2021-09-27
Nagorno-Karabakh: la situazione nell'anniversario dell'inizio della guerra
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Un anno fa, iniziava la seconda guerra del Nagorno Karabakh. Nonostante il cessate il fuoco, la tensione resta alta. A intervenire sulla questione, è stata l'ambasciatrice armena in Italia Tsovinar Hambardzumyan.Non si placa la situazione in Nagorno-Karabakh. Nel primo anniversario dell'inizio della seconda guerra nell'area, è intervenuta sulla questione l'ambasciatrice armena in Italia, Tsovinar Hambardzumyan. «Come sapete, a partire dall'indipendenza l'Armenia si è sempre impegnata affinché venissero eliminati tutti i blocchi stradali, mentre l'Azerbaigian e la Turchia hanno mantenuto l'Armenia sotto un blocco illegale», ha dichiarato l'ambasciatrice, in un'intervista rilasciata ad Agenzia Nova. «Sono in corso trattative», ha proseguito, «a livello di vicepremier per riaprire i collegamenti stradali, su cui l'Armenia insiste da trent'anni. Non c'è un'agenda per il corridoio di Syunik e non vi può essere. La creazione del cosiddetto 'corridoio' è un un'agenda falsa dell'Azerbaigian e della Turchia, un movente espansionista e panturco, che dovrebbe preoccupare il mondo intero». L'ambasciatrice ha anche parlato del ruolo di Mosca. «La Russia», ha detto, «ha svolto un ruolo chiave nel fermare l'aggressione dell'Azerbaigian contro il popolo del Nagorno-Karabakh. La dichiarazione trilaterale dei leader di Armenia, Russia e Azerbaigian sulla cessazione di tutte le ostilità nella zona di conflitto del Nagorno-Karabakh è stata adottata il 9 novembre 2020. La Russia è il garante del cessate il fuoco». «Secondo la dichiarazione», ha proseguito l'ambasciatrice, «il termine di cinque anni della permanenza delle forze di pace sarà automaticamente prorogato se una delle parti non annuncerà l'intenzione di sospendere il provvedimento». «La presenza delle forze di pace russe», ha continuato, «svolge un ruolo molto importante nel garantire la sicurezza e il diritto alla vita del popolo di Artsakh, come è chiaramente affermato nel programma del governo per il 2021-2026, recentemente approvato dal governo armeno. Se non vi fosse la Russia, la situazione cambierebbe completamente. Chi può garantire che l'Azerbaigian, insieme alla Turchia, non oserebbe entrare in quel territorio?». L'ambasciatrice non ha poi risparmiato delle critiche alla Turchia che, durante il conflitto, ha spalleggiato Baku. «Il cessate il fuoco è stato concordato tra le tre parti, ma la quarta, la Turchia, è coinvolta nel retroscena. Sapete che non solo i generali turchi, gli ufficiali, gli esperti militari, ma anche le armi della Turchia, membro della Nato, sono stati coinvolti in supporto all'Azerbaigian», ha dichiarato. «Nel frattempo», ha aggiunto, «va notato che l'Azerbaigian non solo non ha ancora firmato il mandato delle forze di pace, ma sta anche portando avanti una forte azione di propaganda contro la missione di pace russa nel Nagorno-Karabakh. Inoltre, l'Azerbaigian cerca costantemente di mettere in discussione l'opportunità e l'efficacia della missione di peace-keeping». «In tale contesto», ha concluso l'ambasciatrice, «vanno considerati anche i casi di cattura di militari armeni nelle aree sotto la responsabilità delle forze di pace».Ricordiamo che la seconda guerra in Nagorno-Karabakh sia iniziata, con l'attacco di Baku, esattamente un anno fa, il 27 settembre del 2020, per concludersi il 10 novembre dello stesso anno, con considerevoli acquisizioni territoriali da parte dell'Azerbaigian che – come abbiamo visto – ottenne il sostegno della Turchia. Negli scorsi mesi, si sono verificate significative tensioni. In particolare, gli armeni hanno denunciato atti vandalici ai danni del proprio patrimonio culturale e religioso da parte degli azeri. Un altro spinoso problema è poi quello dei prigionieri, che gli armeni sostengono essere stati catturati dopo la conclusione delle ostilità dalle truppe di Baku. Inoltre, negli scorsi mesi, non sono mancati degli scontri tra Armenia e Azerbaigian. Tutto questo, mentre anche sul versante geopolitico la situazione non è del tutto tranquilla. Secondo quanto riferito dalla Jamestown Foundation, all'inizio del mese, azeri e turchi hanno tenuto delle esercitazioni congiunte nella regione di Lachin: in territori, cioè, conquistati nel corso dell'ultima guerra del Nagorno-Karabakh. La stessa fonte ha riferito che tali esercitazioni siano state una sorta di risposta a quelle recentemente tenute, nella medesima area, dalle forze militari russe. Questi eventi vanno inseriti in un contesto più ampio e preoccupante: pare infatti che, soprattutto nelle scorse settimane, la tensione stia salendo tra l'Azerbaigian e le forze di pace russe presenti sul territorio. Inoltre, sempre a inizio settembre, Eurasianet ha riferito di crescenti attriti tra il presidente russo, Vladimir Putin, e l'omologo azero, Ilham Aliyev, proprio sulla questione del Nagorno-Karabakh. Non è ancora del tutto chiaro quale impatto avranno tali turbolenze nei rapporti tra Mosca e Ankara.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.