Banca Intesa, Esselunga, Tim.È gara di aiuti

Banca Intesa, Esselunga, Tim.È gara di aiuti
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Mentre l'Ue e i Paesi membri dell'Europa unita ci negano mascherine e presidi sanitari, in Italia ci pensano le aziende private ad aiutarci a uscire dalla crisi del Coronavirus. La prima, che si conferma banca di sistema nel momento di difficoltà, è Intesa Sanpaolo. «Siamo pronti a donare fino a 100 milioni, li metteremo a disposizione del Paese, per progetti specifici che affrontino l'emergenza sanitaria», ha spiegato Carlo Messina, amministratore delegato. L'obiettivo di Ca' de Sass è «rafforzare le strutture di terapia intensiva, portando i posti letto da 5.000 a 7.500». Altre risorse «potranno essere utilizzate per creare ospedali da campo e per l'acquisto di apparecchiature mediche», dice Messina. A Intesa si unisce l'ad di Tim, Luigi Gubitosi: «Tim e Google, insieme, si uniscono all'appello della prima banca italiana e mettono al servizio della Protezione civile, delle istituzioni e delle imprese italiane le infrastrutture tecnologiche, le piattaforme di comunicazione ed i programmi per la scuola digitale e servizi all'avanguardia per l'implementazione dello smart working».

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mamdani new york
Il neo sindaco di New York Zohran Mamdani (Ansa)
Il sindaco di New York non è un paladino dei poveri e porta idee che allontanano sempre più i colletti blu. E spaccano l’Asinello.

La vulgata giornalistica italiana sta ripetendo che, oltre a essere uno «schiaffo» a Donald Trump, la vittoria di Zohran Mamdani a New York rappresenterebbe una buona notizia per i diritti sociali. Ieri, Avvenire ha, per esempio, parlato in prima pagina di una «svolta sociale», per poi sottolineare le proposte programmatiche del vincitore: dagli autobus gratuiti al congelamento degli affitti. In un editoriale, la stessa testata ha preconizzato un «laboratorio politico interessante», sempre enfatizzando la questione sociale che Mamdani incarnerebbe.

Edicola Verità | la rassegna stampa del 7 novembre

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 7 novembre con Carlo Cambi

vincenzo lanni
Il luogo dell'accoltellamento a Milano. Nel riquadro, Vincenzo Lanni (Ansa)
Nei principali Paesi europei, per essere riconosciuto «pericoloso» basta la segnalazione di un medico. Qui invece devi prima commettere un delitto. E pure in questo caso non è detto che una struttura ti accolga.

Vincenzo Lanni, l’accoltellatore di Milano, aveva già colpito. Da condannato era stato messo alla Rems, la residenza per le misure di sicurezza, poi si era sottoposto a un percorso in comunità. Nella comunità però avevano giudicato che era violento, pericoloso. E lo avevano allontanato. Ma allontanato dove? Forse che qualcuno si è preso cura di Lanni, una volta saputo che l’uomo era in uno stato di abbandono, libero e evidentemente pericoloso (perché se era pericoloso in un contesto protetto e familiare come quello della comunità, tanto più lo sarebbe stato una volta lasciato libero e senza un riparo)?

Dopo il Ponte, i giudici boicottano le Olimpiadi
Ansa

Dimenticata la «sensibilità istituzionale» che mise al riparo l’Expo dalle inchieste: ora non c’è Renzi ma Meloni e il gip vuole mettere sotto accusa Milano-Cortina. Mentre i colleghi danno l’assalto finale al progetto Albania.

Non siamo più nel 2015, quando Matteo Renzi poteva ringraziare la Procura di Milano per «aver gestito la vicenda dell’Expo con sensibilità istituzionale», ovvero per aver evitato che le indagini sull’esposizione lombarda creassero problemi o ritardi alla manifestazione. All’epoca, con una mossa a sorpresa dall’effetto immediato, in Procura fu creata l’Area omogenea Expo 2015, un’avocazione che tagliò fuori tutti i pm, riservando al titolare dell’ufficio ogni decisione in materia.

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