«Il compenso per la mia partecipazione al programma "Che tempo che fa" viene pagato dalla società di produzione all'università Cattolica di Milano che lo utilizza per finanziare giovani laureati»

«Il compenso per la mia partecipazione al programma "Che tempo che fa" viene pagato dalla società di produzione all'università Cattolica di Milano che lo utilizza per finanziare giovani laureati»
ANSA

Caro direttore, le scrivo in relazione all'articolo pubblicato il 12 ottobre dal titolo "Cottarelli pagato per sparare sul Governo". A parte contestare l'intenzione che mi viene attribuita di sparare sul governo (nella scorsa puntata ho anche indicato che non mi sembra che la legge di bilancio, pur aumentando i rischi, sia tale da provocare una crisi in assenza di shock esterni e che lo spread si stabilizzerà), vorrei chiarire ancora una volta che il compenso per la mia partecipazione al programma Che Tempo Che Fa viene pagato dalla società di produzione all'Università Cattolica di Milano che lo utilizza per finanziare assegni di ricerca per giovani laureati. Sottolineo che il pagamento è fatto dalla società di produzione, una società privata, e non dalla Rai, che acquista il programma dalla società di produzione a un prezzo prefissato. Quindi se tale pagamento non venisse effettuato il risultato sarebbe un profitto più alto per la società di produzione (e non un risparmio per la Rai) e meno occupati come assegnisti universitari.

Carlo Cottarelli


È esattamente quello che abbiamo scritto. I soldi vanno all'Osservatorio sui conti pubblici della Cattolica, di cui lei è direttore. E a pagare è la società di produzione di Fabio Fazio, che poi si fa pagare dalla Rai, che si fa pagare dagli italiani. Quindi la sostanza, indiscutibile, è questa: gli italiani pagano e ogni sua apparizione costa 6.500 euro. Ognuno, poi, giudichi come vuole.

Mario Giordano

Interrogatorio chiave sul Sistema Pavia: «Provviste pagate con fiches del casinò»
Antonio Scoppetta (Ansa)
  • Nell’inchiesta spunta Alberto Marchesi, dal passato turbolento e gran frequentatore di sale da gioco con toghe e carabinieri
  • Ora i loro legali meditano di denunciare la Procura per possibile falso ideologico.

Lo speciale contiene due articoli

92 giorni di cella insieme con Cleo Stefanescu, nipote di uno dei personaggi tornati di moda intorno all’omicidio di Garlasco: Flavius Savu, il rumeno che avrebbe ricattato il vicerettore del santuario della Bozzola accusato di molestie.

Marchesi ha vissuto in bilico tra l’abisso e la resurrezione, tra campi agricoli e casinò, dove, tra un processo e l’altro, si recava con magistrati e carabinieri. Sostiene di essere in cura per ludopatia dal 1987, ma resta un gran frequentatore di case da gioco, a partire da quella di Campione d’Italia, dove l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è stato presidente fino a settembre.

Dopo i problemi con la droga si è reinventato agricoltore, ha creato un’azienda ed è diventato presidente del Consorzio forestale di Pavia, un mondo su cui vegliano i carabinieri della Forestale, quelli da cui provenivano alcuni dei militari finiti sotto inchiesta per svariati reati, come il maresciallo Antonio Scoppetta (Marchesi lo conosce da almeno vent’anni).

Per abbattere le emissioni nei peti delle mucche hanno rovinato pure il latte
Mucche (iStock)
In Danimarca è obbligatorio per legge un additivo al mangime che riduce la CO2. Allevatori furiosi perché si munge di meno, la qualità cala e i capi stanno morendo.

«L’errore? Il delirio di onnipotenza per avere tutto e subito: lo dico mentre a Belém aprono la Cop30, ma gli effetti sul clima partendo dalle stalle non si bloccano per decreto». Chi parla è il professor Giuseppe Pulina, uno dei massimi scienziati sulle produzioni animali, presidente di Carni sostenibili. Il caso scoppia in Danimarca; gli allevatori sono sul piede di guerra - per dirla con la famosissima lettera di Totò e Peppino - «specie quest’anno che c’è stata la grande moria delle vacche». Come voi ben sapete, hanno aggiunto al loro governo (primo al mondo a inventarsi una tassa sui «peti» di bovini e maiali), che gli impone per legge di alimentare le vacche con un additivo, il Bovaer del colosso chimico svizzero-olandese Dsm-Firmenich (13 miliardi di fatturato 30.000 dipendenti), capace di ridurre le flatulenze animali del 40%.

Green pass e Garante: «Report» gira a vuoto
Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
  • La trasmissione lancia nuove accuse: «Agostino Ghiglia avvisò Giorgia Meloni della bocciatura del dl Riaperture». Ma l’attuale premier non ebbe alcun vantaggio. Giovanni Donzelli: «Il cronista spiava l’allora leader dell’opposizione?». La replica: «Sms diffusi dal capo dell’autorità».
  • Federica Corsini: «Contro di me il programma ha compiuto un atto di violenza che non riconosce. Per difendersi usa la Rai».

Lo speciale contiene due articoli

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