2025-01-22
A rischio 2000 dipendenti di Swissport per il contenzioso Adr
Ansa
Rischi occupazionali per gli oltre 2000 dipendenti di Swissport e impatti negativi sull’intera operatività dello scalo di Fiumicino. Potrebbero essere questi gli effetti della decisione del Consiglio di Stato attesa per domattina, se non verrà sospesa la recente ordinanza del Tar sulla gara indetta da Aeroporti di Roma ed Enac che ha escluso la società svizzera dalla gestione dei servizi di handling, nonostante si tratti del principale operatore dell’aeroporto romano con oltre il 50% delle operazioni allo scalo.
Oggetto specifico dell'udienza riguarderà l’ammissione o meno alla gara di Aviapartner, altro operatore del settore. Il Tar del Lazio aveva già accolto parzialmente il ricorso di Swissport, ma AdR ha già deciso non solo di confermare ma anche di accelerare il processo di avvicendamento degli operatori, completandolo entro il 5 febbraio, termine ultimo fissato da Enac pur trattandosi di una data precedente alla conclusione definitiva del contenzioso legale in corso, prevista per il 20 marzo 2025.
Le conseguenze di questa accelerazione si riflettono non solo sulle compagnie aeree, che devono rinegoziare contratti in tempi ristretti, ma anche sui lavoratori della società svizzera, che nel 2022 ha internalizzato circa 2400 dipendenti di Alitalia. Tali tempistiche non sembrano rispettare la clausola sociale prevista dal Contratto Collettivo Nazionale di Assohandler per garantire la continuità occupazionale e i dipendenti di Swissport si trovano così adesso in una situazione di precarietà, nella completa incertezza su chi sarà il loro datore di lavoro nei prossimi sette anni non essendo ancora state avviate le procedure di trasferimento.
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Potrebbero esserci queste ricadute se non verrà sospesa l'ordinanza del Tar sulla gara indetta da Aeroporti di Roma ed Enac che ha escluso la società svizzera dalla gestione dei servizi di handling.Potrebbero esserci queste ricadute se non verrà sospesa l'ordinanza del Tar sulla gara indetta da Aeroporti di Roma ed Enac che ha escluso la società svizzera dalla gestione dei servizi di handling.Rischi occupazionali per gli oltre 2000 dipendenti di Swissport e impatti negativi sull’intera operatività dello scalo di Fiumicino. Potrebbero essere questi gli effetti della decisione del Consiglio di Stato attesa per domattina, se non verrà sospesa la recente ordinanza del Tar sulla gara indetta da Aeroporti di Roma ed Enac che ha escluso la società svizzera dalla gestione dei servizi di handling, nonostante si tratti del principale operatore dell’aeroporto romano con oltre il 50% delle operazioni allo scalo. Oggetto specifico dell'udienza riguarderà l’ammissione o meno alla gara di Aviapartner, altro operatore del settore. Il Tar del Lazio aveva già accolto parzialmente il ricorso di Swissport, ma AdR ha già deciso non solo di confermare ma anche di accelerare il processo di avvicendamento degli operatori, completandolo entro il 5 febbraio, termine ultimo fissato da Enac pur trattandosi di una data precedente alla conclusione definitiva del contenzioso legale in corso, prevista per il 20 marzo 2025.Le conseguenze di questa accelerazione si riflettono non solo sulle compagnie aeree, che devono rinegoziare contratti in tempi ristretti, ma anche sui lavoratori della società svizzera, che nel 2022 ha internalizzato circa 2400 dipendenti di Alitalia. Tali tempistiche non sembrano rispettare la clausola sociale prevista dal Contratto Collettivo Nazionale di Assohandler per garantire la continuità occupazionale e i dipendenti di Swissport si trovano così adesso in una situazione di precarietà, nella completa incertezza su chi sarà il loro datore di lavoro nei prossimi sette anni non essendo ancora state avviate le procedure di trasferimento.
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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Viktor Orbán durante la visita a Roma dove ha incontrato Giorgia Meloni (Ansa)