
Pronto il ricorso contro la sentenza del Tribunale dell’Unione europea, che aveva respinto una richiesta di risarcimento da 880 milioni. In precedenza, la stessa Corte aveva giudicato nullo il commissariamento della banca ordinato dalla Vigilanza.Sarà pure una lotta tra Davide e Golia ma la famiglia Malacalza non intende mollare la battaglia sulle azioni o omissioni della vigilanza della Bce su Carige a partire dal 2014 e sull’amministrazione straordinaria a inizio 2019 della banca (oggi in Bper). I Malacalza, già industriali siderurgici oggi anche nei magneti superconduttori, erano entrati nel 2015 nel capitale dell’istituto ligure acquistando il 10% dalla Fondazione conferitaria, per finire - di aumento in aumento, con un investimento cumulato di oltre mezzo miliardo - primi azionisti con il 27,5% a fine 2018, e poi ritrovarsi con un pugno di mosche al commissariamento deciso da Bce a inizio 2019. Nella relazione al bilancio 2023 della Malacalza Investimenti depositato in questi giorni si ricostruiscono i vari passaggi. Con ricorso al Tribunale dell’Unione europea del 3 marzo 2021 la società, insieme a un altro azionista di Carige, ha proposto un’azione di risarcimento nei confronti della Bce per «il pregiudizio cagionato da quest’ultima per atti compiuti e per comportamenti, commissivi e omissivi, tenuti dalla stessa nell’esercizio dei propri compiti di vigilanza sull’istituto genovese negli anni compresi tra il 2015 ed il 2020». L’importo richiesto a titolo di risarcimento ammonta a 870.525.670 euro. Il 5 giugno 2024 il tribunale ha respinto il ricorso. Quasi due mesi fa, infatti, la Corte Ue aveva deciso che Francoforte non dovrà risarcire con 880 milioni di euro gli ex azionisti di riferimento di Carige pronunciandosi sull’azione giudiziaria presentata da Malacalza Investimenti e da Vittorio Malacalza come socio privato che chiedevano un risarcimento rispettivamente di 870.525.670 euro e di 9.546.022 euro. Nella relazione del bilancio della società viene però sottolineato: «Sulla base delle valutazioni di ordine tecnico e legale per la predisposizione dell’atto di appello, le aspettative di un cospicuo risarcimento sono solidamente supportate dalla serietà e concretezza delle ragioni della società e dal consistente fondamento dell’iniziativa giudiziaria avviata». Non solo. Il 21 ottobre 2022 la società ha depositato la sentenza del Tribunale dell’Unione europea del 12 ottobre 2022 che ha giudicato «nullo e non avvenuto» ex tunc il provvedimento con il quale la Bce aveva disposto l’amministrazione straordinaria di Carige deducendo che tale sentenza è rilevante ai fini del giudizio. La Corte di Appello di Genova ha fissato l’udienza del 3 luglio 2024 per la prosecuzione del giudizio di appello, disponendone la trattazione in forma scritta. E nel bilancio «si conferma la fondatezza e la solidità delle ragioni della società nell’azione legale avviata e la ragionevole previsione di un esito favorevole della stessa». La famiglia, insomma, non pensa alla resa. La battaglia con la vigilanza di Francoforte andrà avanti. Anche perché le perdite nell’operazione Carige per la società dei Malacalza (che aveva investito anche in Pirelli) sono state pesanti: al 31 dicembre 2021 la società deteneva una quota del 2,016% circa del capitale dell’istituto ligure iscritta bilancio per un importo di 23.334.667 euro dopo le svalutazioni per complessivi 389.644.760 euro «a causa di durevoli perdite di valore registrate a partire dal bilancio chiuso al 31 dicembre 2019». Al 20 settembre 2022 la partecipazione rimasta è stata oggetto di un «trasferimento coattivo» posto in essere da Bper ed è stata «forzosamente trasferita con il conseguimento di una minusvalenza di 11.151.648 euro». Nella relazione al bilancio 2023 vengono specificate tutte le altre iniziative giudiziarie portate avanti dai Malacalza per la tutela dei propri diritti correlati all’investimento nell’istituto genovese. Un elenco lunghissimo che comprende anche le impugnazioni di alcune deliberazioni fatte dalle assemblee della banca. Nel documento viene soprattutto sottolineato che, «considerate le molteplici iniziative giudiziarie proposte nei confronti di diversi convenuti, fondate su coerenti, ma diversificate, ragioni giuridiche e tenuto conto della solidità delle argomentazioni che le sostengono, nonché, in particolare, della decisione del Tribunale Ue di annullamento del provvedimento di assoggettamento ad amministrazione straordinaria di banca Carige, che è suscettibile di significativi riflessi positivi per la società, nei contenziosi risarcitori nei confronti della Bce e di Carige, oggi Bper, del Fondo Interbancario (Fitd) e di Cassa Centrale Banca, Malacalza Investimenti «ritiene ragionevolmente probabile il conseguimento, in un periodo di tempo relativamente limitato, di consistenti risarcimenti la cui entità sarà tale da poter ristorare le perdite» che ammontano complessivamente a oltre 400 milioni registrate nei bilanci degli ultimi esercizi in conseguenza delle svalutazioni operate sul valore della partecipazione detenuta in Carige e della minusvalenza registrata nel 2022, «perdite rispetto alle quali le domande risarcitorie proposte dalla società sono largamente eccedenti».
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