2020-07-31
A Treviso 129 stranieri contagiati. Il sindaco: «Faccio causa allo Stato»
Il sindaco di Treviso, Mario Conte (Facebook)
Dei nuovi positivi al virus, tantissimi vengono dall'estero. Il Viminale trasferisce gli sbarcati a Lampedusa in altre Regioni, e il Nord si ribella. La piemontese Augusta Montaruli: «Arrivano qui senza aver fatto i tamponi».«Da quasi 50 giorni la nostra città era Covid free e adesso...». E adesso a Treviso ci sono la bellezza di 129 positivi al coronavirus. Sono tutti immigrati, ospitati all'interno della Caserma Serena, il più grande centro profughi della provincia veneta. Il sindaco Mario Conte è giustamente infuriato: «Eravamo arrivati a zero positivi. Per raggiungere questo risultato abbiamo chiesto sacrifici enormi alla popolazione. I cittadini sono rimasti tutti i casa, hanno rispettato le norme di sicurezza, i gestori di locali si sono comportati benissimo, anche se sono stati molto danneggiati a livello di fatturato... E ora ci troviamo con un focolaio nel centro di accoglienza». Per altro, i positivi sono tutti asintomatici, e non è certo una bella notizia visto che dal centro i migranti possono uscire e circolare liberamente. O, almeno, hanno potuto farlo fino a quando non sono stati sottoposti al tampone. Adesso i positivi sono stati separati dagli altri e la Caserma Serena viene guardata a vista dalle forze dell'ordine. «Ci sono già stati tentativi di fuga», dice il sindaco. «Inoltre dobbiamo evitare che si sviluppino tensioni all'interno, come già accaduto circa un mese fa, quando gli stranieri hanno sequestrato il personale dell'autorità sanitaria locale che era entrato per fare controlli». Il problema, però, non è soltanto sanitario. Il sindaco Conte fa notare che la sua Treviso subisce anche un notevole danno di immagine: «Dopo tutto quello che abbiamo passato e dopo tutta la fatica che abbiamo fatto, finire su tutti i giornali come la città con più contagi non è certo una bella pubblicità», sospira. Ecco perché il primo cittadino trevigiano ha deciso di adire le vie legali. Ha contattato uno studio di fiducia e farà causa allo Stato che gli impone di ospitare gli stranieri. «I miei concittadini il conto l'hanno già pagato, adesso devono essere altri a pagare. Stiamo studiando la formula più adeguata, ma chiederemo comunque i danni di immagine, il rimborso delle spese per la sicurezza e la sanità».Il problema, purtroppo, non è limitato alla sola provincia veneta. Un po' ovunque in Italia i nuovi casi di coronavirus riguardano stranieri. In Liguria, su 13 nuovi positivi, 4 arrivano da fuori (2 dall'Albania e 2 dal Marocco). In Friuli Venezia Giulia nelle ultime 24 ore si sono contati 13 nuovi infetti, di cui 8 «d'importazione». Nella zona sono stati schierati ulteriori cento militari a presidio dei confini, ma la Lega locale fa notare che non sono sufficienti: «I continui nuovi arrivi di immigrati irregolari sul territorio di Gorizia», dice una nota del Carroccio, «sono ingestibili. I bivacchi lungo le sponde dell'Isonzo ormai sono nuovamente popolati da numerosi clandestini che vivono senza seguire alcuna norma per il contenimento del Covid. L'esecutivo nazionale chiuda i confini ai clandestini provenienti dalla rotta balcanica». Più a Sud non va molto meglio. In Lazio i nuovi casi sono 18, 6 di importazione. In Sicilia altri 39 casi, un aumento dovuto in gran parte ai migranti ospitati negli hotspot. Per quanto riguarda la Campania, il governatore Vincenzo De Luca ha spiegato ieri che «alcune decine di casi di contagi che abbiamo avuto da noi sono d'importazione: Bangladesh, Pakistan, Bulgaria, Romania, Serbia, Brasile». Significa che una bella fetta di nuovi positivi è straniera. Eppure non sembra che la situazioni preoccupi più di tanto il governo. La soluzione trovata dal Viminale, per ora, consiste nello spargere i migranti approdati a Lampedusa in altre Regioni italiane, a cominciare da Lazio, Molise, Toscana e Piemonte. Proprio in quest'ultima regione si è scatenata un'altra protesta. Il governatore Alberto Cirio ha fatto sapere che, di nuovi arrivi di migranti nel suo territorio, non ne vuole più sapere. Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d'Italia, descrive una situazione da brividi. «Per la seconda settimana di fila sono stati mandati in Piemonte stranieri provenienti dalla Sicilia, in particolare dall'hotspot di Agrigento. Il problema, ovviamente, non è la Sicilia, ma il fatto che gli sbarchi continuino. Qui ci vengono mandate persone che hanno fatto soltanto i test sierologici, mentre i tamponi sono a carico nostro». Insomma, vengono trasferiti stranieri potenzialmente infetti, che poi dovranno essere sottoposti a quarantena con tutte le difficoltà conseguenti. «Di recente», continua la Montaruli, «la Ragioneria generale dello Stato ha bloccato il bonus per medici e infermieri disposto da una legge regionale. In questo caso il governo si è completamente disinteressato del Piemonte, poi però ci viene a chiedere di prenderci i migranti, che dovranno essere assistiti anche dagli stessi medici e infermieri a cui è stato tolto il bonus. È assurdo». In effetti il quadro è più surreale di un Dalí. L'esecutivo prolunga lo stato di emergenza e pensa a cambiare i decreti sicurezza, la maggioranza si preoccupa di consegnare Salvini ai magistrati, e intanto gli arrivi di massa continuano, si registrano centinaia di nuovi positivi di origine straniera e si spargono potenziali infetti in giro per la Penisola. Tutto considerato, il sindaco di Treviso non ha avuto una brutta idea: per questo caos qualcuno deve pagare, e a farlo non possono essere sempre i comuni cittadini.