2019-05-07
Il sindaco pd spende 50.000 euro per un «Satana» con il fallo eretto
Fa discutere l'opera dell'artista Luigi Ontani installata a Vergato, presso Bologna: un fauno dalle sembianze diaboliche tiene sulle spalle un putto e l'acqua gli zampilla dal pene. Il tutto pagato anche dai contribuenti.Secondo il poeta francese Charles Baudelaire la «più grande astuzia del diavolo è farci credere che non esiste». E in effetti, almeno a quanto dicono i promotori della fontana realizzata dall'artista Luigi Ontani e inaugurata lo scorso 7 aprile a Vergato, comune di 7.000 anime appartenente all'area metropolitana di Bologna, a guida Pd, del diavolo non c'è traccia. Protagonista della scultura è un fauno adulto, creatura immaginaria del mito romano raffigurante una divinità della campagna, ritto in piedi sopra un uovo e recante sulle spalle un putto alato. Entrambi i personaggi vengono raffigurati nell'atto di emergere dalle acque, avvolti dalle spire di un vecchio e incupito Tritone. Secondo i resoconti ufficiali, la statua «si avvale di figure desunte dalla mitologia classica richiamanti gli elementi geografici dell'Appennino in un felice intreccio, con simbologie tipiche dell'iconografia ontaniana». Non sono pochi, tuttavia, quelli che nell'opera che lo stesso autore ha definito in occasione del taglio del nastro «un inno alla vita» hanno scorto più di un rimando all'iconografia satanica. Il fauno, infatti, è rappresentato con tanto di coda, corna e zoccoli, caratteri morfologici tipici della divinità pagana quanto del signore del male. Ma il particolare forse più agghiacciante è rappresentato dal fallo eretto in bella mostra del fauno che zampilla, aggravato dalla presenza del bambino sulle spalle, particolare che in molti hanno interpretato quasi come un incitamento alla pedofilia. A rendere il tutto ancora più inquietante gli occhi dei due soggetti, dipinti di bianco, sbarrati e intenti fissare il vuoto. L'uovo, simbolo cristiano di rinascita, è sovrastato dal fauno e avvolto da un serpente, una combinazione che potrebbe essere interpretata come la supremazia del maligno. Tanto che, non appena la notizia dell'installazione è divenuta di dominio pubblico, qualcuno si è affrettato a definire l'opera di Ontani un «inno a Satana«. Nelle ultime ore qualche esponente politico è arrivato persino fino a chiedere pubblicamente la rimozione della statua.Nella giornata di ieri, l'associazione «Vergato arte cultura» ha pubblicato un post in difesa del prodotto artistico del proprio illustre concittadino: «La statua del maestro Ontani può piacere o non piacere, ma da qua a vederci ogni sorta di male ne corre… Qualcuno vuole confondere reminiscenze e stilemi mitologici con volute e forzate allusioni all'iconografica di sette estranee al mondo dell'arte che ci compete. Senza volere per forza citare i classici, vi ricordiamo che nelle case degli romani non era desueta la riproduzione iconografica di Priapo e che presso gli antichi greci le statue itifalliche non stupivano nessuno». Infine, un appello alla libertà di espressione. «Non dimentichiamoci», conclude l'associazione, «di quanto sia pericoloso bruciare i libri, i quadri e abbattere statue e ricordiamoci con umiltà che poco più di cento anni fa il povero Vincent Van Gogh ha vissuto di stenti non capito da nessuno per la sua eccessiva originalità. Ci auguriamo che le “braghe" sugli affreschi di Michelangelo, o peggio, non debbano ripetersi 500 anni dopo». Nel concept della fontana apparentemente ogni elemento trova spiegazione nel mito locale: il fauno rappresenta il fiume Reno, il putto invece il torrente Vergatello, mentre la maestosa testa di Tritone incarna l'Appennino. L'uovo invece fa riferimento a Montovolo, «elemento favoloso e mitico del paesaggio locale, della sua storia e della poetica dell'artista».Riferimenti a Satana o meno, una cosa è certa: l'opera di Luigi Ontani travalica il perimetro di competenza dell'arte, arrivando a invadere i campi della religione, della politica e dello stesso concetto di libertà di espressione. Non ci sarebbe da stupirsi se, come buona parte dell'arte contemporanea, l'autore l'abbia realizzata con l'intento di provocare e catalizzare la discussione intorno a queste tematiche. Un dibattito vivo, tanto che proprio in questi i giorni i curatori della galleria Saatchi di Londra si sono trovati costretti a coprire dei quadri dell'artista Sku, in quanto il nudo femminile raffigurato nei quadri risultava offensivo nei confronti di alcuni visitatori di religione islamica. Forse sarebbe più opportuno interrogarsi sui costi a carico della collettività per questo tipo di lavori. La fontana realizzata da Luigi Ontani, infatti, è costata ben 50.000 euro di fondi pubblici stanziati dal Comune di Vergato, mentre almeno altri 97.500 euro sono stati elargiti dai privati. Senza contare altri 4.000 euro per le spese di installazione e 1.600 per la pubblicità dell'evento. Così come può fare sensazione la consegna nel 2017 del premio «Presidente della Repubblica» dalle mani di Sergio Mattarella proprio allo stesso Ontani, autore tra le altre cose di un crocefisso i cui bracci della croce sono rappresentati da mani e piedi, e di numerosi dipinti che ritraggono minori nudi, oltre che di un Cristo barbuto che allatta. Perché se censurare un'opera d'arte è sempre un gesto sbagliato, fortunatamente affermare che è di cattivo gusto rimane ancora un diritto di tutti.
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