2018-05-11
La soluzione esiste: fate premier la Meloni
Il governo non è ancora nato ma già si sente poco bene, al punto che Matteo Salvini ieri è stato costretto ad agitare un'altra volta le elezioni anticipate, unico argomento in grado di mettere d'accordo gli onorevoli di ogni schieramento, inducendoli a trovare la soluzione anche ai problemi più complessi. Dopo settimane di discussione e di passi in avanti, ma soprattutto indietro, Lega e 5 stelle si sono infatti impantanati sul nome del presidente del Consiglio. Visto che a capo dell'esecutivo non possono stare, per ovvi motivi, né Matteo Salvini né Luigi Di Maio, pena l'oscuramento di uno dei due, serve un terzo uomo. Sì, ma nessuno sa chi possa essere un premier terzo che vada bene a tutti, per questo il governo è tornato in alto mare.Il badante del Colle e della Costituzione, Sergio Mattarella, approfittando dell'impasse ha cercato di imporre qualcuno della sua cerchia, rispolverando una serie di nomi altisonanti pescati fra un mazzo di professori e funzionari dello Stato.Secondo le indiscrezioni della rosa da sfogliare farebbero parte Giovanni Legnini, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Enrico Giovannini, ex presidente dell'Istat ed ex ministro del lavoro nel governo Letta, Salvatore Rossi, attuale direttore di Banca d'Italia e presidente dell'istituto che vigila sulle assicurazioni. Ma tra i petali offerti a Salvini e Di Maio, in ossequio alle scelte politicamente corrette, spunterebbero a sorpresa anche quote rosa tipo Elisabetta Belloni (segretario generale del ministero degli Esteri), Anna Maria Tarantola (ex presidente della Rai ed ex Banca d'Italia) e Lucrezia Reichlin (docente alla London business school)Tuttavia, con questa gente alla guida, più che il governo Lega-5 stelle sembrerebbe il governo Monti, perché di politico non avrebbe niente e di tecnico tutto. Quindi sia Di Maio che Salvini hanno respinto l'offerta del presidente, preferendo cercare qualcuno che non riproduca l'immagine dell'ex rettore della Bocconi senza il loden. La soluzione ad un certo punto sembrava indirizzarsi verso un uomo del Carroccio, ossia Giancarlo Giorgetti, vicesegretario lumbard ma soprattutto ex presidente della commissione bilancio della Camera. L'idea di un leghista a Palazzo Chigi è però stata impallinata dai pentastellati, i quali considerano l'onorevole padano troppo berlusconiano per fare il premier. Così, dato che finora il terzo uomo non è saltato fuori, i due leader sono stati costretti a rivolgersi al capo dello Stato supplicandolo di avere un po' di pazienza. Risultato, la soluzione del giallo che ci tiene sulle spine da oltre due mesi è rinviata a lunedì. Insomma, un tranquillo weekend di passione, perché per Salvini e Di Maio non sarà facile trovare nella cerchia dei due partiti un tizio che abbia i requisiti richiesti, cioè che sia terzo ma non sia fesso. In particolare, è difficile reperire qualcuno che vada bene a entrambi ma passi l'esame anche del Colle e dell'Europa, l'uno e l'altra intenzionati a mettere becco nella faccenda. È possibile che il weekend porti consiglio, ma è legittimo nutrire dubbi, in particolare dopo essere stati spettatori dei numerosi tentennamenti che hanno accompagnato le ultime settimane. È per questo che ci permettiamo una modesta proposta. Visto che Di Maio e Salvini non riescono a decidersi su chi debba occupare la poltrona più importante di Palazzo Chigi e sono disposti a cedere il passo a qualche politico che non faccia parte né dei 5 stelle né della Lega, ma non a un tecnico, perché non offrono il posto a Giorgia Meloni? La capetta di Fratelli d'Italia fa parte della coalizione di centrodestra e, a differenza di Silvio Berlusconi, non ha scelto se stare dentro o fuori dal governo: deciderà, dice, in base al nome del premier. Imbarcarla avrebbe il vantaggio di far crescere i numeri del governo, mettendolo in sicurezza. Salvini vedrebbe salire il suo peso, bilanciando una maggioranza un po' sbilanciata. Di Maio invece potrebbe accontentarsi del fatto che se non c'è un premier grillino non ce n'è neppure uno leghista. Cioè, pari e patta. Non è tutto: proponendo la Meloni si soddisferebbe anche il desiderio di Mattarella, il quale non riuscendo a dare un'impronta al suo settennato vorrebbe che almeno passasse alla storia come quello in cui l'Italia ha avuto il primo premier donna. Oh, certo, qualcuno obietterebbe che con lei il fascismo è andato al governo, ma saranno i soliti quattro gatti e poi la signora della destra è nata 32 anni dopo la caduta del fascismo. Fossimo in Di Maio e Salvini ci penseremmo. Dateci retta: fate la Meloni, ma soprattutto fatela finita, perché il gioco del tira e molla alla lunga stanca.
Foto Pluralia
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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Matteo Del Fante, ad di Poste Italiane (Ansa)
«Non esiste al mondo un prodotto così diffuso e delle dimensioni del risparmio postale», ha dichiarato Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, a margine dell’evento «Risparmio Postale: da 150 anni la forza che fa crescere l’Italia», a cui ha presenziato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Come l’ha definito il Presidente della Repubblica, si tratta di un risparmio circolare: sono 27 milioni i risparmiatori postali», ha spiegato ai giornalisti Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti.