2020-09-12
Conte tenta di farsi il comizio in Rai
Dicono che, memore di ciò che capitò a Massimo D'Alema e a Walter Veltroni, Giuseppe Conte si sia tenuto alla larga dalla campagna elettorale delle Regionali per evitare di assumersi la responsabilità di una sconfitta. Il voto per il rinnovo dei governatori in effetti costò il posto sia all'ex presidente del Consiglio che all'ex segretario del Pd, entrambi travolti dalla débacle della sinistra: il primo nel Lazio, in Abruzzo e in Calabria; il secondo in Friuli, Sicilia, Abruzzo e Sardegna. Così il presidente del Consiglio, dopo aver invitato senza successo i 5 stelle a stringere un patto con i dem in Puglia e nelle Marche, allo scopo di impedire che le due regioni rosse passino al centrodestra, ha scelto di far perdere le proprie tracce. Per giorni la stampa ha segnalato l'insolito silenzio del premier, noto a tutti invece (...)(...) per la loquacità e la frequenza con cui ama apparire. Tuttavia, dopo essere stato zitto perché non gli si potesse attribuire alcun ruolo nella sfida per i governatori, e dunque nessuna possibile batosta, Conte all'improvviso ha scelto di ritornare sulla scena e guarda caso proprio a ridosso del voto di domenica prossima. Negli ultimi giorni si è fatto vedere alla festa del Fatto Quotidiano, poi a quella dell'Unità. Fin qui nulla da eccepire, in fondo il capo del governo a entrambi gli eventi giocava in casa e non aveva timore di scivoloni.Ma poi qualcuno deve aver fatto presente a Conte che in caso di sconfitta alle Regionali, anche se imboscato nelle ultime settimane, difficilmente avrebbe potuto farla franca. Passi perdere le Marche, dove il candidato del centrosinistra pare sia distaccato da quello di centrodestra di parecchi punti. Passi pure una forbice di una ventina di punti tra Giovanni Toti e Ferruccio Sansa, il candidato del Movimento 5 stelle e del Pd in Liguria che non piace nemmeno a chi l'ha scelto. Se però a queste due regioni se ne dovessero aggiungere altre, per esempio la Puglia, dove fino a qualche tempo fa Michele Emiliano sembrava certo della riconferma, o addirittura la Toscana, dove neanche per scherzo fino all'altro ieri c'era da immaginarsi un testa a testa fra candidati, beh per il governo sarebbero comunque dolori. Già, perché anche se il presidente del Consiglio ha scelto di inabissarsi per sparire agli occhi dell'opinione pubblica, una sconfitta in Puglia o in Toscana, unita pure a quella nelle Marche, difficilmente non si ribalterebbe sugli equilibri della maggioranza.Il primo a saltare come un tappo di spumante non sarebbe Conte, ma Nicola Zingaretti, il segretario che nel Pd non vedono l'ora di far sparire affinché non faccia altri danni. Ma una volta archiviato il governatore del Lazio, è certo che anche il presidente del Consiglio non la passerebbe liscia, perché comunque il risultato elettorale sarebbe considerato anche opera sua. Per farla breve, al premier nella migliore delle ipotesi toccherebbe nel più puro stile della prima Repubblica un rimpasto, magari con annesso pacchetto omaggio consistente in Maria Elena Boschi. La zarina di Italia viva scalpita, dopo un'estate sui rotocalchi di gossip per la soap opera con un attore di non larghissima fama, per riavere un ruolo da ministro e in caso di rimescolamento delle poltrone potrebbe soffiare quella di Lucia Azzolina, che all'Istruzione non sta certo brillando. Tuttavia, a Giuseppi potrebbe anche andare peggio e rischiare lui stesso la cadrega. Risultato, dopo settimane di silenzio allo scopo di passare inosservato, il premier è tornato attivissimo. Prima le uscite alle feste nel cortile di casa, poi una conferenza stampa sulla scuola, questa volta nel cortile di Palazzo Chigi. Infine, il colpaccio di un messaggio alla nazione nel salotto di Mara Venier, cioè nel cortile della Rai. Il tutto con la scusa della riapertura della scuola, ma pensando soprattutto all'apertura dei seggi. L'operazione simpatia a casa degli italiani nella domenica antecedente il voto era pronta, tanto da essere annunciata dalla stessa Mara, la quale non vedeva l'ora di lustrarsi gli occhi, ma soprattutto gli ascolti con l'avvocato di Volturara Appula. Ma poi qualcuno ha rotto le uova nel paniere del presidente-chioccia. Le opposizioni hanno iniziato a dire che anche loro allora avrebbero preteso un passaggio sull'ammiraglia del servizio pubblico, soprattutto visto che sia a Matteo Salvini che a Giorgia Meloni in certe piazze è impedito di parlare (ieri a Torre del Greco il capo leghista ha dovuto fare fagotto a causa delle contestazioni). Risultato, Conte ha dovuto rinunciare al comizio televisivo nell'ora di punta della domenica pomeriggio. Non vi preoccupate comunque. Il prode Rocco Casalino, portavoce del premier, sta già pensando a come rimediare. Di certo non farà mancare la voce del presidente del Consiglio nella prossima settimana. Giuseppi ormai ha capito che sparire non lo aiuterà a schivare un eventuale colpo delle Regionali. Dunque, meglio giocarsi il tutto per tutto. Fosse anche una passerella all'ultimo minuto.