
L'Organizzazione mondiale della sanità e l'Aifa hanno bandito la clorochina fidandosi di «Lancet». Peccato che i dati dell'articolo non tornino e che l'unico autore a non aver ritirato la firma sia l'ad di una strana società con una escort e uno scrittore di fantasy.direttive che riguardano la salute di tutti noi. E cioè sulla base di ricerche tarocche, eseguite da una società misteriosa, i cui dati sono fasulli, e che ha come responsabile scientifico un esperto di fantascienza e fra i suoi luminari di riferimento una modella del porno. Proprio così. Scommetto che a questo punto vi chiederete sorpresi: ma la scienza, quella ufficiale, con la S maiuscola, quella dei burioni e dei borioni, quella che detta legge e impone regole, può affidarsi a una cialtronata del genere? Può cioè prendere decisioni che incidono sulla nostra pelle, ispirandosi a scrittori fantasy e dive dell'hard core? Può, eccome. Infatti è successo. Leggete e capirete.L'oggetto del contendere è la idrossiclorochina, meglio nota come clorochina. Come sapete è una delle cure usate contro il coronavirus: secondo alcuni efficace, secondo altri no, sperimentata in molti ospedali, osteggiata da molti medici, esaltata da Donald Trump e per questo demonizzata dai suoi nemici. È evidente che noi, che facciamo i giornalisti e non gli scienziati, non sappiamo dire se la clorochina funzioni o se sia pericolosa, e per questo vorremmo affidarci alla scienza con la speranza che essa si ispiri a criteri scientifici, non alla simpatia o all'antipatia, pro o contro Donald, soldi o potere, o altri interessi sottostanti. Purtroppo, come vedrete, non è così.Che cosa sapevamo finora della clorochina? Sapevamo che è sostenuta da un guru francese, Didier Raoult, piuttosto controverso, eppure ricevuto a suo tempo anche da Emmanuel Macron. Sapevamo che è sperimentata (con tutte le autorizzazioni del caso) in diversi ospedali italiani, da Alessandria e Piacenza. Sapevamo che molti medici la assumono a scopo preventivo. E sapevamo che si tratta di un farmaco conosciuto da un pezzo, già usato contro la malaria, di cui pertanto sono noti da tempo pregi, difetti e rischi connessi. Ah, dimenticavo: qualcuno dice che essa sia osteggiata perché a differenza di altri farmaci costa poco e non consente grandi guadagni alle case farmaceutiche. Ma si tratterà delle solite malelingue. Comunque nel mezzo del cammin del coronavirus, fra scienziati che litigano su tutto e si scontrano su ogni cosa, la clorochina stava lì, metà amata e metà odiata come tante altre cure, un po' sperimentata e un po' avversata, osannata e criticata. Finché è scoccata la sua ora: la scienza ha deciso che era giunto il momento di metterla al bando. Così il 25 maggio l'Oms ha lanciato la sua fatwa, citando uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet dal quale risulta che i malati di coronavirus che hanno usato questo farmaco hanno avuto una mortalità più alta del 30 per cento. Tuoni, fulmini e saette, fermate la sperimentazione. La clorochina fa male. La clorochina uccide. Si cominci la demonizzazione del «Sacro Graal dei populisti» (l'hanno definito anche così). L'Agenzia italiana del farmaco si è immediatamente adeguata e la notizia ha cominciato a rimbalzare a Virologando con le stelle, live show sempre in onda sulle nostre tv. Clorochina assassina, la scienza ha deciso. Senonché sono spuntati i primi dubbi. Centoventi medici (pro e contro clorochina) hanno infatti scritto alla rivista Lancet mettendo in dubbio lo studio. E Lancet ha pubblicato una nota, cosa più unica che rara, ammettendo che la pubblicazione era stata avventata e che i risultati della ricerca non erano stati adeguatamente verificati. Ieri tre dei quattro autori hanno definitivamente tolto la firma all'articolo che avevano incautamente pubblicato, dicendo di non «poter garantire la veridicità delle fonti». Lo studio dichiarava di fondarsi su 96.032 casi in 1.200 ospedali sparsi nei sei continenti, ma i dati non li aveva controllati nessuno. Erano stati accettati a scatola chiusa. Con fiducia cieca. E anche un po' immotivata se si pensa che, da quel poco che è emerso, sono subito saltate fuori incongruenze surreali. In un solo ospedale dell'Australia, per dire, stando alla ricerca c'erano 73 morti. Peccato che nello stesso periodo in tutta l'Australia i morti di coronavirus erano stati 67. Ora uno potrebbe chiedersi come sia possibile che tre scienziati firmino una ricerca senza conoscere i dati, come sia possibile che una rivista prestigiosa pubblichi il tutto senza controllare e come sia possibile che l'Oms prenda tutto ciò per buono, usandolo come base per una sua decisione ufficiale, senza nessuna verifica. Ce ne sarebbe già abbastanza per scandalizzarsi. Ma il bello deve ancora venire. Il quarto autore della ricerca, infatti, l'unico a non aver ritirato la firma dall'articolo, si chiama Sapan Desai, ed è quello che avrebbe fornito i dati a scatola chiusa. L'avrebbe fatto con la società di cui è amministratore delegato, la Surgisphere di Chicago, nell'Illinois. Si tratta di una piccola azienda fondata nel 2007, che di fatto risulta inattiva (almeno a giudicare da Internet) da almeno sette anni. Ha appena 170 follower su Twitter. L'unico risultato di cui si parla in Rete, a proposito di Surgisphere, sono tre cause per negligenza del suo fondatore. Anche i dipendenti (sei poi ridotti a tre) non sembrano avere una grande preparazione scientifica: quello che si presenta come science editor è un autore di fantascienza, e può contare sull'aiuto qualificato di una modella del porno. Si chiama Ariane Anderson: le sue foto con il sedere all'aria sono scientificamente on line.Ariane, va detto, non sfigura. Ma tutto il resto sì. E infatti, in queste ore, stanno facendo retromarcia tutti. L'Oms ha rinnegato la sua fatwa, l'Aifa ha rinnegato la sua determina, Lancet ha rinnegato il suo articolo, gli autori hanno rinnegato di averlo firmato. Ma torniamo alla domanda iniziale: com'è possibile che una decisione così importante, che riguarda la vita e la morte delle persone, sia presa con tanta leggerezza? Si capisce: c'era una grande fretta di andare contro l'odiato Trump e la «medicina dei sovranisti» (chissà perché). Per questo le riviste scientifiche hanno afferrato la prima ricerca che passava e l'hanno pubblicata senza controlli. Per questo l'Oms l'ha fatta sua usandola per impartire direttive universali. Ma resta il dubbio: questa è la scienza di cui noi dovremmo fidarci? La scienza ormai stabilisce regole senza possibilità di discussione, limitando le nostre libertà e dominando incontrastata sulla nostra vita. Possibile che per stabilire quelle regole si basi su studi farlocchi elaborati letteralmente con il culo? E il fatto che, in questo caso, il culo sia notevole non rende il tutto più tollerabile. Anzi.
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Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
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Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.