Rackete sperona gli elettori presi in giro dalla sinistra: «Ciao, ciao Europarlamento»
Lascia per occuparsi meglio dei temi della crisi climatica. Dagli immigrati al clima, Carola Rackete dopo aver illuso i suoi elettori, al termine di poco più di un anno a Bruxelles come europarlamentare per The Left, ieri si è dimessa. In questo modo la donna che sfidò Matteo Salvini ha chiarito ciò che sospettavano in molti: la sua non era altro che una candidatura che serviva a portar voti.
La notizia del passo indietro è arrivata con un comunicato diffuso dal gruppo Die Linke-Left, che le ha rivolto un «sentito saluto». E ancora: «Siamo orgogliosi del lavoro svolto insieme. La sinistra continuerà la sua lotta per l’azione per il clima e la revisione delle orribili politiche migratorie dell’Ue». In una dichiarazione ufficiale, la stessa Rackete ha spiegato le ragioni della sua decisione. «La mia candidatura e il mio mandato hanno sempre mirato a contribuire al rinnovamento del partito Die Linke, un processo che sta procedendo con successo. Come persona attiva nei movimenti sociali, io e il mio team abbiamo discusso fin dall’inizio di come dare forma collettivamente al mandato e questo spirito collettivo si sta ora concretizzando attraverso le mie dimissioni. Ringrazio tutti gli elettori e in particolare tutti i membri del partito che hanno riposto in me la loro fiducia». Poi ha spiegato le vere ragioni del suo abbandono: «Per me personalmente significa potermi concentrare sulle azioni contro la crisi climatica», ha sottolineato, ringraziando il partito che l’ha sostenuta, spiegando: «Il focus sulla politica partitica rischia di far perdere di vista la crisi ecologica e le sue soluzioni».
È stata sostituita da Martin Günther, economista nato a Berlino Est nel 1982, che ha assicurato di voler continuare «la lotta di Carola per la giustizia climatica», dichiarando: «Come economista, gli aspetti economici di questa lotta sono particolarmente importanti per me. Un’Unione europea più sociale ed ecologica sarà possibile solo se la strapperemo ai super ricchi e ai loro lobbisti. Per questo, sono felice di collaborare con le forze progressiste di partiti, movimenti e sindacati in tutta Europa e oltre».
Al momento della sua candidatura l’attivista ha spiegato all’Afp di essersi impegnata in politica «per necessità» per contrastare «la grave minaccia alla democrazia rappresentata dai gruppi di estrema destra». Oggi si passa alla lotta contro il clima, l’immigrazione insomma, sembra passata di moda.
Già qualche tempo fa aveva fatto intendere che la sua priorità era diventata il clima. Nel giugno 2020 venne arrestata dalla Polizia regionale dell’Assia mentre protestava, vestita da pinguino seduta su una capanna costruita su un albero, per proteggere un bosco dall’abbattimento, ritenuto necessario per ampliare un’autostrada.
Carola Rackete, 37 anni, è un’attivista tedesca nata nel 1988 a Preetz, nello Schleswig-Holstein, Land della Germania settentrionale ai confini con la Danimarca, è figlia di un militare della Bundeswehr ed è laureata in Scienze navali e Trasporti marittimi.
È conosciuta come ex comandante della Sea Watch, la nave Ong che navigava nelle acque del Mediterraneo caricando immigrati irregolari e favorendo, per alcuni, il traffico di esseri umani. Nel 2019 attraccò a Lampedusa con la sua nave umanitaria con a bordo 43 migranti, nonostante i divieti dell’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, violando quindi il blocco imposto dalle autorità italiane.
Al suo attracco, il 29 giugno, venne inizialmente arrestata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e resistenza a navi da guerra, oltre che accusata di aver «speronato» la motovedetta della Guardia di finanza che le stava impedendo l’ormeggio. Il giudice per le indagini preliminari di Agrigento non convalidò il suo arresto rendendola di fatto un’eroina per la sinistra europea.
Di qui il sospetto che oggi diventa certezza: la sua candidatura è servita per portare voti al partito, una fregatura per i suoi elettori un sollievo per le opposizioni.
«Carola Rakete si dimette dal Parlamento europeo. Non ci mancherai! Ora speriamo che anche Ilaria Salis e Mimmo Lucano seguano l’esempio». Il commento dell’eurodeputato leghista Roberto Vannacci su Facebook, allegato anche ad alcune foto delle gambe non depilate dell’attivista tedesca. L’immagine ha sollevato una bufera, ma Vannacci ha spiegato di non fare body shamig perché era stata Rackete a mostrare le gambe in pubblico in quel modo.
«Ogni tanto dall’Europa arrivano buone notizie. Ora che Rackete si è dimessa da europarlamentare, possiamo dire con certezza che nessuno ne sentirà la mancanza. Dopo essersi fatta beffe delle istituzioni italiane, speronando le navi della Guardia costiera, ora oggetto della beffa sono le istituzioni europee, avendo deciso di non portare a compimento il mandato per il quale si è fatta votare ed eleggere. Le sue dimissioni sono il più grande successo della sua attività politica». Così il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli (Fdi).
Di tutt’altro tono la reazione di Ilaria Salis: «È stato un piacere conoscerti e condividere un pezzo di strada insieme, Carola Rackete. Grazie per tutto l’affetto e la solidarietà che hai sempre mostrato nei miei confronti. Grazie per il tuo impegno, l’ispirazione e la coerenza. Ci vediamo nelle lotte!».


