2024-10-17
Mandare migranti in Albania toglie i soldi a Caritas e coop
Disumano. Karima Moual, giornalista nata a Casablanca, in Marocco, lo ripete più volte. E insieme con lei lo dicono in tv anche altri opinionisti e politici, tutti ovviamente di sinistra. I quali non si fanno scappare l’occasione per spiegare che mandare i richiedenti asilo in Albania non soltanto è crudele, ma è anche uno spreco di risorse pubbliche, oltre che la prova in mondovisione della nostra incapacità a gestire un fenomeno come quello migratorio. Karima Moual lo urla quasi davanti alle telecamere di Mattino 5, sulle tv Mediaset.Ma è davvero così? La risposta è no. A cominciare da quell’aggettivo: disumano. Che cosa c’è di bestiale nel trasferire degli stranieri che chiedono di ottenere la protezione umanitaria in un centro di trattenimento allo scopo di verificare se ricorrano le condizioni per concedere il permesso di soggiorno? Forse le strutture allestite un po’ più a Sud di Scutari sono fatiscenti? A guardare le immagini riprese dagli inviati spediti laggiù non si direbbe. Gli edifici appaiono nuovi e in condizioni migliori di molti centri di accoglienza gestiti dalle cooperative in Italia. Forse disumane sono le regole imposte a chi verrà ospitato? A differenza di ciò che si vuol lasciar credere, le strutture non sono lager. A vigilare su quanto succede all’interno saranno le forze dell’ordine italiane, non dei kapò nazisti, e la giurisdizione rimarrà la nostra. Di più: l’Albania non è retta da un dittatore, ma da un premier che appartiene alla grande famiglia socialista europea. Edi Rama nel Pse siede al fianco di Elly Schlein. Dunque, che cosa c’è di disumano in tutto ciò? Forse l’aver sottratto i migranti al business dell’accoglienza, gestito da coop e Caritas? A quel sistema definito dalla Procura di Roma «mafia capitale» e che secondo il suo dominus, Salvatore Buzzi, rende più della droga? Altra questione: il costo dell’operazione. Così si sprecano soldi che avrebbero potuto essere usati per la sanità, ho sentito dire da Eleonora Evi, deputata passata dai 5 stelle al Pd dopo una parentesi con i Verdi. Per i centri di trattenimento in Albania si stima una spesa di 635 milioni in cinque anni, ma mettiamo anche che alla fine se ne spendano di più e arriviamo pure alla cifra che Evi e compagni raccontano, ovvero 1 miliardo di euro da qui al 2029. Credete forse che i centri di accoglienza aperti in Italia siano gratis? No, non lo sono, prova ne sia che le stime annue per affrontare gli sbarchi e per allestire strutture per i cosiddetti profughi si aggirano intorno ai 5 miliardi di euro. Dunque, quelli preventivati per Gjader sono una parte e neppure la più importante delle spese a carico dei contribuenti per gli sbarchi dei richiedenti asilo.E veniamo ora all’altra accusa, quella che tanto preoccupa Moual e compagni, ovvero la dimostrazione davanti al mondo intero dell’incapacità italiana di gestire l’arrivo dei migranti. È di ieri la notizia fatta filtrare da una fonte diplomatica europea, e riferita dalle principali agenzie di stampa, che la Commissione europea sta valutando l’intesa raggiunta fra Italia e Albania per vedere come si sta sviluppando. Lo stesso portavoce fa capire che i Paesi nordici, ossia Danimarca e Olanda, sono molto interessati a quella che chiama «l’esternalizzazione delle richieste d’asilo». Ma prima della nota diplomatica fatta arrivare alle redazioni in vista del Consiglio europeo previsto per oggi, era stata la stessa Ursula von der Leyen a dimostrare interesse per la soluzione italiana. E il nuovo premier britannico Keith Starmer addirittura ne ha parlato di persona con Giorgia Meloni in una recente visita. Tralascio le aperture della Francia, dove il nuovo governo sta studiando soluzioni simili a quelle adottate in Italia, ma anche della Germania, per bocca del suo ministro dell’Interno. Insomma, mezza Europa, se non tutta, guarda con favore al protocollo sottoscritto fra Roma e Tirana, perché ormai i migranti che sbarcano sulle coste italiane, greche o spagnole sono un problema per l’intera Ue. Quindi, nessuna delle obiezioni ripetute come un disco rotto nei vari talk show è fondata. Non quella di misure disumane, né quella di aver sprecato denaro pubblico o esser diventati lo zimbello d’Europa. Con ciò vuol dire che mandare i migranti in Albania è la soluzione di tutti i problemi? No, perché il trattenimento dei richiedenti asilo e la loro eventuale espulsione sono sempre soggetti alla magistratura italiana. E come vi potrete immaginare le toghe sono già sul piede di guerra, decise a rendere inutile il trasferimento dei profughi dai confini italiani. Ciò significa che siamo sempre lì, al grande tema della giustizia. Dal blocco delle navi delle Ong al processo a Salvini, per finire ai risultati dei centri sull’altra sponda dell’Adriatico, tutto dipende dai giudici, il vero contropotere che detta legge nel Paese. Questa è la vera anomalia. Altro che Albania.
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