pellegrino artusi

I lombardi non sono mai stati senza cervello
Bartolomeo Passerotti La macelleria, circa 1580 (Getty Images)
Il 19 dicembre ricorre il 30° della scomparsa di Gianni Brera, straordinaria capacità divulgativa anche in campo gastronomico. Ha raccontato un’Italia rurale, cucina di popolo contrapposta a quella borghese. Oche, cacciagione e l’ormai dispersa cervellata.
La «pax cacciucca» tra fascisti e anarchici
(IStock)
Nel 1936 Costanzo Ciano cercò di creare momenti di condivisione tra le anime avverse di Livorno. E «il ganascia», soprannome del consuocero del Duce, organizzò una serata popolare a base della zuppa di pesce labronica con musiche, canti e baldorie.
Friuli, melting pot di una cucina di frontiera
La regione è punto d'incontro e di scambio tra culture diverse che, proprio nel cibo, permettono di scoprire storie e tradizioni sopravvissute all'omologazione dei tempi moderni. Dai salumi al radicchio rosa di Gorizia, dalle chicche casearie alle verze.
Eraclito, il mandante del prosciutto e melone
iStock
Il filosofo di Efeso 2.500 anni fa teorizzò la legge dei contrari, come il gettonatissimo abbinamento per combattere la calura. Ma sono numerosi i piatti estivi che si ripetono intramontabili ogni anno. Alcuni diventati veri classici codificati dagli chef.
Artusi, il padre della patria gastronomica
Pellegrino Artusi (iStock)
Le sue ricette da viaggiatore goloso e nutrizionista diedero per la prima volta un'identità nazionale al cibo. Il suo libro vanta 110 edizioni per un milione di copie e traduzioni delle 790 preparazioni in tutti i continenti. Ad agosto il bicentenario della nascita.
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