2019-11-03
Usa 2020, Beto O'Rourke si è ritirato dalla corsa democratica
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Fuori un altro. Beto O'Rourke si è formalmente ritirato dalla corsa elettorale per la nomination democratica del 2020. A renderlo noto è stato lui stesso venerdì scorso. L'ex deputato del Texas ha affermato di non disporre più dei mezzi necessari per continuare la propria campagna elettorale.«Il mio servizio al Paese», ha scritto in un post, «non sarà come candidato o vincitore della nomination. Riconoscerlo ora è nel migliore interesse di coloro che stanno concorrendo; è nel migliore interesse di questo partito mentre cerchiamo di unirci attorno a un candidato; e è nel migliore interesse del Paese».L'uscita di scena di O' Rourke non era poi così inattesa. Nonostante le grandi speranze che aveva suscitato all'inizio, l'ex deputato non è mai riuscito a superare le soglia del 3% nei sondaggi e anche in termini di raccolta fondi non aveva particolarmente brillato: si pensi solo che, nel terzo trimestre avesse rastrellato meno di cinque milioni di dollari, quando Bernie Sanders ed Elizabeth Warren avevano ottenuto rispettivamente venticinque e ventiquattro milioni. Meglio di lui era andato anche il senatore del New Jersey, Cory Booker, con sei milioni di dollari. Alla luce di questi nodi, la partecipazione dell'ex deputato texano al dibattito televisivo di novembre risultava seriamente a rischio.O' Rourke era sceso in campo lo scorso marzo, dopo essere stato a lungo indeciso se candidarsi alla nomination democratica o al Senato. Del resto, la sua notorietà a livello nazionale gli derivava proprio dalla campagna elettorale che - nel 2018 - aveva condotto per la conquista del seggio senatoriale del Texas, contro il senatore repubblicano Ted Cruz. Una campagna che si risolse in un buco nell'acqua ma che gran parte del circuito mediato americano enfatizzò comunque parecchio. Ecco: si può forse dire che sia stata questa una delle sue grandi debolezze nel corso delle attuali primarie democratiche. Il fatto, cioè, che i mass media abbiano continuato a gonfiare non poco la sua figura, senza tuttavia concreti riscontri di gradimento elettorale.Candidato molto (forse troppo) mediatico, O' Rourke ha cercato di imitare assai spesso nei toni e nei modi Barack Obama, ma con scarsi risultati. Ha soprattutto tentato di intestarsi la rappresentanza del voto ispanico ma - anche in questo caso - con esiti piuttosto magri. Tra l'altro, che non ci siano candidati democratici attualmente in grado di rappresentare in modo effettivo l'elettorato latino rappresenta un problema non poco significativo per il Partito democratico: soprattutto alla luce del fatto che, a partire dalla Florida, sembrerebbe che una parte consistente della frangia elettorale ispanica possa decidere di sostenere la corsa di Donald Trump nel 2020. Inoltre, l'ex deputato del Texas ha scontato un posizionamento politico eccessivamente aleatorio che, oscillando costantemente tra centro e sinistra, ha creato una certa confusione in gran parte dell'elettorato: un elettorato che, al di là di una vaga retorica motivazionale, non ha ben compreso quale fosse il suo messaggio elettorale. Senza poi contare le deludenti performance nel corso dei dibattiti televisivi.Più in generale, O' Rourke ha avuto il torto di apparire come un candidato fabbricato in laboratorio: tutto marketing elettorale e ben poca sostanza. In questo, aveva già da mesi rivelato una preoccupante somiglianza con il senatore della Florida, Marco Rubio, che - nel corso delle primarie repubblicane del 2016 - mostrò la stessa tipologia di limite, dovendo alla fine abbandonare la competizione. A ben vedere, l'unico momento di forza, manifestato da O' Rourke, si è verificato in agosto, a seguito della sparatoria di El Paso. In quell'occasione, l'ex deputato del Texas ha rafforzato il proprio messaggio favorevole a un maggiore controllo sulle armi, entrando poi in un'aspra polemica con lo stesso Trump, visto che tacciò il presidente di essere il mandante morale della strage. Un'accusa pensatissima, che potrebbe essere alla base delle dure parole, pronunciate dall'inquilino della Casa Bianca, poco dopo l'annuncio del ritiro di O' Rourke. Nel corso di un comizio in Mississippi, il presidente americano ha infatti dichiarato: «Quel povero bastardo, povero patetico. Era patetico».Dei dieci candidati democratici sinora ritiratisi, il nome di O' Rourke è indubbiamente quello che riveste un peso maggiore: molto più rispetto al sindaco di New York Bill de Blasio (uscito di scena a settembre), della senatrice Kirsten Gillibrand (andatasene in agosto) e del deputato Tim Ryan (ritiratosi pochi giorni fa). Non è quindi escluso che l'abbandono di O' Rourke possa preludere ad altri addii rilevanti, anche perché - secondo la media sondaggistica di Real Clear Politics - appena quattro candidati (Joe Biden, Elizabeth Warren, Bernie Sanders, Pete Buttigieg) superano per il momento la soglia del 5% a livello nazionale.