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«Proprio oggi la Consulta ci ricorda l’importanza della Costituzione. E proprio oggi Zan tifa ingerenza?»

«Proprio oggi la Consulta ci ricorda l’importanza della Costituzione. E proprio oggi Zan tifa ingerenza?»
Ansa

«Non è incostituzionale il divieto, contenuto nella legislazione vigente, di registrare "due mamme" di un figlio nato da fecondazione eterologa. La Consulta non ha quindi aperto una breccia nel concetto di famiglia. Tuttavia, lascia purtroppo aperta la porta alla discrezionalità del legislatore e alla stepchild adoption. Ma la Costituzione, nel "riconoscere" la famiglia naturale, esclude concezioni di famiglia del tutto contrarie a questa, come quella in cui ci sarebbero due "mamme». Così la nota di Pro Vita e Famiglia sulle questioni di legittimità esaminate dalla Corte Costituzionale e sollevate dal Tribunale di Venezia riguardanti la storia di due donne unite civilmente, con un bambino da registrare, acquisito all'estero.

«Considerato che ora il parlamentare Zan sta strumentalizzando le parole del Papa sulle unioni civili per velocizzare il processo per la legge contro l'omotransfobia, ricordiamo anche a lui quanto conta il rispetto della Costituzione e dei suoi principi fondamentali, tra cui il diritto di espressione e di opinione. Un conto è riconoscere e tutelare la dignità di tutti, un conto è mandare in galera anche il Papa qualora dicesse che un bambino nasce da un padre e da una madre. Ma caro Zan per voi non è un'ingerenza nella politica che il Papa parli sulle unioni civili e sugli omosessuali? Come al solito le vostre parole sono vuote e inattendibili oltre che menzognere» ha concluso la nota di Pro Vita e Famiglia.

Da Picasso a Van Gogh: i grandi Maestri in mostra a Treviso
Vincent Van Gogh, Campi di grano con falciatore, Auvers, 1890.Toledo Museum of Art, acquistato con fondi del Libbey Endowment, dono di Edward Drummond Libbey

Da Picasso a Van Gogh, passando per Modigliani, Matisse e Hopper, in mostra al Museo di Santa Caterina di Treviso (sino al 10 maggio 2026) oltre sessanta capolavori provenienti dal Toledo Museum of Art dell’Ohio, per un viaggio appassionante nell’arte dell’Ottocento e Novecento.

Storico dell’arte, curatore di fama internazionale, grande studioso di Van Gogh , Marco Goldin torna nella sua Treviso con una mostra che raccoglie sessantun capolavori dall’inestimabile valore culturale ed economico (nell’insieme valgono oltre un miliardo di euro…), frutto dell’estro dei grandi Maestri che hanno segnato e rivoluzionato la storia dell’arte del XIX° e XX° secolo.

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Il treno dei minatori e del carbone: storia delle ferrovie del Sulcis
Il primo giorno di esercizio delle Ferrovie Meridionali Sarde alla stazione di Iglesias nel 1926

Le Ferrovie Meridionali Sarde, nate negli anni Venti in concessione, servirono per oltre 40 anni l'industria estrattiva e i suoi lavoratori. Sopravvissute alla guerra, furono sopraffatte dal boom petrolifero e dal traffico privato.

L'articolo contiene una gallery fotografica.

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Arbore: «Rifiutai l’assegno in bianco di Berlusconi»
Renzo Arbore (Ansa)
Il maestro della tv ripercorre la sua gloriosa carriera di conduttore, ricca di aneddoti, nel libro-intervista «Mettetevi comodi»: «Il Cavaliere mi voleva con sé e disse: “Scrivi tu la cifra”. Ma ero un figlioccio della Rai. Baudo tornò a viale Mazzini grazie a me».

In molti hanno tentato di imitare il suo stile. Nessuno, tuttavia, l’ha mai eguagliato. Con fantasia iperbolica Renzo Arbore ha de-istituzionalizzato il tradizionale varietà della Rai inventando una televisione diversa con ritmi, personaggi, canzonette esilaranti e paradossi che facevano riflettere, divertivano e dissacravano. Figlio di un medico dentista che l’incoraggiò a laurearsi in Legge, ha smascherato ipocrisie con eleganza, gentilezza e garbo difendendo sempre la propria libertà. Il jazz, basato sull’improvvisazione creativa, è la sua universale fonte ispiratrice. È appena uscito Mettetevi comodi (ed. Fuoriscena), eccellente libro-intervista con il maestro della tv scritto dal giornalista del Messaggero Andrea Scarpa.

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Il calcio ipotecato: così fondi e banche hanno messo le mani sul futuro dei club
iStock

Mentre i tifosi guardano il campo, il futuro del pallone si gioca su altri tavoli lontano dai riflettori. Fondi e banche finanziano stadi e mercato, ma incassano oggi su ricavi di domani. Il denaro arriva subito. Il peso delle scelte resta a chi deve poi sostenerle.

Il vero vincitore della trasformazione finanziaria del calcio europeo non scende in campo. Non indossa una maglia. E non porta un numero sul retro. Non sta in panchina. Non festeggia sotto la curva. Perché ormai nel mondo del pallone moderno il vincitore è sempre di più il capitale che presta, struttura e garantisce. Sono i fondi di credito privato e gli intermediari finanziari che monetizzano il tempo, l’urgenza e la volatilità di un’industria sempre più ossessionata dal risultato immediato.

Mentre i tifosi discutono di moduli e acquisti, su quotidiani sportivi sempre più sdraiati, i i club di tutta Europa si stanno riconfigurando come asset finanziari complessi. Il calcio resta spettacolo. Ma diventa anche una catena di flussi di cassa futuri già promessi. I bilanci assomigliano sempre meno a quelli di società sportive tradizionali e sempre più a quelli di aziende altamente indebitate, con ricavi stagionali, costi rigidi e un bisogno costante di liquidità.

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