In base agli ultimi dati di mercato, aggiornati al 3 maggio 2019, i decennali più sicuri al mondo sono quelli svizzeri e quelli giapponesi. Hanno un rendimento negativo (rispettivamente -0,276% e -0,035%). In fondo alla classifica (con ritorni altissimi e pericolosi) la Turchia, il Kenya e lo Sri Lanka.
C'è tutto un mondo intorno. È fatto di titoli di Stato decennali che rendono 3, 4, addirittura 5 volte in più di quelli italiani. E non è detto che siano per forza più rischiosi. Ovvio: quando si investe una certa dose di sangue freddo occorre averla, ma se si cercano titoli di Stato un po' più frizzanti di quelli italiani non c'è che l'imbarazzo della scelta. D'altra parte tutti i Paesi del mondo emettono titoli del debito pubblico. Quindi: la scelta è sconfinata.
In base agli ultimi dati di mercato, aggiornati al 3 maggio 2019, i titoli di Stato decennali più sicuri al mondo sono quelli svizzeri e quelli giapponesi. Sono talmente sicuri che hanno un rendimento negativo (rispettivamente -0,276% e -0,035%). Cosa vuol dire? Che gli investitori sono addirittura disposti a pagare un interesse (anziché riceverlo), pur di possederli. Sono tutti scemi? No: diciamo che i titoli con interesse negativo vengono comprati contando di rivenderli ad un prezzo più alto. Ma c'è anche chi li compra per rifugiarsi in un "porto sicuro", mettendo comunque in circolo la propria liquidità. Se siete stati su Marte nell'ultimo periodo, sappiate che questa "moda" dei titoli di Stato con rendimento negativo è scoppiata in Europa già da diversi anni.
Svizzeri e giapponesi a parte, i titoli di Stato che rendono molto poco ma sono fra i più sicuri al mondo sono quelli emessi da Germania (0,046%), Danimarca (0,136%) e Paesi Bassi (0,216%). Secondo Standard & Poor tutti e tre hanno un rating AAA e quindi, agli occhi degli investitori, sono "in una botte di ferro" anche in caso di un'eventuale nuova crisi economica. E l'Italia? Con un magro rating BBB e uno spread con i bund tedeschi di 252,2 punti base, i Btp decennali italiani garantiscono un rendimento del 2,568%. In Europa fanno meglio di noi la Croazia, Cipro, il Portogallo, persino la Bulgaria. Tutti loro (a eccezione dei portoghesi), hanno un rating peggiore dell'Italia ma i loro titoli di Stato rendono di meno.
Bisognerebbe capire quanto incidono fattori come la stabilità politica o la solidità dei conti pubblici di ciascun Paese per determinare una tale disparità sui mercati finanziari. Ad esempio: sembra incredibile, ma, come si vede dal grafico interattivo, i titoli decennali italiani rendono appena poco meno di quelli marocchini, che sono al 2,954% e poco di più di quelli (addirittura) americani, che sono al 2,556%. Strano, vero? E, se vogliamo continuare con lo "strano ma vero", si può aggiungere che i Btp decennali italiani offrono un rendimento che non è poi così distante da quello dei titoli emessi dalla Thailandia e da Singapore.
Ma dicevamo del sangue freddo. Se si cerca qualcosa di davvero eccitante bisogna andare nel Sud del mondo. Lì si trovano Paesi che pur di vendere titoli rappresentativi del proprio debito pubblico sono disposti a offrire rendimenti stellari. Tra i 70 Paesi del mondo che offrono rendimenti più bassi, quello che li offre più alti è la Turchia: 18,97%, seguita dall'Egitto, 16,33%, e dall'Uganda, 15,35%. Il Kenya, che proprio stabile stabile non è, offre un po' meno: 12,4%, circa un punto percentuale in più dello Sri Lanka.
Naturalmente guadagnare non è così facile. Ovvero: non è che siccome il titolo di Stato turco rende quasi il 19% basta comprare bond turchi per aver fatto l'affare della vita. In tutti i casi in cui si investe su titoli denominati in valuta straniera occorre considerare molti fattori (inflazione, crescita, tassi) tra i quali anche la possibilità che la moneta del Paese nel quale si è investito si svaluti. Così, per esempio: se il bond turco rende il 19% ma la lira turca si svaluta del 20%, l'investitore, a parità di altre condizioni, perde l'1%. In tutti questi casi il sangue non deve essere freddo. Deve essere gelato.