- Gli agricoltori occupano le strade contro la transizione verde del governo. Tensione alle stelle, la polizia spara. La conseguenza sono gli scaffali vuoti nei supermercati. E anche in Italia, dove l’import di verdure dal Nord Europa è forte, inizia a mancare la merce.
- Disagi in tutto lo Stivale. Il governo non stralcia l’articolo contestato, verso soluzione ad hoc.
Lo speciale contiene due articoli
L’Europa ha fatto il pieno di rabbia, un inconveniente che né al G7 né a Bruxelles devono avere valutato. Le sanzioni ora le stanno mettendo i popoli contro i governi. Così la polizia spara ai manifestanti in Olanda mentre Londra è in stato d’assedio. In Gran Bretagna, con Boris Johnson che si aggrappa alla «gravità dell’ora» per restare a Dowining Street nonostante un’emorragia di ministri, le città sono paralizzate dai gilet gialli in edizione british. Il costo della benzina è diventato insopportabile. In Olanda da mesi gli allevatori stanno paralizzando le strade e hanno assaltato le sedi governative per protestare contro le misure drastiche di contenimento dell’inquinamento da azoto che cancellano le stalle. La polizia che proteggeva l’abitazione del ministro agricolo assaltata con un bombardamento di letame ha sparato contro i manifestanti. In Italia Mario Draghi mette l’ennesima fiducia, ma deve fronteggiare una situazione economica sempre più precaria e tra siccità, sanzioni e inflazione i consumi cominciano a crollare e nei supermercati a scarseggiare la merce. L’Europa sta facendo i conti con le sue contraddizioni. Ieri Ursula Von der Leyen ha avvertito: preparatevi al blocco totale delle forniture del gas. Mentre si fa appello al green e si distrugge l’agricoltura, dall’altra si è costretti a cambiare la tassonomia ammettendo che gas e nucleare possono essere la strada della transizione. Si è spaccata la famosa maggioranza Ursula, anche gli eurodeputati italiani hanno votato gli uni contro gli altri: Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Italia dei Valori a favore di nucleare e metano; Pd, Sinistra e Verdi contro. Dovrebbero spiegarlo ai contadini olandesi che hanno bloccato da giorni l’autostrada Utrecht - L’Aia, che hanno attaccato con trattori e balle di fieno incendiate l’abitazione del ministro della Natura Christianne van der Wal-Zeggelink che di fatto ha chiesto la fine delle attività zootecniche. Alla protesta si è unito tutto il mondo agricolo rappresentato dal Farmer-Citizen Movement, un partito nato proprio per dare voce ai contadini. A scatenare la rivolta è stato un provvedimento del governo di coalizione - il quarto presieduto dall’eurofalco Mark Rutte - che stanzia 25 miliardi di euro per ridurre del 70% le emissioni di azoto. Rutte ha cercato attraverso il debolissimo ministro dell’Agricoltura Henk Staghouwer - la sua casa è stata bombardata col letame e lì si è rischiato lo scontro a fuoco con la polizia - una mediazione con le aziende agricole, ma non ha sortito alcun effetto. Anche perché la situazione si è ulteriormente aggravata. La Germania che è il primo cliente degli olandesi che importano dai paesi extra-Ue per rivendere a Berlino ha smesso di comprare. A ciò si aggiungono anche le proteste dei trasportatori. Dall’Olanda arrivano sempre meno prodotti.
Legate al caro carburanti sono le proteste in Gran Bretagna. Da lunedì scorso da Nord a Sud le strade e le autostrade sono bloccate da code di Tir e di auto. Il prezzo della benzina è fuori controllo; per un pieno a Londra si spendono fino a 120 sterline con raddoppio del costo su base annua. I consumatori chiedono una riduzione delle tasse sulla benzina (in Gran Bretagna gravano per circa il 45% del prezzo); per tutta risposta il ministro dell’interno, uno dei pochi rimasti fedeli al premier, Priti Patel ha inasprito la repressione. Un blocco stradale può costare fino a sei mesi di galera e una multa pressoché illimitata. Il blocco della consegna delle merci sta creando grossi problemi di approvvigionamento.
Se questo è il clima in Europa in Italia le difficoltà crescono. Soprattutto per le imprese agricole. Dopo la siccità che ha bruciato il riso (meno 40%) il grano (meno 30% e prezzi raddoppiati) e ha ridotto di un quarto la produzione di latte ora tocca a frutta e verdura bersagliate nel Nord Est da grandinate e piogge torrenziali. Nel padovano, nel veronese, nel polesine i raccolti sono stati devastati e la Coldiretti regionale ha stimato per l’ortofrutta un danno di circa 800 milioni. Questo ha fatto mancare il prodotto fresco nei supermercati di gran parte del Veneto. Ma la situazione è critica in tutta Italia. Sempre Coldiretti rileva un aumento dei prezzi della verdura dell’11,8%. Forse il quadro idilliaco disegnato da governanti europei per sostenere le sanzioni contro la Russia non è del tutto aderente alla realtà. Paolo Gentiloni (Pd) Commissario all’Economia sparge ottimismo: «Potremmo entrare in recessione in conseguenza della guerra; dipende dalle forniture energetiche, ma si hanno segnali di un attività economica certamente più lenta però in territorio positivo.» Tra una settimana avremo i conti veri, ma per ora i conti si faranno con la protesta.



