Dopo il declassamento ricevuto da Fitch ad aprile, Parigi da giorni trema per paura di altre verifiche. Spaventa il debito oltre il 110% del Pil. Crolla l’agricoltura biologica, settore molto forte Oltralpe: l’inflazione impone tagli al carrello della spesa.
Dopo il declassamento ricevuto da Fitch ad aprile, Parigi da giorni trema per paura di altre verifiche. Spaventa il debito oltre il 110% del Pil. Crolla l’agricoltura biologica, settore molto forte Oltralpe: l’inflazione impone tagli al carrello della spesa.La Spagna è alle prese con le dimissioni di Pedro Sánchez dopo la sconfitta elettorale. La Germania è entrata in recessione tecnica. E anche la Francia non si sente tanto bene. La temperatura si misura dalle prime pagine di alcuni quotidiani transalpini che ieri lanciavano l’allarme: «Debito e deficit: Francia sotto alta sorveglianza», il titolo di Le Figaro. «Debito: la paura di un rating negativo», quello de La Tribune. Mentre Le Monde punta il dito sugli effetti dell’inflazione che «fa precipitare il settore del bio in una crisi acuta».I primi due si riferiscono all’attesa per il verdetto - arrivato in tarda serata quando questo giornale era già andato in stampa - dell’agenzia Standard and Poor’s sulla solvibilità del debito pubblico francese. Il ministero delle Finanze guidato da Bruno Le Maire si prepara alla scadenza da diversi giorni e anche all’Eliseo il nervosismo è palpabile. Il timore è che S&P decida un declassamento del rating dopo l’allarme lanciato a dicembre in base a molteplici ragioni: l’entità del debito pubblico del Paese, il timore che l’esecutivo non fosse in grado di attuare il suo programma di riforme strutturali, il rallentamento dell’economia globale e l’inasprimento della politica fiscale.Una buona notizia arrivata proprio ieri, alla vigilia del verdetto di S&P, è che ad aprile la produzione industriale francese ha registrato un aumento dello 0,8% mensile, sopra le attese, grazie anche alla riduzione degli scioperi nelle raffinerie e all’aumento dell’attività nel comparto dei mezzi di trasporto. Ma al netto del voto dell’agenzia Usa sul rating, spaventa avere un debito che si avvicina ai 3.000 miliardi di euro e che supera il 110% del Pil. Senza dimenticare che lo spread Francia-Germania si è allargato di 15 punti base dal mese di gennaio, a fronte di uno spread Btp-Bund, dunque Italia-Germania, rimasto sostanzialmente stabile nello stesso arco di tempo.«In apparenza, tutto va bene», scrive La Tribune, «l’economia francese regge bene, continua a ripetere il governo. Mentre la Germania sta scivolando in recessione, la crescita in Francia rimane positiva. La Francia attrae imprenditori, si sta reindustrializzando, come ha dimostrato anche questa settimana l’apertura di una gigafactory di batterie nel Nord del Paese, e il tasso di disoccupazione rimane stabile... Anche i dati sull’inflazione, pubblicati mercoledì 31 maggio, lasciano presagire giorni migliori». Ma il governo, aggiunge il quotidiano francese, «non è sereno. Da quando il rating della Francia è stato declassato da Fitch in aprile, a causa delle forti tensioni sociali legate alla riforma delle pensioni, l’esecutivo tiene il fiato sospeso e vive sotto pressione». L’altra sorella del rating ha infatti bocciato alla fine di aprile il rating francese, portandolo da «AA-» ad «AA», e motivando il downgrade con un piano di riduzione del debito non soddisfacente e con le forti tensioni che sono esplose in Francia, a seguito della riforma sulle pensioni varata dal presidente Emmanuel Macron. Anche l’agenzia Scope ratings ha manifestato il proprio pessimismo nei confronti delle finanze pubbliche francesi, mettendo il giudizio sotto osservazione con implicazioni negative, la scorsa settimana. «È stato un vero e proprio campanello d’allarme, il presidente della Repubblica era furioso», racconta una fonte a La Tribune aggiungendo che «oui, l’ex banchiere d’investimento, l’ex ministro dell’Economia, rinomato per la sua abilità negli affari, stava subendo una battuta d’arresto». Ecco perché nelle ultime settimane, e anche più del solito, il governo ha cercato di rassicurare le agenzie di rating: ad esempio, a tutti i ministri è stato chiesto di rivedere le proprie spese e di ridurle del 5%. Lo stesso Le Maire ha incontrato i rappresentanti di Standard & Poor's circa dieci giorni fa. L’obiettivo era quello di convincerli della capacità della Francia di ripagare il proprio debito e di realizzare le riforme. «Sebbene questi incontri siano abbastanza standard, non sempre sono condotti dal ministro stesso, è più frequente che siano fatti dai direttori del gabinetto, dai direttori dell’amministrazione ma, vista la posta in gioco, Bruno Le Maire ha voluto essere presente a queste discussioni. È stata l’occasione per l’inquilino di Bercy di ribadire la determinazione della Francia a ridurre il costo della vita, a portare il deficit sotto il 3% entro il 2027 e a ridurre il debito», spiega La Tribune. Il ministro avrebbe, inoltre, assicurato ai suoi interlocutori la determinazione a realizzare riforme, anche impopolari, per risanare i conti pubblici.Nel frattempo, l’inflazione sta mandando in crisi l’agricoltura biologica, assai forte in Francia. Con il forte rallentamento dei consumi francesi, quasi 600 milioni di euro sono evaporati nel giro di un anno e il mercato del biologico è sceso a 12,076 miliardi di euro. Di conseguenza, la percentuale di francesi che consumano alimenti bio è scesa dal 6,4% al 6%. Secondo i dati pubblicati giovedì dall’Agence bio, i francesi hanno messo nel carrello dei supermercati meno prodotti con il fiore bianco su sfondo verde. Le vendite nei supermercati sono diminuite del 4,6%. Un’altra cattiva notizia è che la quota di alimenti biologici nel settore della ristorazione è diminuita ulteriormente, passando dal 2% all’1%.
2025-09-16
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