Mentre l'Ue e i Paesi membri dell'Europa unita ci negano mascherine e presidi sanitari, in Italia ci pensano le aziende private ad aiutarci a uscire dalla crisi del Coronavirus. La prima, che si conferma banca di sistema nel momento di difficoltà, è Intesa Sanpaolo. «Siamo pronti a donare fino a 100 milioni, li metteremo a disposizione del Paese, per progetti specifici che affrontino l'emergenza sanitaria», ha spiegato Carlo Messina, amministratore delegato. L'obiettivo di Ca' de Sass è «rafforzare le strutture di terapia intensiva, portando i posti letto da 5.000 a 7.500». Altre risorse «potranno essere utilizzate per creare ospedali da campo e per l'acquisto di apparecchiature mediche», dice Messina. A Intesa si unisce l'ad di Tim, Luigi Gubitosi: «Tim e Google, insieme, si uniscono all'appello della prima banca italiana e mettono al servizio della Protezione civile, delle istituzioni e delle imprese italiane le infrastrutture tecnologiche, le piattaforme di comunicazione ed i programmi per la scuola digitale e servizi all'avanguardia per l'implementazione dello smart working».
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