«In caso d’emergenza, rompere il vetro», recita un’avvertenza posta di norma sulle teche che contengono dispositivi di soccorso o di salvataggio. In senso figurato, lo stesso si può dire della sinistra, quando ci sono dei problemi politici seri e le cose rischiano di finire in un’imbarcata elettorale. Nella teca salvavita della sinistra, in genere, vi sono una manciata di argomenti buoni a ricompattare lo schieramento e a buttare la palla in tribuna: uno degli evergreen, in questo senso, è sicuramente l’aborto e la difesa a spada tratta di una legge 194 che si vuole in perenne bilico.
La segretaria del Pd Elly Schlein, investita dalla bufera giudiziaria pugliese, non si è sottratta al protocollo, lanciando ieri mattina la campagna elettorale del suo partito nella sede della stampa estera a Roma. «L’aborto», ha detto rispondendo a una domanda, «è un diritto fondamentale, ancora troppo negato nonostante ci sia la legge 194. Ovunque governa la destra», ha aggiunto, «ostacola la 194 calpestando i diritti di donne e ragazze che cercano di entrare nel percorso di interruzione volontaria di gravidanza. Bisogna riuscire a garantire in ogni struttura una percentuale di medici che non siano obiettori». La domanda del cronista muoveva da due recenti accadimenti: l’inserimento, da parte dell’attuale governo francese, del diritto all’aborto nella Costituzione transalpina, e l’adozione da parte dell’Europarlamento di una risoluzione simile all’articolo voluto da Emmanuel Macron, che pone l’interruzione volontaria di gravidanza nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. «Ho trovato significativo e importante», ha detto Schlein, «il voto della settimana scorsa al Parlamento europeo». Due votazioni, dunque, che la numero uno del Nazareno fa proprie, nell’intento di aprire un fronte polemico col centrodestra, capace di allontanare almeno per un po’ i riflettori dalle inchieste che hanno colpito i dem in terra pugliese. In nome della ragion politica, Schlein ha verosimilmente messo in conto dei contraccolpi interni, visto che nel Pd è ancora presente una non trascurabile area riformista di provenienza cattolico-popolare, ciclicamente a disagio su temi come questo, l’eutanasia e la legalizzazione delle droghe leggere. D’altra parte, è ancora forte l’eco della vicenda che ha visto sollevata dall’incarico di vicepresidente del partito veronese, della consigliera regionale veneta Anna Maria Bigon, dopo che quest’ultima aveva contribuito alla bocciatura della legge sul fine vita promossa dal governatore Luca Zaia.
La maggioranza dem, dunque, potrebbe far scontare a una minoranza cattolica sempre più vessata anche i guai giudiziari del partito in Puglia. Una situazione di questo tipo si era già venuta a creare per la questione dell’utero in affitto, pratica che una legge attualmente in Parlamento vorrebbe far diventare reato universale e che Schlein ammetterebbe invece in alcuni casi. Che la scelta di andare su questo tema possa rispecchiare un diversivo è confermato anche da altre affermazioni fatte dalla segretaria dem nel corso della conferenza stampa di ieri su altre questioni sensibili: «Il capitolo diritti», ha detto, «si compone anche della voce “famiglia”. Una famiglia, non un bersaglio: per noi ci sono tanti tipi di famiglie e meritano tutte rispetto e riconoscimento dei diritti, soprattutto quando parliamo di bambine e bambini. Vediamo l’accanimento», ha aggiunto, «di questa destra contro i bambini delle famiglie omogenitoriali, noi continueremo a batterci per tutte le famiglie». Qualche ora dopo, il responsabile welfare del Pd e fedelissimo della segretaria, Marco Furfaro, ha rincarato la dose, contestando il possibile allargamento alle organizzazioni pro-life della presenza nei consultori e definendolo un «gravissimo attacco ai diritti delle donne». A completare il quadro, non è mancata una captatio benevolentiae nei confronti degli studenti che invocano il boicottaggio contro Israele: «Se quella collaborazione è rivolta a una ricerca che può essere usata anche militarmente», ha affermato Schlein, «nell’ambito dell’autonomia universitaria, non credo ci sia nulla da dire, è una loro scelta legittima».
Un clima che si preannuncia rovente anche per l’approvazione, in commissione Bilancio della Camera, di un emendamento al decreto Pnrr, presentato dal centrodestra, che punta a far entrare associazioni e movimenti pro life nei consultori e nelle strutture che si occupano di aborto.



