Il governo archivia il vecchio progetto di fusione tra le infrastrutture di Telecom e Open Fiber. Avanza l’ipotesi di una scissione. La scelta del player è decisiva: l’esecutivo deve tutelare gli obbligazionisti. Mentre su Sparkle ci sono antenne alzate all’estero.
Il primo azionista di Tim non concede più l’esclusiva a Cdp, pur prorogando di un mese la possibilità di presentare l’offerta non vincolante per confluire in Open Fiber. Adesso la palla passerà al governo.
L’ad Pietro Labriola spiega in Parlamento la cessione appena ratificata: non è prevista la creazione di «bad company» su cui scaricare debiti né esuberi. L’infrastruttura ora passa alla fase operativa e alle valutazioni di prezzo.