2018-03-26
La Merkel deciderà anche il caso Puigdemont
Il leader catalano, arrestato mentre cercava di tornare in Belgio, oggi comparirà davanti al giudice tedesco che dovrà pronunciarsi sulla sua estradizione in Spagna. La cancelliera tedesca, rimasta con pochi alleati nell'Ue, potrebbe fare un favore a Madrid per rinsaldare il suo asse con il premier Mariano Rajoy.L'ex presidente catalano, Carles Puigdemont, comparirà oggi davanti alla Corte dello Schleswig-Holstein. Si avvierà così il processo richiesto delle autorità di Madrid, che lo scorso venerdì avevano riattivato il mandato di cattura, revocato a dicembre, contro alcuni leader indipendentisti catalani. Un mandato che ha fatto centro: Puigdemont è stato infatti arrestato ieri dalla polizia tedesca, subito dopo aver superato il confine con la Germania, mentre cercava di tornare in Belgio dalla Scandinavia. L'accusa è quella di ribellione, per il referendum e la dichiarazione di indipendenza della Catalogna, avvenuta in ottobre. Attualmente l'ex presidente si trova in una prigione nella città di Neumunster, a Sud della città di Kiel. L'obiettivo dell'udienza odierna è accertare l'identità del detenuto e dare avvio all'iter per decidere sul mandato d'arresto europeo. Il periodo massimo per approvare una eventuale estradizione è di 60 giorni dall'arresto. Il leader catalano rischia fino a 25 anni di prigione.La situazione resta frattanto incandescente. Soprattutto in Catalogna, dove domenica si sono registrate manifestazioni di protesta in svariate città. Il tutto, mentre a Barcellona la manifestazione principale è stata organizzata dal gruppo indipendentista, l'assemblea nazionale catalana. Negli scontri, 87 persone sono rimaste ferite, quattro sono state arrestate.In tutto questo, non si può non notare come, all'interno dell'Unione europea, si assista a una giustizia a due velocità. Due velocità il cui cambio di marcia sembra essere connesso a ragioni di natura politica: non si spiegherebbe altrimenti il diverso atteggiamento mostrato da Germania e Belgio sulla questione riguardante Puigdemont. Non dimentichiamo infatti che, lo scorso autunno, a fronte di un mandato europeo di cattura, Bruxelles concesse al leader catalano la libertà condizionale. Dunque, perché questa disparità di trattamento in una situazione in fin dei conti simile?Non è un mistero la vicinanza politica della cancelliera tedesca Angela Merkel nei confronti di Madrid sul caso catalano. Berlino ha infatti sempre visto come il fumo negli occhi le mire secessioniste della Catalogna, considerandole foriere di disgregazione in seno all'Unione europea. Non a caso, la cancelliera si è pronunciata sempre molto freddamente verso le ambizioni politiche catalane. E, alla luce di tutto ciò, questo arresto fulmineo potrebbe essere letto come un favore tedesco al premier spagnolo, Mariano Rajoy, nell'ottica più generale di una preservazione dell'integrità in seno all'Unione europea: un elemento che a Berlino, si sa, sta particolarmente a cuore. Indipendentemente da quelle che saranno le decisioni della magistratura tedesca, è chiaro che con questo arresto la cancelliera abbia rafforzato le relazioni con il governo ispanico.Senza poi dimenticare che, anche sul fronte geopolitico Angela Merkel abbia tutto l'interesse a rinsaldare un asse con Madrid su svariate questioni: dai complicati rapporti con la Russia a quelli, forse ancor più delicati, con la Casa Bianca. Inoltre, l'Europa sembra sempre più latitare di partner affidabili per la Germania: l'Italia è nel subbuglio politico, mentre il presidente francese, Emmanuel Macron, mostra da sempre ambizioni da grandeur che Berlino non sembra digerire troppo. L'arresto di Puigdemont si inserisce quindi all'interno di una più generale e complicata partita europea. E dimostra, ancora una volta, che a comandare nell'Unione alla fin fine sia una persona sola: Angela Merkel.
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