Cari imam d’Italia, vi scrivo questa cartolina perché sono sempre stato un fermo difensore della libertà religiosa, ma ogni volta che voi parlate date una picconata a questa mia granitica certezza.
È davvero giusto lasciarvi predicare nelle moschee (per lo più abusive) sparse sul territorio italiano? Quando andate in tv, e quindi immagino siate particolarmente controllati e prudenti, non riuscite a condannare Hamas, dite che gli ebrei sono «terroristi» e «ingannatori» e negate che i bambini in Israele siano stati davvero massacrati. Che cosa direte dunque nel chiuso delle vostre comunità? Quali parole d’odio siete in grado di diffondere ai vostri fedeli?
Dico a te, Zulfir Khan, imam di Bologna, che l’altra sera, ospite di Paolo Del Debbio a Rete4, sproloquiavi sulle Sacre Scritture definendo gli ebrei «terroristi e ingannatori», dicendo che «chi ha fede ebraica deve ingannare per avere interessi». Dico a te, Ali Abu Shaima, imam di Segrate (una delle poche moschee ufficiali in Italia) che l’altro giorno, ospite di La7, volevi impedire la manifestazione organizzata il 4 novembre in nome di Oriana Fallaci, definendo la difesa dell’Occidente una «pagliacciata». E dico a te, Saad Hassan Waghi, imam di Reggio Emilia, che l’altro giorno a Telereggio non hai detto una parola sui crimini di Hamas («Non posso giudicare i loro motivi», hai svicolato) e addirittura hai negato che ci fossero dei bambini massacrati («bugie dei media»). Dico a voi: come è possibile che vi lascino ancora predicare? Insegnare? Guidare gli animi e le mani degli islamici che sono in mezzo a noi?
Ho sempre avuto dubbi che la vostra religione si possa integrare con la nostra civiltà. Le leggi della sharia sono in netto contrasto con la democrazia. Quella dell’islam moderato è una favoletta bella che ci raccontiamo per addormentarci meglio di fronte alla notte della civiltà, una notte che purtroppo sta arrivando. Voi che siete veri islamici avete regole e valori che non sono compatibili con la nostra società. E che dell’integrazione a voi interessi poco o nulla lo dimostra il fatto che, dopo anni nel nostro Paese, parlate poco e male l’italiano. Dico a te imam di Segrate. Da quando sei in Italia, Ali Abu Shaima? Te l’hanno chiesto in tv. E tu hai risposto: «Forse prima di nascere te». Volevi dire al conduttore: «Forse prima che tu nascessi». Cioè nel 1969. E dopo 54 anni non hai imparato la nostra lingua? Che esempio di integrazione sei? Sempre meglio, comunque, del tuo collega di Reggio Emilia. Dico a te Saad Hassan Waghi che sei qui da 23 anni. E che, alle domande di Telereggio, hai risposto in arabo…
Tutto ciò, come dicevo, mi preoccupa un po’. E dunque, cari imam d’Italia, vi scrivo questa cartolina per dirvi che mi fate proprio paura. Mi fa paura ciò che dite in tv, mi fa paura come le dite, e mi fa ancor più paura ciò che non dite in tv, ma che magari che dite nelle moschee, mi fanno paura le vostre moschee (per lo più abusive) e l’odio che vi cova, mi fanno paura le leggi del Corano e il vostro desiderio di imporle a tutto il mondo. Mi fate così paura che vorrei chiedervi di farvi ospitare ancora più spesso nei talk show, a reti unificate. Così tutti potranno guardarvi negli occhi. E capire quanto siete pericolosi.


