Una volta gli anziani insegnavano ai giovani a non cadere nelle provocazioni, a ignorarle, a tirare dritto per la propria strada. Oggi abbiamo un signore di 85 anni, Fausto Bertinotti, ex leader sindacale, ex segretario di Rifondazione Comunista, ex presidente della Camera dei deputati, il quale racconta serenamente in televisione che l’altro giorno, alla Meloni, «avrebbe tirato un libro». Il tutto definendosi «gandhiano».
Bertinotti è andato a La7 dal pacioso Massimo Gramellini e, adeguatamente titillato sugli ultimi gravi fatti della Camera, con il premier Giorgia Meloni che ha declamato in Aula alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene, ha spiegato che «un limite è stato oltrepassato». Quindi, aggiornando astutamente il vecchio detto «a brigante, brigante e mezzo» con un più ambiguo e moderno «a trasgressione, trasgressione», ha affermato: «Meloni è abituata a fare un discorso istituzionale in apertura del dibattito e una trasgressione nel finale in cui si propone come leader, neanche di partito ma di fazione». Ovviamente, trasgredire in generale si può, concede Bertinotti, «ma se tu stai parlando di un atto considerato fino all’altro ieri fondativo della Repubblica italiana, fino all’altro ieri da tutti, compreso il Movimento sociale italiano (…) e irrompi contro gli estensori del testo che stavano al confino... Io, che sono non violento, di fronte a questa trasgressione avrei lanciato un oggetto contundente verso la presidente del Consiglio, prendendola o non prendendola, questo va da sé, e facendomi espellere».
Bellissima filosofia da calcio di ultima categoria: prima ti prendo la gamba, poi per il cartellino rosso pazienza.
Va detto che Bertinotti si è voluto confermare quantomeno al livello dei suoi famosi maglioncini di cachemire color pastello e come oggetto per contundere la Meloni ha scelto un libro. «Io intanto ti tiro un libro», ha spiegato al povero Gramellini, «che è sempre una buona cosa e magari anche ti serve poi…», dando così anche dell’ignorante al presidente del Consiglio. In fondo, da bravo ex comunista, avrebbe potuto tirare un bullone o una chiave inglese. O levarsi una scarpa come Nikita Krusciov all’Onu, anche se il russo quella scarpa la lasciò sul banco, senza tirarla a nessuno. Bertinotti avrebbe potuto regalare droga da fumare alla Meloni, come avrebbe fatto Marco Pannella, gandhiano vero, o intervenire sul regolamento per 12 ore consecutive. Invece no, dopo aver passato gli ultimi 40 anni nei migliori salotti della capitale, tra damazze, capitani d’azienda e monsignori, oggi il compagno Fausto tirerebbe oggetti a una donna. Pronta la replica di Fdi: «La sinistra in questa settimana sta mostrando il suo volto peggiore», ha dichiarato il capogruppo alla Camera, Galeazzo Bignami. «Non conoscono la forza delle idee, ma solo quella della violenza. Nei salotti amici va in scena l’ennesimo attacco scomposto. Che pena, Bertinotti», si legge invece in un post su X di Fratelli d’Italia.


