È stato ritrovato il corpo senza vita di Gianni Pasquini, l’uomo di 69 anni che risultava ancora disperso a Campi Bisenzio, uno dei Comuni più colpiti dall’ondata di maltempo che si è abbattuta sulla Toscana. Sale così a sette il numero ufficiale delle vittime accertate. Al momento resta ancora disperso un anziano di 84 anni di Prato di cui non risultano più notizie da giovedì sera.
Nel giorno del cinquantasettesimo anniversario dell’alluvione di Firenze del 1966, in Toscana si piangono i morti e si comincia a fare la conta dei danni mentre l’allarme resta alto per le prossime ore. Nuova allerta arancione per rischio idraulico e idrogeologico dalle 20 di ieri sera fino alle 15 di oggi su Toscana Nordoccidentale e centrale e tutta la costa. Allerta arancione anche per mareggiate su tutta la costa a partire dalla scorsa mezzanotte, allerta gialla da ieri. Ancora allerta gialla per temporali, rischio idrogeologico, idraulico e vento forte sul resto della regione. Ecco perché a scopo precauzionale sono state evacuate - in accordo con i sindaci dei Comuni coinvolti di Montale, Montemurlo e Prato - alcune abitazioni nelle aree in corrispondenza delle rotture del torrente Agna e del torrente Bagnolo. Persone che si vanno ad aggiungere ai circa 300 sfollati.
Proprio sul sistema delle allerte meteo anche ieri ha tenuto banco uno strascico di polemiche già sollevate dal sindaco pratese Matteo Biffoni, che ha espresso perplessità sull’efficacia delle comunicazioni della Regione, mentre il sindaco di Carmignano (Prato), Edoardo Prestanti, suggerisce di dare gli aggiornamenti in tempi più ristretti. «L’allerta potrebbe essere aggravata o modificata nel giro di poco tempo, se necessario, in base alle previsioni, che nel nostro caso vengono elaborate dal Centro funzionale della Regione Toscana». Il presidente Eugenio Giani sottolinea che il colore dell’allerta lo decidono i tecnici della Protezione civile e il sindaco fiorentino, Dario Nardella, minimizza, dicendo che tutto sommato il sistema ha funzionato. Per il capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile, Fabrizio Curcio, che insieme a Giani ha perlustrato in elicottero le zone alluvionate, «del tema delle allerte meteo bisognerebbe ragionare non quando le cose accadono, ma prima. Noi abbiamo un sistema di allertamento nazionale che ci viene invidiato nel mondo. Le differenze tra un’allerta arancione e una rossa sono poche, sono segnalati pericoli in entrambe i casi. Quel che fa la differenza è quello che è accaduto. Se poi ci sarà bisogno in futuro di rivedere il sistema dei codici colori, lo faremo nei tavoli opportuni», ha spiegato Curcio.
Nel capoluogo toscano l’Arno ha tenuto grazie alla diga di Bilancino e ieri, in un post sui social, Matteo Renzi ha sottolineato che «se non ci fossero state le nuove casse del Valdarno e Bilancino, Firenze sarebbe andata sotto acqua». Quindi «chiedere di combattere il cambiamento climatico è giusto ma non può diventare l’alibi per dire di no alle opere pubbliche necessarie: bisogna fare le opere e gli impianti necessari e bisogna farli subito» ha aggiunto. Va, comunque, ricordato che quando cominciarono i lavori per lo sbancamento di Bilancino, il leader di Italia viva (che prima di lasciare il Pd ha indicato Giani per il vertice della Regione) aveva nove anni.
Sono comunque esondati gli affluenti come il Sieve e soprattutto il Bisenzio, che ha creato più danni lasciando 12.000 persone ancora raggiungibili solo con i mezzi anfibi. Alcune zone sono senza acqua potabile. Su Campi Bisenzio ci sono 3.000 unità senza elettricità e sul Comune di Firenze 110. I tecnici di Enel stanno lavorando ormai giorno e notte, il problema è accedere a queste centraline elettriche a causa della presenza di acqua.
Quanto alla conta dei danni, «come prima stima ragiono sui 300 milioni tra pubblico e privato, ma è una stima assolutamente parziale, che fa riferimento a quello che finora abbiamo registrato. Non dimentichiamoci che le stime per poterle considerare attendibili ci vuole almeno una settimana», ha detto il presidente Giani. I danni sono a case, strade, ponti, ferrovie, ma anche a fabbriche, coltivazioni, allevamenti, fienili e serre soprattutto nella zona del pistoiese. E poi ci sono gli stabilimenti balneari, i ristoranti e le infrastrutture sulla costa gravemente danneggiate o distrutte dal vento e dalle forti mareggiate.
Nel frattempo, ci sono anche polemiche per la partita in programma per stasera al Franchi tra la Fiorentina e la Juventus. Venerdì la Curva Fiesole ha chiesto in un comunicato di rimandarla: «Una parte della nostra città è completamente in ginocchio», scrive il tifo organizzato viola, che chiede a gran voce che le forze impiegate per una partita che molto probabilmente arriverà a toccare le 40.000 presenze, vengano messe per aiutare le popolazioni a rialzarsi da un evento drammatico quanto complicato. Comune e Regione non si espongono, a decidere è la Lega Calcio. Ma per ora la partita è confermata.




