe non si inviano come un fax… E chi gli può dar torto?
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.