2024-08-24
«Il Patto di stabilità ci obbliga a decisioni di corto respiro. Il Pnrr evoca l’Urss»
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Giancarlo Giorgetti attacca l’Ue. Stoccata alle banche: «Non guardino solo i numeri». Paolo Gentiloni corre subito in difesa dell’Unione.Investire nella formazione e nel lavoro con un’ottica di lungo respiro «mal si concilia, ahimè, con la politica, che ha un pensiero breve e affannoso». Lo ha detto ieri il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel suo intervento al Meeting di Rimini. Spiegando che, anche nella misura in cui la politica volesse avere questo «pensiero lungo, subentrano delle regole, magari decise a livello europeo, come il Patto di stabilità, in cui il pensiero lungo non è adeguatamente valutato e quindi costringe gli Stati nazionali nelle decisioni di politica di bilancio a fare valutazioni inevitabilmente di breve e corto respiro». A dicembre 2023 Giorgetti aveva usato tre parole - «spirito di compromesso» - per spiegare la sua approvazione alla proposta sul Patto di stabilità definendolo «più realistico» di quello precedente, lasciando intuire, dunque, una soddisfazione a metà. E, dietro a quello «spirito di compromesso», anche qualche sacrificio. Sempre a dicembre aveva poi detto di guardare agli investimenti specialmente del Pnrr «con spirito costruttivo». Ieri al Meeting non solo ha criticato il nuovo Patto di stabilità (forse per mettere le mani avanti sulla nuova legge di bilancio) ma ha anche ironizzato sul Pnrr. «Potrei riempirvi di titoli di piani e progetti che ricordano i piani quinquennali dell’Unione sovietica, scusate la battuta», ha commentato. «Ma il problema», ha aggiunto il ministro, «è capire se la formazione e l’acquisizione di competenza può essere spinta dallo Stato o essere tirata dalle imprese. Questa è una grande scelta di fondo. Probabilmente, è più efficiente l’apprendimento tirato dalle imprese, più mirato, rispetto a quello immaginato da qualche politico o da qualche burocrate».Dopo poco, in un punto stampa sempre alla kermesse di Rimini, è arrivato il commento del commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni: «Che il Pnrr sia fatto di interventi sovietici mi pare una battuta. Del resto, conosco bene il ministro Giorgetti e le sue battute. È una cosa molto importante per l’Italia, sono 190 miliardi di Eurobond: qui vicino c’è il Rubicone, c’è stato l’attraversamento del Rubicone da parte dell’Unione europea sull’emissione di Eurobond e sapete che l’Italia ne è il principale beneficiario. Certo, se non riuscissimo a spendere questi quattrini, allora ci sarebbe un problema di burocrazia, ma da parte nostra, non da parte di chi ha immaginato i progetti, cioè i governi italiani e chi li ha autorizzati, cioè la Commissione europea», ha chiosato Gentiloni. Che sul palco durante il suo intervento ha anche chiesto maggiore integrazione europea nel campo della Difesa, spinto su un Tesoro unico e chiesto il superamento della regola dell’unanimità, per poi aggiungere: «Scommettere sull’Europa e sulla sovranità europea non è assolutamente ridimensionare il ruolo di un Paese come l’Italia, anzi: penso che i veri patrioti sono anche i veri europeisti».Tornando all’intervento di Giorgetti, la sensazione è che l’avesse preparato più per parlare a un’assemblea di Confindustria e non per la platea del Meeting di Rimini. Perché i riferimenti alle aziende e agli imprenditori sono stati numerosi. «In un contesto difficile il capitale umano nelle sue varie accezioni è il principale determinante di crescita e produttività'», ha proseguito, sottolineando come sia l’imprenditore «il motore dello sviluppo e continui a essere la scintilla quella che alimenta l’economia». E ancora: «Come dissi al mio intervento all’Abi, la banca non può essere un algoritmo. Ha di fronte una persona fatta di cuore e di anima, che è l’imprenditore. Se la banca non riesce a cogliere la dimensione che va oltre i freddi numeri si fa fatica ad alimentare questa scia di intrapresa che si trasforma in impresa», ha spiegato.Un aspetto negativo, secondo Giorgetti, è inoltre «la fuga dei cervelli, o perché non ci sono prospettive di lavoro o perché non sono adeguatamente retribuite. Ma il nostro Paese, povero di tante altre cose, è tremendamente ricco di intelligenza. E su questo va costruito l’orizzonte futuro». Infine, commentando le difficoltà incontrate dalla transizione 5.0, il ministro ha ammesso di aver fatto «una fatica terribile, anche assieme ai colleghi del Mimit, per trovare delle formule che andassero anche verso la formazione. Perché in base ai diktat che arrivavano da Bruxelles Industria 5.0 sarebbe stata limitata solo ad alcuni settori legati alla transizione energetica e stop». A Rimini ieri si è parlato intanto di quali interventi potrebbero finire nella prossima manovra. Nel «menù» dovrebbero entrare anche i bonus e gli sconti fiscali, le cosiddette tax expenditure. «Ci sono bonus, tipo quello sul monopattino, che appaiono come spese clientelari e che adesso non hanno più ragione di esistere», ha affermato il presidente della commissione Finanze della Camera, Marco Osnato.
Edoardo Raspelli (Getty Images)
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)