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Banca Intesa, Esselunga, Tim.È gara di aiuti

Banca Intesa, Esselunga, Tim.È gara di aiuti
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Mentre l'Ue e i Paesi membri dell'Europa unita ci negano mascherine e presidi sanitari, in Italia ci pensano le aziende private ad aiutarci a uscire dalla crisi del Coronavirus. La prima, che si conferma banca di sistema nel momento di difficoltà, è Intesa Sanpaolo. «Siamo pronti a donare fino a 100 milioni, li metteremo a disposizione del Paese, per progetti specifici che affrontino l'emergenza sanitaria», ha spiegato Carlo Messina, amministratore delegato. L'obiettivo di Ca' de Sass è «rafforzare le strutture di terapia intensiva, portando i posti letto da 5.000 a 7.500». Altre risorse «potranno essere utilizzate per creare ospedali da campo e per l'acquisto di apparecchiature mediche», dice Messina. A Intesa si unisce l'ad di Tim, Luigi Gubitosi: «Tim e Google, insieme, si uniscono all'appello della prima banca italiana e mettono al servizio della Protezione civile, delle istituzioni e delle imprese italiane le infrastrutture tecnologiche, le piattaforme di comunicazione ed i programmi per la scuola digitale e servizi all'avanguardia per l'implementazione dello smart working».

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A Glasgow non si parla più inglese. La Cei vuole farci fare la stessa fine
Gigi De Palo (Ansa)
Su «Avvenire», il presidente della Fondazione per la natalità, Gigi De Palo, contraddice la ragion d’essere del suo ente chiedendo più nuclei familiari immigrati. L’esito di politiche del genere è visibile in Scozia.

Intervistato dal quotidiano della Conferenza episcopale italiana, Avvenire, il presidente della Fondazione per la natalità, Gigi De Palo, ha rilasciato alcune dichiarazioni a pochi giorni dalla chiusura della quinta edizione degli Stati generali della natalità, indicando quelle che a suo dire potrebbero essere ricette valide per contrastare la costante riduzione delle nascite da cui l’Italia è drammaticamente afflitta (nel solo mese di agosto del 2025 il calo è stato del 5,4% rispetto ai già deprimenti dati dello stesso mese del 2024: in cifre, 230.000 neonati in meno).

Gianandrea Gaiani: «I leader Ue tifano guerra per farla franca»
Ursula Von Der Leyen e Kaja Kallas (Ansa)
L’esperto: «Tengono in vita il conflitto per salvare la poltrona. L’alternativa è tra una vittoria di Putin oggi o l’esplosione dell’Ucraina (e anche dell’Europa) domani. Senza più industria e con il caro energia, il riarmo voluto da Bruxelles è un piano da Sturmtruppen...».

«Siamo disposti a prendere atto che la Russia ha vinto, il che però ci consente di assicurare all’Ucraina la sovranità nazionale, o vogliamo portare Vladimir Putin al trionfo con la concreta opportunità che l’Ucraina esploda? Siamo lungimiranti da capire che se ci si ferma qui, concedendo alla Russia ciò si è già presa – a torto o a ragione non è questione – l’Europa si salva o vogliamo condurre l’Ue al rischio di dissoluzione?»

Edicola Verità | la rassegna stampa del 3 dicembre

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 3 dicembre con Carlo Cambi

Per difenderci dallo zar lo stiamo imitando
Giuseppe Cavo Dragone (Ansa)
La paura sta spingendo l’Occidente ad adottare i metodi degli autocrati. Diventando insofferente a principi, come libertà e democrazia, in nome dei quali afferma di lottare.

Quando si fanno i conti con un nemico esistenziale, si corre sempre un rischio: diventare come lui, pur di non lasciarlo vincere. L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, nell’intervista dell’altro ieri al Financial Times, in cui ha lanciato l’idea di un cyberattacco preventivo della Nato contro la Russia, ha svelato da dove nasce uno slancio che pare rinnegare la natura giuridica dell’Alleanza atlantica. Incursioni di droni, malware, campagne di disinformazione orchestrate dal Cremlino.

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