«Il compenso per la mia partecipazione al programma "Che tempo che fa" viene pagato dalla società di produzione all'università Cattolica di Milano che lo utilizza per finanziare giovani laureati»

«Il compenso per la mia partecipazione al programma "Che tempo che fa" viene pagato dalla società di produzione all'università Cattolica di Milano che lo utilizza per finanziare giovani laureati»
ANSA

Caro direttore, le scrivo in relazione all'articolo pubblicato il 12 ottobre dal titolo "Cottarelli pagato per sparare sul Governo". A parte contestare l'intenzione che mi viene attribuita di sparare sul governo (nella scorsa puntata ho anche indicato che non mi sembra che la legge di bilancio, pur aumentando i rischi, sia tale da provocare una crisi in assenza di shock esterni e che lo spread si stabilizzerà), vorrei chiarire ancora una volta che il compenso per la mia partecipazione al programma Che Tempo Che Fa viene pagato dalla società di produzione all'Università Cattolica di Milano che lo utilizza per finanziare assegni di ricerca per giovani laureati. Sottolineo che il pagamento è fatto dalla società di produzione, una società privata, e non dalla Rai, che acquista il programma dalla società di produzione a un prezzo prefissato. Quindi se tale pagamento non venisse effettuato il risultato sarebbe un profitto più alto per la società di produzione (e non un risparmio per la Rai) e meno occupati come assegnisti universitari.

Carlo Cottarelli


È esattamente quello che abbiamo scritto. I soldi vanno all'Osservatorio sui conti pubblici della Cattolica, di cui lei è direttore. E a pagare è la società di produzione di Fabio Fazio, che poi si fa pagare dalla Rai, che si fa pagare dagli italiani. Quindi la sostanza, indiscutibile, è questa: gli italiani pagano e ogni sua apparizione costa 6.500 euro. Ognuno, poi, giudichi come vuole.

Mario Giordano

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In Toscana e segnatamente in Maremma il buglione è una sorta di mescolanza dei cibi di terra: si mette in pentola quello che c’è. D’inverno di solito si fa con le carni - e in questo assomiglia alla scottiglia - utilizzando pollame, scarti del maiale e del manzo, se c’è un po’ di cinghiale o altra selvaggina che vengono stufate in tegame con giusto apporto di vino rosso e spezie, d’estate ci si rivolge invece all’orto e ne esce un piatto profumatissimo, assolutamente vegetariano che può essere consumato sia caldo che a temperatura ambiente. La preparazione è semplicissima, ma per la buona riuscita della ricetta occorre che l’olio extravergine sia di prima scelta e le verdure siano freschissime.

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