enrico cuccia

Giovanni Bazoli, il finanziere «bianco» che sussurra a Dio
Giovanni Bazoli (Imagoeconomica)
Quando gli fu affidato il Nuovo Banco Ambrosiano, qualcuno si chiese: «Chi è costui?». La Provvidenza stava già lavorando, offrendogli la «pietra» su cui ha edificato la sua chiesa, Intesa Sanpaolo. E da cui continua a bisbigliare ai santi in Paradiso.
«Gruppo Ferruzzi espropriato dal connubio tra finanza e pm»
Carlo Sama (Imagoeconomica)
L’ex manager Carlo Sama: «Fu smembrato un colosso pioniere delle tecnologie green coniugate con lo sviluppo. Ora ci troviamo regole Ue che mettono le imprese in ginocchio».
Ritratti | Ligresti, "Ingegnere, progettista, benestante"

Il ventesimo podcast di Ritratti è dedicato a Salvatore Ligresti. E’ stato uno dei protagonisti dell'Italia del boom economico poi diventata l'Italia legata alla grande finanza, in particolare quella milanese. Ha fatto la sua fortuna cominciata dal settore immobiliare, ha cavalcato l'onda della Milano da bere dei socialisti di Bettino Craxi, entrando nei salotti della finanza sotto l'ala di altri siciliani, l'avvocato Antonino La Russa e il numero uno di Mediobanca Enrico Cuccia, per poi imboccare una parabola discendente con l'avventura di Fondiaria-Sai, o Fonsai, finita come ultimo atto nelle mani di un'altra compagnia assicurativa, Unipol. Qui vi raccontiamo la sua storia. Buon ascolto.

  • Colonna sonora: CAKE - I will survive; Lucio Dalla - Milano; Rick Astley - Never gonna give you up; Eric Clapton - Tears in Heaven
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Ritratti | Cesare Geronzi, il banchiere di Marino

Il quattordicesimo podcast di Ritratti è dedicato a Cesare Geronzi. Lo hanno definito il banchiere simbolo delle relazioni e dei salotti che hanno tenuto in equilibrio la grande finanza italiana per mezzo secolo. Di certo, è stato per decenni uno dei principali esponenti di quella finanza romana che spesso, per via dei suoi collegamenti con la Chiesa, è stata definita “cattolica”, in opposizione alla finanza delle grandi banche del nord Italia, a lungo soprannominata “finanza laica”. E’ difficile trovare qualcuno che non sia stato in relazioni con Geronzi: ambienti cattolici e sinistra, da Giulio Andreotti a Silvio Berlusconi, che lo elogiò in pubblico come l’“unico banchiere che non vota alle primarie” dell’Ulivo. Con il Cavaliere i rapporti sono stati sempre strettissimi. Al punto da avere un ruolo decisivo, si racconta, nel suggerire il nome di Mario Draghi per l’incarico di Governatore della Banca d’Italia al posto di Antonio Fazio, caduto in disgrazia anche agli occhi di Geronzi che pure ne era stato l’alleato più vicino in tante battaglie. Negli anni novanta Geronzi comincia a comprare una banca dopo l’altra. Nel frattempo, costruisce una fitta rete di relazioni: finanzia partiti, giornali, imprenditori, squadre di calcio. Da An alla Quercia, dagli amici del Manifesto a Forza Italia. Poi fonda Capitalia, una grossa holding per raggruppare tutte le sue banche, che diventa la versione romana della vecchia Mediobanca governata dal mitico Enrico Cuccia. Nel 2007 ne diventerà presidente ma non saranno anni tranquilli, nemmeno quando passerà al vertice delle Generali. Di sé stesso una volta Geronzi ha detto: Grandi demeriti, in verità, non me li riconosco». Questa è la sua storia.
Buon ascolto.

  • Colonna sonora: Gli Intoccabili - Ennio Morricone
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La guerra per banche persa da Prodi si è mangiata il nostro patrimonio
Ansa
Il Professore, spalleggiato da Mario Draghi, Giuliano Amato e Carlo Azeglio Ciampi, sfidò Enrico Cuccia e provò a privatizzare gli istituti di credito. Ma fu una disfatta: gioielli svenduti a un decimo del valore e un sistema smantellato. Per la gioia dei tedeschi.
Le Firme

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