Nella Repubblica Centroafricana si rischia lo scontro tra milizie russe e americane
Si tratta di un ulteriore tentativo dell'amministrazione Biden di mantenere l'impegno preso al Summit sulla Leadership Africana di collaborare maggiormente con i partner africani.
Da qualche settimana circolano indiscrezioni sul fatto che la compagnia militare privata americana Bancroft Global Development avrebbe avviato contatti con il presidente della Repubblica Centrafricana Faustin-Archange Touadéra riguardo a un possibile intervento nel paese. Ci sono diverse questioni interessanti da considerare. La prima domanda è: perché proprio ora? Esistono due linee di pensiero su questo argomento. La reputazione dell’ ex Wagner Group oggi Africa Korps è stata danneggiata come è accaduto in Mali? Oppure si tratta di un tentativo di creare una clausola che permetta al paese di evitare le sanzioni? A prima vista, questo sembra un tentativo di permettere una qualche forma di assistenza umanitaria. Le prime notizie, risalenti a luglio 2023, indicavano che l'offerta prevedeva che Bancroft addestrasse le unità militari locali e aumentasse l'aiuto umanitario, in cambio della rimozione della presenza dei miliziani russi. Una clausola dell'accordo, però, potrebbe sollevare dubbi, suggerendo che queste truppe fornirebbero sicurezza in alcune miniere, sollevando la questione dell'attenuazione delle sanzioni. I contractor russi sono arrivati per la prima volta in Repubblica Centrafricana (Rca) all'inizio del 2018. Ufficialmente, si trattava di 535 istruttori, ma fonti diplomatiche, militari e dei servizi segreti indicano invece la presenza di circa 1.700 mercenari russi della società paramilitare russa . Questa stessa società era sotto indagine da parte dei tre giornalisti russi Orkhan Dzhemal, Alexander Rastorguyev e Kirill Radchenko, assassinati il 30 luglio 2018, in circostanze ancora misteriose. A distanza di sei anni, persistono dubbi sul numero effettivo e sulla natura delle operazioni condotte dai miliziani russi.
Un'altra teoria suggerisce che questo sia un ulteriore tentativo dell'amministrazione Joe Biden di mantenere l'impegno preso al Summit sulla Leadership Africana di collaborare maggiormente con i partner africani. Alcuni rapporti indicano che il Dipartimento di Stato americano abbia avanzato per la prima volta questa proposta durante il summit. Questo approccio potrebbe essere visto come un tentativo di contrastare la crescente influenza russa in Africa, presentando un'opzione praticabile rispetto a Cina, Stati Uniti e UE. Contrastare la Russia potrebbe, quindi, essere la ragione per cui il Dipartimento di Stato sostiene questa iniziativa. Il governo della Repubblica Centrafricana sembra muoversi con cautela in un delicato e complicatissimo gioco di equilibri. Pur confermando i colloqui con Bancroft, ha ribadito anche la sua collaborazione in corso con il gruppo russo, sottolineando la necessità di una «diversificazione delle relazioni». Questa strategia appare orientata a mantenere partenariati nel settore della sicurezza sia con la Russia che con gli Stati Uniti, cercando di sfruttare la loro rivalità per ottenere accordi più favorevoli. Tuttavia, ci sono crescenti preoccupazioni nel Paese, soprattutto a Bangui, dove si teme un possibile confronto diretto tra le forze russe e quelle americane.
Le attività della milizia russa nella Repubblica Centrafricana non sono certo passate inosservate. Nel 2022, l'USCIRF (Commissione degli Stati Uniti per la Libertà Religiosa Internazionale) ha dichiarato il gruppo una "Entità di Particolare Preoccupazione" per le sue azioni nel paese. Nel 2023, il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha inserito la Repubblica Centrafricana nella "Special Watch List" in base all'International Religious Freedom Act (IRFA), ma Africa Corps è stato rimosso dalla lista EPC. Ci si può chiedere perché Bancroft abbia intrapreso questa iniziativa. Un'opinione è che gli interessi occidentali vedano un'opportunità da sfruttare mentre il gruppo si riorganizza dopo la morte del fondatore Yevgeny Prigozhin in un incidente aereo la scorsa estate. Un'altra teoria fa riferimento alla dichiarazione del presidente Faustin-Archange Touadéra nel 2018, quando chiese assistenza da tutti i paesi per addestrare l'esercito. La proposta di Bancroft Global sembra essere in linea con quella richiesta, poiché il paese continua a combattere contro gruppi terroristici.
Questo non sarebbe il primo progetto di questo tipo per Bancroft, che attualmente sta conducendo un'iniziativa simile in Somalia. Il progetto è descritto come un programma di mentoring per la Missione di Transizione dell'Unione Africana, che dovrebbe concludersi entro la fine di dicembre 2024. Gli sforzi di Bancroft in Somalia sono stati giudicati positivamente, poiché il paese ha fatto progressi significativi nel rafforzare alcune delle sue istituzioni. Con la scadenza prevista per le operazioni in Somalia, sembra che la società stia cercando nuove opportunità in Africa.
La situazione nella Repubblica Centrafricana rappresenta un'opportunità per avviare e condurre un programma simile a quello sviluppato in Somalia, se avrà successo.
Un aspetto che sembra essere stato trascurato è la reazione dell Africa Corps e dei suoi rappresentanti nella Repubblica Centrafricana. Il 9 febbraio scorso , sono emerse notizie secondo cui un dipendente di Bancroft è stato arrestato dalla polizia e dalle forze paramilitari russe, un evento considerato un passo indietro per Bancroft. È chiaro che Africa Corps vede ogni potenziale accordo con Bancroft come una grave minaccia ai propri interessi economici. Pertanto, qualsiasi azione contro Bancroft sarà giustificata. La situazione è ulteriormente complicata dalle dichiarazioni di un consigliere presidenziale anonimo, secondo cui Bancroft sarebbe presente nel paese ma non operativa, aggiungendo che « non è stato firmato nulla». È ancora presto per stabilire se Bancroft opererà nel paese. Di sicuro, l’ex Wagner Group adotterà tutte le misure necessarie per proteggere le sue operazioni da quelli che considera intrusi. Nel frattempo, l'amministrazione Biden vede un'opportunità per rafforzare la sua influenza in Africa Centrale. Come questa situazione si evolverà potrebbe rappresentare una delle sfide più complesse di politica estera del 2024.



