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«Il compenso per la mia partecipazione al programma "Che tempo che fa" viene pagato dalla società di produzione all'università Cattolica di Milano che lo utilizza per finanziare giovani laureati»

«Il compenso per la mia partecipazione al programma "Che tempo che fa" viene pagato dalla società di produzione all'università Cattolica di Milano che lo utilizza per finanziare giovani laureati»
ANSA

Caro direttore, le scrivo in relazione all'articolo pubblicato il 12 ottobre dal titolo "Cottarelli pagato per sparare sul Governo". A parte contestare l'intenzione che mi viene attribuita di sparare sul governo (nella scorsa puntata ho anche indicato che non mi sembra che la legge di bilancio, pur aumentando i rischi, sia tale da provocare una crisi in assenza di shock esterni e che lo spread si stabilizzerà), vorrei chiarire ancora una volta che il compenso per la mia partecipazione al programma Che Tempo Che Fa viene pagato dalla società di produzione all'Università Cattolica di Milano che lo utilizza per finanziare assegni di ricerca per giovani laureati. Sottolineo che il pagamento è fatto dalla società di produzione, una società privata, e non dalla Rai, che acquista il programma dalla società di produzione a un prezzo prefissato. Quindi se tale pagamento non venisse effettuato il risultato sarebbe un profitto più alto per la società di produzione (e non un risparmio per la Rai) e meno occupati come assegnisti universitari.

Carlo Cottarelli


È esattamente quello che abbiamo scritto. I soldi vanno all'Osservatorio sui conti pubblici della Cattolica, di cui lei è direttore. E a pagare è la società di produzione di Fabio Fazio, che poi si fa pagare dalla Rai, che si fa pagare dagli italiani. Quindi la sostanza, indiscutibile, è questa: gli italiani pagano e ogni sua apparizione costa 6.500 euro. Ognuno, poi, giudichi come vuole.

Mario Giordano

Urso: «Pure i sindacati Ue contro il Green Deal»
Adolfo Urso (Imagoeconomica)
Il titolare del Mimit: «La lettera di Merz è un buon segno, dimostra che la nostra linea ha fatto breccia. La presenza dell’Italia emerge in tutte le istituzioni europee. Ora via i diktat verdi o diventeremo un museo. Chi frena è Madrid, Parigi si sta ravvedendo».

Giorni decisivi per il futuro del Green Deal europeo ma soprattutto di imprese e lavoratori, già massacrati da regole asfissianti e concorrenza extra Ue sempre più sofisticata. A partire dall’auto, dossier sul quale il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dedicato centinaia di riunioni.

A Glasgow non si parla più inglese. La Cei vuole farci fare la stessa fine
Gigi De Palo (Ansa)
Su «Avvenire», il presidente della Fondazione per la natalità, Gigi De Palo, contraddice la ragion d’essere del suo ente chiedendo più nuclei familiari immigrati. L’esito di politiche del genere è visibile in Scozia.

Intervistato dal quotidiano della Conferenza episcopale italiana, Avvenire, il presidente della Fondazione per la natalità, Gigi De Palo, ha rilasciato alcune dichiarazioni a pochi giorni dalla chiusura della quinta edizione degli Stati generali della natalità, indicando quelle che a suo dire potrebbero essere ricette valide per contrastare la costante riduzione delle nascite da cui l’Italia è drammaticamente afflitta (nel solo mese di agosto del 2025 il calo è stato del 5,4% rispetto ai già deprimenti dati dello stesso mese del 2024: in cifre, 230.000 neonati in meno).

Gianandrea Gaiani: «I leader Ue tifano guerra per farla franca»
Ursula Von Der Leyen e Kaja Kallas (Ansa)
L’esperto: «Tengono in vita il conflitto per salvare la poltrona. L’alternativa è tra una vittoria di Putin oggi o l’esplosione dell’Ucraina (e anche dell’Europa) domani. Senza più industria e con il caro energia, il riarmo voluto da Bruxelles è un piano da Sturmtruppen...».

«Siamo disposti a prendere atto che la Russia ha vinto, il che però ci consente di assicurare all’Ucraina la sovranità nazionale, o vogliamo portare Vladimir Putin al trionfo con la concreta opportunità che l’Ucraina esploda? Siamo lungimiranti da capire che se ci si ferma qui, concedendo alla Russia ciò si è già presa – a torto o a ragione non è questione – l’Europa si salva o vogliamo condurre l’Ue al rischio di dissoluzione?»

Edicola Verità | la rassegna stampa del 3 dicembre

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 3 dicembre con Carlo Cambi

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