la storia in tavola

Ada Boni e l’economia domestica «Preziosa»
Ada Boni a Roma negli anni Sessanta (Getty Images)
Amante dei fornelli fin da giovane, l’antesignana delle moderne food blogger fonda a inizio Novecento la rivista che diventa subito un riferimento per le famiglie borghesi. Contiene ricette e consigli per governare la casa. Ed è un’occasione di scambio tra le signore.
Luigi Carnacina, più di un semplice maître
Luigi Carnacina (Getty Images)
Da piccolo faceva lo strillone per vendere i giornali e il garzone nelle fabbriche. Poi diventa cameriere e si mette a girare l’Europa Torna in Italia e s’impone per la cordialità con i clienti e la sinergia con gli chef. Ma una ramanzina gli procura il salto a Montecarlo.
Grazie a Sant’Antonio l’Italia non scorda le origini contadine
Particolare del «Trittico delle tentazioni di Sant'Antonio» di Hyeronimus Bosch (Getty Images)
Venerato fin dal Medioevo, è il patrono di animali e macellai. Condusse una vita ascetica. Oggi lo si celebra con feste e dolci.
La polpetta che pare un insaccato ma non lo è
La pitina
La pitina nasce nell’Ottocento in alcune vallate del Friuli dove le carni di capre, pecore e vacche venivano unite a quelle di caprioli, cervi e camosci. Ma non c’erano maiali da cui ricavare il budello per la conservazione. Quindi, ci si arrangiava con la farina di mais.
Bagna cauda, ossia l’arte di conciliare gli opposti
(IStock)
Fino al 3 dicembre si svolge ad Asti la celebrazione del noto condimento piemontese, che «mette insieme ingredienti che di per sé non si abbinano naturalmente», come dice il vescovo Marco Prastaro. Ma, almeno in cucina, anche ciò che sembra inconciliabile può andare a nozze. E in questa salsa il miracolo si ripete dal tardo Medioevo, anche se allora ad apprezzarlo era soprattutto il popolo, mentre la nobiltà era tenuta lontana dal suo sapore deciso. Oggi, per venire incontro al gusto di parte dei consumatori, esistono addirittura versioni senza aglio, mentre le alici non possono mancare mai.
Le Firme

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